Visualizzazione post con etichetta Rivoluzione Iraniana. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Rivoluzione Iraniana. Mostra tutti i post

venerdì 26 aprile 2019

Onoriamo la memoria del martire Majid Qorbankhani, volontario iraniano caduto in Siria contro i terroristi takfiri!

Quello che vedete nella foto è Majid Qorbankhani.

Uno delle centinaia di Iraniani che hanno risposto generosamente alla richiesta di aiuto della Siria, colpita e ferita quasi a morte da centinaia di migliaia di mercenari takfiri stranieri spediti contro di lei da Riyadh, Washington, Londra e Tel Aviv.

Fin dai tratti del suo viso se ne evince la profonda umanità e nobiltà d'animo.
Majid é caduto in battaglia e il suo popolo lo ha ricordato con una grandiosa cerimonia funebre, di cui vi presentiamo alcuni scatti.

lunedì 12 febbraio 2018

L'Iran Rivoluzionario: barriera contro il terrorismo al soldo dell'imperialismo americano e sionista!

In questa mappa ogni segno a forma di stella indica la provenienza di un martire caduto in Irak o in Siria nella lotta contro l'ISIS e Al Nusra. Onore a tutti i caduti, il loro sangue si é versato non solo in difesa degli Irakeni e dei Siriani ma anche in difesa degli Iraniani visto che i mostri di Tel Aviv e di Washington non desidererebbero altro che vedere Teheran e Isfahan nelle stesse condizioni di Aleppo e Mosul attuali.
Si festeggia in questi giorni il 39esimo Anniversario della Rivoluzione Islamica Iraniana.

Soltanto il gran numero di eventi lieti e favorevoli finora occorsi ci ha impedito di dedicare uno spazio adeguato a questa ricorrenza.

Lo facciamo ora riproponendo una adeguata chiave di lettura storica per essa, che originariamente abbiamo pubblicato su diversi siti.

il Popolo Iraniano, al culmine di diciassette mesi di mobilitazione crescente, che sfociarono in venti settimane di scioperi quasi continui tra agosto e dicembre 1978, costringeva il pupazzo di Washington Reza Palhavi ad abbandonare il paese per l'Egitto (appena passato nel campo imperialista per il vergognoso voltafaccia di Sadat). Il Governo militare dichiarato alla sua partenza non riuscì a tenere sotto controllo la situazione, troppo deteriorata da decenni di scandalosa corruzione, asservimento a interessi stranieri, sperpero di risorse pubbliche e ridicoli tentativi di 'americanizzazione' di una delle Culture più antiche e orgogliose della Terra. Il primo febbraio Ruhollah Khomeini, esiliato prima in Turchia, poi in Irak, infine a Parigi, tornava nel paese accolto da folle di milioni di persone che lo festeggiarono con gioia quasi frenetica. Fino al 10 febbraio '79 si registrarono futili tentativi del Governo militare di contrastare la volontà popolare di consegnare a Khomeini la guida del paese (dieci giorni di Fajr); il giorno successivo i sostenitori dell'Ayatollah di Markazi ebbero finalmente la meglio e venne dichiarata la Repubblica Islamica dell'Iran.

giovedì 24 aprile 2014

Trentaquattresimo anniversario del disastro iraniano di Jimmy Carter: la fallimentare operazione 'Eagle Claw'!!

Piano escogitato da qualche 'testa d'uovo' del Pentagono che poi si sarà riciclato come sceneggiatore per Hollywood l'Operazione Eagle Claw voleva liberare il personale del 'Nido di Spie' scoperto dalla vigilanza rivoluzionaria iraniana e trattenuto a Teheran con un raid di forze speciali che avrebbe dovuto portare con elicotteri i liberati fino a un C-130 equipaggiato con razzi sotto le ali che gli avrebbero dovuto consentire di decollare in uno spazio molto ristretto.

Il piano fallì quasi subito quando una tempesta ingolfò il convoglio di elicotteri e aeroplani facendoli scontrare tra loro e precipitare al suolo.

Anche quest'anno la Repubblica Islamica dell'Iran festeggia l'anniversario di quell'imbarazzante debacle dell'arroganza imperialista yankee, dalla redazione di PALAESTINA FELIX va al Popolo e al Governo dell'Iran un caloroso messaggio di amicizia e solidarietà!

