lunedì 4 aprile 2011

Iran ed Hezbollah ricambiano le aperture di Al-Arabi: "Siamo pronti a cooperare con il Nuovo Egitto"


Pochi giorni dopo le importanti e illuminanti dichiarazioni del nuovo Ministro degli Esteri egiziano Nabil el-Arabi nei confronti dell'Iran e del campo politico progressista libanese, di cui Hezbollah é parte vitale e fondamentale, non si sono fatte attendere reazioni e dichiarazioni, ovviamente positive da parte della Repubblica islamica e del Partito di Dio, acide e preoccupate da coloro che hanno passato gli ultimi trent'anni ad approfittare delle posizioni impopolarmente filo-americane e filo-israeliane della dittatura di Mubarak, che negava la democrazia in Egitto per conto degli interessi usa e sionisti.

Il Ministro degli Esteri Iraniano, Ali Akbar Salehi, ha molto apprezzato le dichiarazioni di El-Arabi sul riallacciare ed espandere le relazioni tra il Cairo e Teheran, che toccarono il fondo con la svolta filo-occidentale di Sadat e Mubarak, rimanendo pressoché interrotte per la maggior parte degli ultimi 30 anni. "Nonostante tutto questo" ha dichiarato Salehi "Egitto e Iran hanno interessi comuni e una storia di amicizia a paragone della quale le incompresioni degli ultimi decenni impallidiscono e diventano molto relative. Il popolo egiziano, voltando una pagina fondamentale della propria Storia, ha scelto la via della comprensione e della giustizia, ciò per cui ci rallegriamo grandemente e ci auguriamo di poterlo aiutare su questa strada".

Anche a Beirut le aspettative per un nuovo corso diplomatico egiziano sono molto alte, Hezbollah non ha dimenticato quando il regime di Mubarak lo accusava di avere 'provocato' l'invasione militare sionista del 2006 o quando uomini dei servizi segreti cairoti (insieme a colleghi giordani e sauditi) avevano istigato i fondamentalisti sunniti del campo profughi di Nahr al-Bared per destabilizzare il Paese dei Cedri ma, fortunatamente, il montante processo di demubarakizzazione sta facendo piazza pulita dei responsabili di questi atti, lasciando Libano ed Egitto liberi di riavvicinarsi politicamente ed economicamente.


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