sabato 22 gennaio 2011

La Jihad islamica chiama i militanti di Fatah a distanziarsi dai loro capi "corrotti e venduti"


Il Movimento per la Jihad islamica in Palestina ha duramente attaccato le milizie di Fatah che occupano e amministrano la Cisgiordania per conto dell'occupante sionista, sottolineando come le loro pratiche e la loro politica contro i militanti della Resistenza non riusciranno a sottomettere la volontà del popolo palestinese o a spegnere la fiaccola della sua determinazione. La condanna del movimento é arrivata dopo che, grazie al collaborazionismo di Fatah, le forze armate dello Stato ebraico sono riuscite a uccidere un militante della Jihad di nome Salem al-Sammoudhi, nei pressi di un insediamento illegale ebraico.

"Le pratiche di Fatah e del suo screditato e squalificato 'governo' di Cisgiordania contro i militanti della Resistenza sono anti-patriottiche e servili, degne di traditori che hanno da lungo tempo scordato cosa voglia dire la parola 'dignità'", é solamente una delle frasi che incriminano la condotta degli uomini di Mahmud Abbas, un tempo forza attiva e motrice dell'OLP, ridotti adesso al rango di "gendarmi coloniali" del 'bwana' sionista.

Il Movimento tuttavia nello stesso documento chiama i suoi militanti a non rassegnarsi e anzi a moltiplicare i loro sforzi nella ricerca della Libertà e dell'Indipendenza che, come dimostrano gli esempi di Hezbollah in Libano e di Hamas nella Striscia di Gaza, si possono raggiungere solo e soltanto con la lotta, e non con fasulli 'negoziati' che hanno solo lo scopo di dividere il popolo dai suoi rappresentanti politici, trasformando questi ultimi in satrapi e cacicchi dell'imperialismo, come é precisamente successo a Fatah.

La Jihad islamica ha chiuso il suo messaggio con un appello agli onesti e dignitosi membri di Fatah, che pure esistono, a distanziarsi dai loro leader corrotti e venduti.

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