giovedì 15 settembre 2011

I Giordani non vogliono essere da meno degli Egiziani e a gran voce chiedono: "Fuori l'ambasciatore sionista!"


Migliaia di cittadini giordani si sono riuniti di fronte all'ambasciata Usa ad Amman, bruciando vessilli statunitensi e sionisti e chiedendo a gran voce la chiusura della rappresentanza diplomatica americana, di quella di Tel Aviv e l'espulsione dei rispettivi ambasciatori.

Cantando slogan contro l'imperialismo americano, contro Israele, contro il sionismo internazionale e contro l'oppressione del Popolo palestinese i dimostranti riunitisi ieri hanno condannato senza appello le politiche della Casa Bianca nella regione, chiedendo l'immediata espulsione di tutti gli incaricati americani dal paese.

Le proteste di ieri sono state soltanto una prova generale per la "marcia di un milione di persone" che porterà folle di dimostranti davanti all'ambasciata sionista nella giornata di oggi. Molti osservatori ritengono possibile il rinnovarsi di un attacco alla sede sionista, mirato a rimuovere la bandiera dal palazzo, a imitazione di quanto accaduto ormai due volte al Cairo durante simili manifestazioni.

Il regime ebraico ha annunciato uno stato d'allerta generale a tutte le sue ambasciate nel mondo, dopo che cittadini cairoti sono penetrati nei suoi uffici locali saccheggiando e disperdendo documenti ufficiali e costringendo l'ambasciatore Ythzak Levanon a fuggire precipitosamente proprio pochi giorni dopo il suo rientro ufficiale in Egitto.

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