venerdì 27 maggio 2011

Return to Palestine prepara nuove manifestazioni ai confini con Israele: "Vogliamo che i sionisti debbano mobilitare tutto il loro esercito!"


Il 6 giugno prossimo il comitato "Return to Palestine" ha programmato nuove attività al confine tra Libano e Israele, come confermato da Abu Mohammed Imad, membro dell'organizzazione, ai microfoni della televisione di Hezbollah "Al-Manar". E' dallo scorso 15 maggio che, per onorare il sacrificio dei martiri caduti sotto il fuoco assassino dei militari sionisti, il Comitato ha continuato a tenere le fila e preparare volontari e attivisti palestinesi residenti in Libano e Siria per una nuova dimostrazione che renda chiaro a Israele come il "Diritto al Ritorno" nei territori occupati dal 1948 non sia negoziabile, non sia evitabile, non sia prevenibile, né con la forza militare, né con la manipolazione della Casa Bianca a opera della Lobby a Sei Punte, né con alcun altro stratagemma o escamotage.

Proprio in questi giorni il Comitato ha fatto erigere un monumento commemorativo sul confine, con i volti dei profughi uccisi e la scritta in ebraico: "Stiamo Tornando"; a quanti gli hanno chiesto natura e obiettivi della nuova iniziativa Imad ha replicato: "Questi particolari sono oggetto di discussione molto accesa proprio in queste ore, posso solo dirvi che abbiamo varie opzioni e le stiamo studiando e analizzando una per una. Vogliamo tenere il Nemico sionista in allarme da Nakoura al Golan, vogliamo costringerlo a spendere denaro per mantenere in stato di allerta tutte le brigate militari che ha già impiegato il quindici maggio, vogliamo fargli consumare più risorse possibili per portarlo al punto di rottura".

Sembra che, in queste ore, contatti molto intensi con l'Egitto e la Giordania siano in corso, in modo da rendere le iniziative del 6 giugno, data in cui il mondo arabo e palestinese ricorda la Yawm an-Naksa del 1967 (la seconda dispersione di profughi dovuti al codardo attacco a tradimento dello Stato ebraico contro Egitto, Siria e Giordania), ancora più massicce e imponenti di quelle di dodici giorni fa.
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