giovedì 3 febbraio 2011

Fidel Castro: "Gli Usa non cesseranno di cospirare contro Egitto e Mondo arabo, finché resteranno una potenza imperialista"


Il fato di Mubarak é segnato, nemmeno con il diretto intervento militare di Israele e Stati Uniti sarebbe possibile salvare il traballante trono del 'faraone' filo-imperialista, perché una violazione così aperta e sfacciata dei più basilari principi di legalità internazionale farebbe sorgere gli ottanta milioni di Egiziani come un sol uomo contro la minaccia straniera e, come insegna la Storia, contro i popoli che uniti vogliono, sentono e lottano, nemmeno i più muniti arsenali del capitalismo e del neo-colonialismo possono alcunché.

Gli Egiziani, un popolo che più di quattromila anni fa aveva già impresso il suo marchio indelebile su questo pianeta, hanno tollerato fin troppo le angherie e le imposizioni occidentali e hanno l'intenzione e le capacità (oltre che il pieno diritto) di tornare protagonisti del loro tempo e della loro storia, senza dover rispondere a nessun altro.

Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, che vide brevemente l'Egitto come sfondo di alcune campagne militari, l'audace e generoso impulso incarnato da Gamal Abdel Nasser diede al paese e ai suoi abitanti un assaggio, niente più che un assaggio, di libertà e autonomia: insieme all'indiano Nehru, agli africani Kwame Nkrumah e Ahmed Touré e all'indonesiano Sukarno Nasser fu tra i fondatori del Movimento dei Non-allineati, che aiutò e sostenne le lotte dei popoli di Asia e Africa contro i cascami del dominio coloniale europeo e l'incalzante morsa del neocolonialismo a stelle e strisce.

Cuba, la nazione che ebbi l'onore di contribuire a liberare e poi guidare per lungo tempo, fu onorata, letteralmente onorata di poter sedere in un simile consesso, di cui sono stato Segretario generale per sei anni anni dal 1979 all'83 e dal 2006 al 2008.

Nel 1956 i colonialisti di un tempo, Francia e Inghilterra, cercarono con un'avventura militare pretenziosa e insostenibile di piegare nuovamente l'Egitto ai loro voleri e, nel progettare l'aggressione contro Nasser e il suo popolo, trovarono la complicità della cricca al potere a Tel Aviv, che aveva snaturato il legittimo desiderio ebraico di una patria nazionale per trasformare Israele nella portaerei dell'imperialismo in Medio Oriente.

Fu solo grazie all'ammonimento sovietico che simili aggressioni erano totalmente inaccettabili nel mondo moderno, rinforzato con la prospettiva di un intervento strategico dell'URSS in soccorso all'Egitto, che la cosiddetta "aggressione tripartita" venne fermata.

La morte di Gamal Nasser, il 28 settembre del 1970, fu una vera e propria tragedia per l'Egitto. Il suo vice e successore, Anwar Sadat, si mostrò di pasta molto diversa e, dopo una breve fiammata d'orgoglio coincidente con la Guerra del 1973, con la quale si ottenne il ritiro delle truppe sioniste dal Sinai (occupato con l'attacco a tradimento del 1967), egli preferì lasciarsi irretire e sedurre dalle sirene americane e occidentali, trasformandosi da legittimo rappresentante della volontà nazionale in un governatore locale asservito alla volontà di Washington, della Nato, di Israele.
Un paese di arroganti sbruffoni che si autonominano: "poliziotto del mondo" e credono che la diplomazia si faccia col manganello, quale migliore descrizione degli Usa? Dai tempi di Teddy Roosevelt a Obama nulla é cambiato...
Gli Stati Uniti, fino a che non saranno costretti dal tracollo inevitabile del loro ingiusto sistema politico ed economico, non cesseranno mai di tramare ai danni dell'Egitto, del Mondo arabo e del Medio Oriente, perché solo attraverso la rapina e il saccheggio delle risorse del Sud del Mondo essi possono sperare di dare in qualche modo ossigeno al boccheggiante costrutto del capitalismo neoliberista, che rende i lavoratori sempre più poveri e gli sfruttatori e i parassiti sempre più ricchi ed avidi, come la crisi finanziaria che attanaglia il mondo ormai quasi da tre anni dimostra con fin troppa evidenza.

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