domenica 8 maggio 2011

Israele tormenta il prigioniero Abdullah Barghouti nel tentativo di intimidire e piegare altri detenuti palestinesi!


I carcerieri sionisti impediscono al prigioniero palestinese Abdullah Barghouti di vedere la sua figlioletta, ha rivelato il Centro Ahrar per gli Studi sui Prigionieri e i Diritti Umani. Il Direttore del Centro, Fouad Al-Khafsh, ha dichiarato in un comunicato rilasciato nella giornata di sabato 7 maggio 2011, che Barghouti non é riuscito a vedere la sua famiglia da otto anni a questa parte; la sua figlia minore aveva soltanto 35 giorni al momento del suo arresto.

Il Regime dell'Apartheid ha proibito ogni visita, sotto ogni condizione, persino le "visite silenziose" (una disumana e barbara pratica usata dai sionisti che 'concedono' ai familiari di incontrare i loro congiunti prigionieri ma impedendo loro di parlare); Barghouti é tenuto in isolamento solitario fin dalla fine della fase degli interrogatori.

Il Direttore Khafsh ha dismesso come ingenui pretesti le giustificazioni israeliane per impedire le visite "scuse triviali e prive di sostanza", opinando che il Regime sionista stia facendo pressioni per utilizzare Barghouti come "esempio" per indurre alla sottomissione altri detenuti palestinesi.

Il Centro Ahrar invita tutte le organizzazioni per i Diritti Umani a sostenere le proteste e le lotte dei prigionieri palestinesi e delle loro famiglie, in modo che Israele debba recedere dalle sue politiche disumane, indegne del Ventunesimo Secolo.

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