Il Ministro della Sicurezza iraniano Heydar Moslehi ha dichiarato che 'molto presto' le confessioni degli agenti americani arrestati nella recente retata del 21 maggio saranno pubblicate e diffuse; l'operazione di intelligence iraniana sembra avere distrutto completamente la rete di uomini della CIA in Iran, impedendo a Langley di fomentare nuove artificiose "proteste colorate" nella Repubblica Islamica, come quelle che vennero istigate dopo le elezioni presidenziali per tentare, inutilmente, di gettare ombre e discredito sulla grande riconferma di Mahmoud Ahmadinejahd.
Attualmente, però, l'interesse delle spie americane si era concentrato sui grandi progressi tecnici e scientifici di Teheran nei campi del nucleare, della missilistica, dell'industria aerospaziale, della difesa e delle biotecnologie. Ma anche operazioni di sabotaggio economico e industriale tenevano occupati gli uomini della CIA in Iran, visto il loro interesse nel raccogliere dati su oleodotti, gasdotti, nodi di telecomunicazione, linee elettriche, aeroporti e porti.
"Possiamo con certezza dire" ha articolato Moslehi "che questi agenti nemici sono stati neutralizzati giusto in tempo, visto che, dalle prime risultanze dei loro interrogatori e delle loro confessioni sembra che stessero preparando una serie di attentati terroristici contro infrastrutture e logistiche e di pubblica utilità". Oltre alle trenta persone arrestate in Iran circa 42 agenti e referenti della Cia negli Emirati Arabi, in Turchia, Indonesia e Malesia sarebbero stati "bruciati" infliggendo una cocente sconfitta al servizio segreto a stelle e strisce lungo tutto lo scacchiere asiatico.
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Chissà se gli americani hanno a che fare con l'esplosione avvenuta qualche giorno fa.
RispondiEliminaQuella di Abadan?
RispondiEliminaSi. Appena ho sentito la notizia al TG, mi è venuto in mente l'arresto degli agenti della CIA.
RispondiEliminaIn effetti un'esplosione proprio mentre era in visita il Presidente Ahmadinejahd é sospetta...più sospetta di una in un giorno qualsiasi...
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