martedì 4 ottobre 2011

Cinquemila detenuti politici palestinesi rinunciano al cibo, mentre il regime ebraico incrementa le brutalità contro di loro!

Molte bandiere, un unico obiettivo: una Palestina libera dall'occupazione sionista.

Sono oltre cinquemila, su un totale di otto, i prigionieri politici palestinesi rinchiusi nelle galere israeliane che hanno aderito alla campagna di rifiuto del cibo lanciata la scorsa settimana per protestare contro gli abusi delle autorità carcerarie del regime dell'Apartheid e contro l'isolamento solitario inflitto da oltre due anni al leader del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, Ahmad Sadaat.

All'appello hanno risposto in massa non solo i militanti del PFLP, tra i quali l'adesione alla protesta tocca, comprensibilmente punte del 95-100% ma anche membri del FDLP, del FPLP-GC, e anche di Hamas, della Jihad Islamica, delle Brigate di Al-Aqsa: nazionalisti, comunisti, rivoluzionari, laici, religiosi, intellettuali, dirigenti e militanti; lo sciopero della fame é massiccio e trasversale e ha talmente spaventato i caporioni dell'occupazione ebraica da convincerli a mobilitare le loro squadre di sgherri più vili e crudeli, le cosiddette "unità speciali" Metzada e Nahshon che si sono scatenate ieri mattina contro la prigione di Nafha.

Coperti da un blackout appositamente indotto e saturando i bracci delle celle con gas asfissiante e urticante gli "eroici" componenti delle unità speciali ebraiche si sono abbandonati a un'orgia di violenza e sopraffazione a cui i detenuti, fiaccati dalle precedenti angherie e indeboliti anche dalla loro stessa forma di protesta non violenta, non hanno chiaramente potuto opporre resistenza.

Intanto nella mattinata di oggi il Movimento musulmano di Resistenza, Hamas, ha annunciato una serie di adunate, manifestazioni, sit-in e altre iniziative in tutta la Striscia di Gaza, per aiutare la consapevolezza e la partecipazione all'eroica opera di protesta dei prigionieri politici, alcuni dei quali, come Akram Mansour, hanno già iniziato a soffrire dei peggiori effetti collaterali dell'inedia. Il detenuto palestinese malato di cancro al cervello ha cominciato infatti a scivolare in coma.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

Nessun commento:

Posta un commento