Possa Eagle Claw rimanere per sempre l'ultima occasione in cui un militare Usa abbia messo piede sul sacro suolo di Persia!!!!

lunedì 4 novembre 2013

34 anni fa l'Iran mostrava al mondo che le ambasciate USA sono fogne di spionaggio, oggi il Datagate riprova quella verità!

Nel 1979 la Repubblica Islamica dell'Iran si difendeva dai complotti revanscisti orditi all'interno dell'ambasciata USA occupandola e prendendo in ostaggio il personale presente, tra cui numerosissimi agenti della CIA e di altre agenzie di spionaggio. All'epoca sedicenti 'democratici', filosionisti, imperialisti di ogni colore e 'dirittoumanisti' assortiti saltarono sulle sedie gridando alla 'violazione' di chissà quali principi (la violazione della volontà popolare iraniana che aveva cacciato lo Shah corrotto con la Rivoluzione, evidentemente, per costoro non contava...), ma la giovane repubblica rivoluzionaria tenne duro e difese la propria scelta ribadendo la necessità di interrompere le attività nocive in atto in quella pretesa 'rappresentanza diplomatica'.

Oggi, alla luce delle rivelazioni del 'Datagate' tutto il mondo deve ammettere quanto estese e perniciose siano le attività di spionaggio americane, che, lungi dal concentrarsi solo contro 'nemici' si concentrano anche contro pretesi amici ed alleati come i paesi europei e altri ancora, a dimostrazione che gli Stati Uniti non provano amicizia o lealtà per nessuno.

Nel 34esimo anniversario di quello storico momento in cui il popolo iraniano agì come un sol uomo per difendere le proprie scelte e la sua autonomia nel decidere del proprio destino il resto del mondo deve ammettere, obtorto collo, che quello stesso popolo era oltre trent'anni avanti sul calendario della Storia e, al giorno d'oggi, continua a esserlo nella costruzione di una società più giusta.

domenica 10 febbraio 2013

Teheran e tutto l'Iran celebrano con entusiasmo il 34esimo anniversario della Rivoluzione Islamica!

Sono giunte al culmine, nella capitale Teheran così come in tutto il paese, i dieci giorni di celebrazioni per il 34esimo anniversario della Rivoluzione Islamica, che diede completezza al movimento di protesta che contestava lo Shah Reza Palhevi, burattino asservito a Stati Uniti e Israele e che ha guidato l'Iran attraverso più di un trentennio di difficili sfide, tutte superate e vinte brillantemente.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

giovedì 31 gennaio 2013

La Repubblica Islamica iraniana festeggia da stamane l'anniversario del ritorno in patria dell'Ayatollah Khomeini!

Dalle 9 e 30 di stamattina in tutto il territorio della Repubblica Islamica dell'Iran hanno preso il via le cerimonie di commemorazione per il 34esimo anniversario del rientro in patria da Parigi dell'Ayatollah Ruollah Khomeini, esiliato per quindici anni dal regime del tiranno Reza Palhevi, servo di Washington e Tel Aviv. Il ritorno di Khomeini in patria segnò il 'cambio di passo' del processo rivoluzionario e l'accelerazione decisiva verso la proclamazione della Repubblica Islamica, che sbarrò definitivamente la strada a qualsiasi possibilità di "ritorno al passato".

In uno scenario mediorientale dove le grandi speranze suscitate nel 2011 dagli eventi della "Primavera Araba" hanno lasciato il campo all'incertezza se non alla recriminazione per i loro sviluppi variamente indecisivi, quando non addirittura retrogradi o vulnerabili a "ritorni di fiamma" filo-imperialisti, la Rivoluzione Iraniana si conferma un evento del tutto eccezionale ed epocale, essendo stata indirizzata su binari solidi e tetragoni a qualunque 'deviazione' da una spinta ideale, sociale e nazional-popolare che non ha eguali in nessun processo rivoluzionario coevo o successivo.

Le celebrazioni troveranno il loro culmine il prossimo 10 febbraio nella Giornata del Trionfo Rivoluzionario.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

venerdì 2 novembre 2012

Celebrazioni in Iran per il 33esimo anniversario dell'irruzione nel "covo di spie" dell'ambasciata Usa!

