mercoledì 7 marzo 2012

Il commento di Ali Reza Jalali sulle recenti elezioni parlamentari nella Repubblica Islamica!

E' con grande piacere che ospitiamo sulle nostre pagine un breve ma pognante e ben scritto commento alle recenti elezioni dei Majlis in Iran, vergato per noi da Ali Reza Jalali, giovane residente a Brescia recentemente laureatosi in Giurisprudenza con una tesi sulla forma di Governo della Repubblica Islamica tra Costituzione e Islam sciita. Sperando che i nostri lettori abituali apprezzino le righe di questo nuovo collaboratore di "Palaestina Felix" ci riserviamo di valerci in futuro delle sue abilità per altre analisi e apprezzamenti su politica e società iraniana.

Le ultime elezioni politiche nella Repubblica islamica dell’Iran, svoltesi la scorsa settimana, hanno attirato l’attenzione dei media di tutto il mondo. Volendo fare un’analisi della tornata elettorale per il rinnovo del parlamento di Tehran, si può confermare prima di tutto l’alta affluenza, intorno al 65% degli aventi diritto, risultato ottimo se paragonato alle elezioni di alcuni Paesi “democratico liberali”, dove sistematicamente più della metà degli elettori non si reca alle urne, screditando notevolmente le pretese di effettiva rappresentatività democratica. Ad esempio alle elezioni americane spesso non si raggiunge il 50% della partecipazione, pure durante ogni discorso sullo 'Stato dell'Unione' o ogni concione all'ONU o altra assemblea internazionale i rappresentanti degli Usa pretendono di parlare a nome del 'popolo americano'.

Questo è un chiaro messaggio degli iraniani al mondo: la nazione indipendente e fiera dell’Iran non abbasserà la testa difronte alle potenze imperialiste che un giorno sì e l’altro pure minacciano la Repubblica Islamica di sanzioni, attacchi assassini e raid aerei di vario genere. Ancora una volta gli iraniani hanno rinnovato la loro fedeltà alla forma di governo scaturita dalla Rivoluzione del 1979 e ai suoi valori progressisti. Per ciò che riguarda la situazione interna all’Iran, la maggioranza relativa dei seggi andrà alla lista del “Fronte Unito dei Tradizionalisti”, guidati dall’attuale Presidente del Parlamento Ali Larijani, critico nei confronti del Presidente della Repubblica Ahmadinejad, soprattutto per le politiche economiche di quest’ultimo. L’ago della bilancia però sarà rappresentato dal ruolo dei candidati indipendenti, poco meno di 100 su un totale di 290 deputati (secondo l’agenzia stampa “Mehr” gli indipendenti sarebbero una settantina); l’alleanza di questi neoparlamentari con il “Fronte Unito” o con i sostenitori del Presidente, di volta in volta, su ogni disegno di legge, farà prevalere gl orientamenti dei primi o quelli di Ahmadinejad.
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