martedì 8 novembre 2011

I cittadini turchi rifiutano di fare parte dello 'Scudo missilistico' a stelle e strisce: "non saremo la colonia militare di nessuno!"


Contrasti e ossimori della recente politica estera turca: se da una parte salutiamo col giusto entusiasmo le decisioni di Ankara di interrompere le relazioni con Israele e di premere l'acceleratore sulla piena autonomia e indipendenza del proprio settore delle tecnologie militari (come ampiamente riportato qui, qui, qui e qui) dall'altra parte non possiamo dirci preoccupati se non veramente sconcertati da certe improvvide iniziative come la 'sponda' offerta in terra turca ai cosiddetti 'oppositori' siriani (mercenari e criminali al soldo di Usa e Israele) la 'disponibilità' a ospitare un impianto radar del cosiddetto 'scudo missilistico' di Washington, bisognoso di nuovi punti d'appoggio visti i mal di pancia che ha suscitato in Est Europa.

Nel primo caso bisogna ricordare ai politici turchi che giocare il ruolo del Pachistan laddove gli Usa e Israele vogliano far fare alla Siria la fine dell'Afghanistan non é mossa avveduta né salutare, visto come si é ridotto attualmente il 'Paese dei Puri', letteralmente occupato e con la sovranità nazionale scempiata dalla 'Guerra di Obama', combattuta a colpi di droni assassini; nel secondo é chiaro che offrire ospitalità a strutture e apparati puntati contro l'Iran é una scelta che corre direttamente in senso contrario alla Storia, che vede l'influenza di Washington nella regione appannarsi e sgretolarsi tanto più rapidamente quanto quella di Teheran si consolida e si rafforza.

Di avviso non molto differente sono i cittadini turchi che recentemente si sono dati convegno per fondare la "Piattaforma contro lo Scudo missilistico di Malatya", impegnati in un massiccio drive per la raccolta di firme che ha ricevuto migliaia di adesioni da tutto il paese e che per il prossimo 19 novembre hanno messo in programma il loro primo raduno ufficiale. Il portavoce della Piattaforma, Ali Ekber Baytemur ha dichiarato: "Le nostre firme diranno forte e chiaro quanto siamo contrari a questo 'scudo', faremo resistenza a questo progetto in ogni modo e fino alla fine". Manifestazioni locali si sono già svolte a ripetizioni nel villaggio e nella provincia di Kurecik, dove dovrebbe sorgere l'impianto radar, a poca distanza dal confine con l'Iran.

Proprio in Iran il Presidente Ahmadinejad ha recentemente fatto riferimento alla questione del radar Usa in terra turca durante un'intervista rilasciata al quotidiano egiziano Al-Akhbar, dichiarando: "E' evidente che la questione (di questo impianto radar americano) é stata imposta alla nazione turca da politici miopi e superficiali, che non sanno valutare il reale e profondo interesse di coloro che li hanno messi al potere". Una sostanziale fetta dell'elettorato del partito AK attualmente al potere con la maggioranza parlamentare assoluta é decisamente contraria ai legami della Turchia con gli Usa e la Nato; questo nodo sarà sufficiente per scatenare frizioni, o addirittura scissioni, al suo interno?
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