Iraniani di ogni origine, strato e condizione hanno oggi dato inizio alle celebrazioni che segnano il 33esimo anniversario del glorioso "blitz" contro il nido di vipere dell'ambasciata Usa, divenuta dopo la vittoriosa Rivoluzione Islamica "centrale di sabotaggio e spionaggio" che mirava a far collassare lo sforzo generoso di milioni di cittadini che si erano levati a spodestare in nano Reza Palhavi, burattino di Usa e Israele.
Ridotti all'impotenza i lacché dell'imperialismo a stelle e strisce vennero trattenuti come ostaggi, permanenza durante la quale non mancarono i gesti di umanità della neonata Repubblica Islamica verso i prigionieri: come l'offerta di liberare per primi quelli di etnia nera in quanto essi stessi oppressi e discriminati nella loro stessa patria. L'analisi dei documenti sequestrati nella sede diplomatica dimostrò in seguito come l'intervento degli studenti e degli attivisti arrivò appena in tempo vista la profondità e la gravità degli atti contro-rivoluzionari che in essa si andavano preparando.

Il tentativo cervellotico e velleitario del Presidente Carter (malconsigliato dagli analisti militari) di liberare gli ostaggi con un colpo di mano finito in barzelletta é ancora ricordato come una tra le più gustose debacle dell'arroganza Usa.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

giovedì 18 ottobre 2012

Grande esercitazione a Teheran per quindicimila membri della milizia popolare Basij!

I Basij, la milizia volontaria che salvò la Repubblica Islamica dall'aggressione concertata degli alfieri dell'arroganza imperialista globale coalizzatisi nel sostenere Saddam Hussein e la sua guerra di aggressione contro Teheran, si mobiliteranno domani in massa per una colossale esercitazione che vedrà circa quindicimila di loro, sotto la guida e la supervisione dello Stato Maggiore della Guardia Rivoluzionaria (IRGC) impegnati per tre giorni proprio nelle zone Orientali della capitale e nei distretti immediatamente circostanti.

La manovra, soprannominata "Ala Beit Ol Moqaddas", é stata decisa alcune settimane fa come prova di sdegno e determinazione di fronte alle vigliacche e blasfeme offese mosse contro il Profeta dell'Islam da parte del 'regista' Sam Bacile e dei suoi finanziatori sionisti, produttori di un film di propaganda islamofoba. Come gesto d'inizio dell'esercitazione i Basij si riuniranno in Piazza della Palestina per una dimostrazione. In seguito si impegneranno in esercizi di combattimento contro minacce convenzionali e contro la sedizione organizzata.

I Basij si sono distinti nel 2009 per il loro impegno nello sventare i tentativi di sobillazione voluto dalle potenze imperialiste che cercarono di sabotare con vili accuse propagandistiche il regolare corso delle elezioni presidenziali.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

sabato 23 giugno 2012

Alto chierico sciita iraniano dichiara: "La caduta degli Al-Saoud e degli Al-Khalifa é prossima!"

In un sermone recitato nella giornata di ieri il Grande Ayatollah Hussein Nour Hamedani, istruttore di seminario nella città sacra di Qom, dove l'elite religiosa sciita si reca a perfezionare le proprie credenziali teologiche e giuresprudenziali (come negli scorsi anni ha fatto anche l'influente e popolare leader sciita irakeno Moqtada al-Sadr, prima di tornare definitivamente in patria), ha definito "Inevitabile e imminente" la caduta delle dinastie sunnite che attualmente regnano su Arabia Saudita e sul Barhein, la prima opprimendo e depredando delle ricchezze naturali una sostanziosa minoranza sciita stanziata sulla costa orientale della Penisola Arabica, la seconda tiranneggiando una popolazione che é in stragrande maggioranza sciita e che si vide imporre un sovrano dispotico e non desiderato dall'intrigante colonialismo inglese di inizio secolo, ansioso di procurarsi 'sovrani amici' e basi sicure da cui controllare il flusso del petrolio persiano necessario alle navi della Marina Britannica, passate dalla propulsione a carbone a quella a nafta.
Hamedani ha definito i sovrani Sauditi e Bahreini "cani al servizio dell'imperialismo Usa, ansiosi di mettere in pratica gli ordini della Casa Bianca" e ha stimolato i musulmani, di qualunque setta e tendenza, a non restare in silenzio e a mobilitarsi per cacciare dagli scranni del potere dirigenti così compromessi con i peggiori nemici della Umma islamica e delle popolazioni oppresse di tutto il mondo facendo inoltre notare che é "grazie agli atti estremisti sostenuti e finanziati da questi sovrani corrotti che una falsa e tendenziosa immagine dell'Islam si diffonde nel mondo".
Il Grande Ayatollah ha indicato nei movimenti del Risveglio Islamico che via via si sono diffusi in tutto il mondo musulmano e vanno aumentando sempre di più la loro intensità e la loro vastità la forza che porterà questi come già altri iniqui regimi della regione a crollare e condurrà i loro rappresentanti alla stessa, ignominiosa e illamentata fine dell'Ex-scià di Persia, scalzato dall'onda potente della Rivoluzione Islamica e mandato a morire in esilio. "Presto anche gli Al-Khalifa e gli Al-Saoud conosceranno il destino che fu di Pahlavi!".
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

martedì 8 maggio 2012

Eccezionale reportage fotografico di "Palaestina Felix" mostra giovani reclute iraniane della Guardia Rivoluzionaria in addestramento!

In questo eccezionale documentario fotografico che "Palaestina Felix" presenta in esclusiva per l'Italia si vedono le prime fasi dell'addestramento di un gruppo di giovani reclute del Corpo della Guardia Rivoluzionaria della Repubblica Islamica dell'Iran.
Nell'occidente superificiale e corrotto, gruppi di bamboccioni che vogliono 'giocare al soldato' spendono migliaia di Euro in fucili finti e uniformi; nella Repubblica Islamica invece si serve nella Guardia Rivoluzionaria, nei Basij e nelle Forze Armate perché si sa che la Patria corre un serio pericolo e che un domani le conquiste della Rivoluzione Islamica che ha tratto decine di milioni di persone dalla povertà e dall'analfabetismo, garantendo educazione, sanità, lavoro a tutti potrebbero essere messe in pericolo da un attacco americano o sionista.
Notate l'assenza di ogni atteggiamento smargiasso, di ogni 'rambismo', di ogni ridicola postura che invece regolarmente contraddistingue la maniera propagandistica con cui vengono raffigurati i membri degli eserciti imperialisti, inviati a morire in terre lontane per gli interessi di una ristrettissima cricca di privilegiati: banchieri, parassiti della finanza e altri sfruttatori.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

venerdì 27 aprile 2012

La Repubblica Islamica iraniana celebra il 32esimo anniversario del fallito 'raid' Usa contro Teheran

Il 4 novembre 1979 il Popolo dell'Iran, esasperato dai tentativi dell'imperialismo americano di deviare la sua Rivoluzione e riportare sul trono il corrotto Scià Reza Palhevi attaccava il "nido di spionaggio" celato all'interno dell'ambasciata americana e prendeva in ostaggio gli agenti della CIA e il resto del personale in essa presente.
Nella notte tra il 24 e il 25 aprile successivi, malconsigliato da generali che troppo si erano esaltati su film e romanzetti d'azione, il Presidente Carter dava il via a un "raid" armato che avrebbe dovuto permettere di liberare con la forza i prigionieri e farli volare via su un C-130 appositamente modificato con razzi sotto le ali per permettergli un decollo da una pista eccezionalmente stretta.
Ovviamente il tutto si concluse con un disastro, una colossale figuraccia degli imperialisti yankee, otto morti, quattro feriti (tutti americani) e una grande vittoria di immagine per l'Iran che catturò anche 5 elicotteri degli aggressori. Negli scorsi giorni alti rappresentanti delle Forze armate di Teheran hanno celebrato a Tabas, luogo del fallito atterraggio degli attaccanti, il 32esimo anniversario dell'evento, ospitando anche una delegazione della Repubblica Democratica Popolare della Nordkorea, uno dei pochi stati che nel corso della Guerra Iran-Irak si schierò con l'Iran anziché con Saddam Hussein.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

mercoledì 11 aprile 2012

Vergognoso! Il figlio del tiranno Reza Pahlevi chiede aiuto al regime ebraico per abbattere la Repubblica Islamica


In una dimostrazione di vigliaccheria, meschinità e mancanza di autostima e orgoglio personale che bene danno la misura della bassezza morale dell'individuo in questione il figlio dell'ex tiranno filo-occidentale di Teheran, quello Shah Reza Palhevi cacciato dalle masse infiammate dal messaggio di riscossa lanciato da Khomeini e dagli altri predicatori della Rivoluzione Islamica e vissuto da esule nei palazzi degli altri servi di Washington fino a morire di cancro al Cairo (allora governato dal traditore del nasserismo Anwar Sadat) si é abbassato a baciare gli stivali sionisti ancora umidi del sangue delle ultime vittime palestinesi e arabe della repressione sionazista. delle trame del Mossad in Siria e, se vogliamo, anche del sangue degli scienziati iraniani uccisi dai terroristi MKO al servizio del Mossad, morti per non essersi fatti intimidire dalle minacce di Tel Aviv.

Riempiendosi la bocca in inani e inconsistenti riferimenti al passato pre-islamico della Persia (chissà se questo leccapiedi dell'Occidente ha gradito la visione razzista, offensiva, superficiale e stupida della civiltà persiana offerta in certi mediocri 'kolossal' della cinematografia recente, vorremmo proprio saperlo!) e balbettando incoerenti appelli a inesistenti 'rivoluzioni verdi' il bamboccio in questione si é presentato su un canale televisivo sionista a impetrare l'aiuto degli invasori e degli stupratori della Palestina per 'rovesciare' la Repubblica Islamica, come se covasse in qualche maniera irrazionale la speranza di poter posare le sue poco auguste natiche sul trono che suo padre occupava al tempo in cui le donne iraniane morivano di parto come nei paesi africani e l'analfabetismo raggiungeva in certe province la percentuale del 70 per cento.

Prima di terminare la sua irritante e vergognosa giaculatoria il figlio del tiranno esiliato ha trovato modo di scondinzolare di fronte ai suoi padroni sionisti esprimendo il 'desiderio' di incontrare personalmente il criminale di guerra Shimon Peres e l'attuale Primo Ministro Benji Netanyahu per poterli meglio supplicare di 'intervenire' contro la Repubblica Islamica. Forse pensa di riuscire a convincerli ad assassinare altri iraniani che negli ultimi trentatrè anni dal 1979 a oggi sono riusciti a costruire un Iran più ricco, prospero, avanzato socialmente, culturalmente e tecnologicamente di quanto il suo illamentato padre e la sua schiatta di satrapi corrotti non siano mai riusciti nemmeno a sognare.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

mercoledì 7 marzo 2012

Il commento di Ali Reza Jalali sulle recenti elezioni parlamentari nella Repubblica Islamica!

E' con grande piacere che ospitiamo sulle nostre pagine un breve ma pognante e ben scritto commento alle recenti elezioni dei Majlis in Iran, vergato per noi da Ali Reza Jalali, giovane residente a Brescia recentemente laureatosi in Giurisprudenza con una tesi sulla forma di Governo della Repubblica Islamica tra Costituzione e Islam sciita. Sperando che i nostri lettori abituali apprezzino le righe di questo nuovo collaboratore di "Palaestina Felix" ci riserviamo di valerci in futuro delle sue abilità per altre analisi e apprezzamenti su politica e società iraniana.

Le ultime elezioni politiche nella Repubblica islamica dell’Iran, svoltesi la scorsa settimana, hanno attirato l’attenzione dei media di tutto il mondo. Volendo fare un’analisi della tornata elettorale per il rinnovo del parlamento di Tehran, si può confermare prima di tutto l’alta affluenza, intorno al 65% degli aventi diritto, risultato ottimo se paragonato alle elezioni di alcuni Paesi “democratico liberali”, dove sistematicamente più della metà degli elettori non si reca alle urne, screditando notevolmente le pretese di effettiva rappresentatività democratica. Ad esempio alle elezioni americane spesso non si raggiunge il 50% della partecipazione, pure durante ogni discorso sullo 'Stato dell'Unione' o ogni concione all'ONU o altra assemblea internazionale i rappresentanti degli Usa pretendono di parlare a nome del 'popolo americano'.

Questo è un chiaro messaggio degli iraniani al mondo: la nazione indipendente e fiera dell’Iran non abbasserà la testa difronte alle potenze imperialiste che un giorno sì e l’altro pure minacciano la Repubblica Islamica di sanzioni, attacchi assassini e raid aerei di vario genere. Ancora una volta gli iraniani hanno rinnovato la loro fedeltà alla forma di governo scaturita dalla Rivoluzione del 1979 e ai suoi valori progressisti. Per ciò che riguarda la situazione interna all’Iran, la maggioranza relativa dei seggi andrà alla lista del “Fronte Unito dei Tradizionalisti”, guidati dall’attuale Presidente del Parlamento Ali Larijani, critico nei confronti del Presidente della Repubblica Ahmadinejad, soprattutto per le politiche economiche di quest’ultimo. L’ago della bilancia però sarà rappresentato dal ruolo dei candidati indipendenti, poco meno di 100 su un totale di 290 deputati (secondo l’agenzia stampa “Mehr” gli indipendenti sarebbero una settantina); l’alleanza di questi neoparlamentari con il “Fronte Unito” o con i sostenitori del Presidente, di volta in volta, su ogni disegno di legge, farà prevalere gl orientamenti dei primi o quelli di Ahmadinejad.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

venerdì 2 marzo 2012

48 milioni di elettori alle urne in Iran, di essi ben quattro milioni sono giovani che votano per la prima volta!


Secondo i rapporti pubblicati dal Ministro degli Interni Mostafa Mohammad Najjar verso mezzogiorno ora locale i primi dati riguardo alle none elezioni parlamentari della Repubblica Islamica dell'Iran indicano che la percentuale di coloro che si sono recati alle urne si sarebbe ulteriormente alzata rispetto alla pur rispettabile quota stabilita quattro anni fa alla stessa ora, segno evidente dell'interesse e della sensibilità della cittadinanza iraniana per il processo politico che, nel rispetto delle linee-guida tracciate dalla Guida Suprema Ayatollah Khomeini dopo la vittoria schiacciante dei "sì" per la Repubblica Islamica nel referendum del 1 aprile 1979, ha garantito al paese indipendenza, autonomia e una via nazionale verso lo sviluppo, libera dai condizionamenti e dai ricatti dell'Occidente imperialista.

Oltre 48 milioni di cittadini iraniani potranno esprimere le loro preferenze in queste elezioni parlamentari, dove i seggi dovrebbero chiudere alle 18 ora di Teheran ma, come sembra probabile, se saranno presenti ancora lunghe file di elettori in attesa i presidenti delle sezioni elettorali dovrebbero concedere delle estensioni per permettere di esaurire le code. Una importante lezione di partecipazione democratica agli esangui stati occidentali, dove si parla di "alta affluenza alle urne" quando si supera il 60 per cento dei votanti e dove negli Usa, tanto per fare un esempio, il Presidente viene eletto ormai da molti decenni da una percentuale di votanti inferiore al 45 per cento degli aventi diritto.

Secondo il Presidente della Commissione Elettorale Sowlat Mortazavi ci vorranno 48 ore per annunciare i risultati dei piccoli e medi centri e delle città minori: aree più popolate come Teheran, Mashad, Esfahan potrebbero avere bisogno fino a 24 ore in più per esaurire il processo di spoglio e conteggio dei voti. Gli osservatori politici internazionali attendono con interesse di vedere se premiati dall'elettorato usciranno i candidati vicini alla Guida Suprema Ayatollah Ali Khamenei riuniti sotto la lista "Fronte Unito dei Princìpi" o invece i fedeli del Presidente Ahmadinejahd della lista "Fede e Giustizia": i primi sono favorevoli allo Status Quo e a una difesa delle conquiste della Rivoluzione vista come 'sopravvivenza della Repubblica Islamica', i secondi invece vorrebbero un nazionalismo populista dove la fede promana dalle Masse e la tradizionale gerarchia religiosa perderebbe un po' di influenza e importanza e un ruolo più attivo nella politica regionale.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

venerdì 10 febbraio 2012

Teheran in fermento per la prossima visita di Haniyeh, che arriverà proprio nell'anniversario della Rivoluzione!


Nel corso del suo secondo "tour diplomatico" che finora lo ha portato a visitare Qatar, Bahrein e Kuwait il Primo Ministro palestinese Ismail Haniyeh arriverà nella giornata di oggi a Teheran, capitale della Repubblica Islamica dell'Iran e tappa fondamentale di questo suo nuovo periplo. Se infatti gli sceiccati del Golfo si profondono a parole in apprezzamenti e promesse di sostegno (soprattutto economico) alla causa palestinese, salvo poi correre ad accucciarsi ai piedi dei loro padroni americani e sionisti appena svoltato l'angolo non si può dire che l'atteggiamento iraniano dalla Rivoluzione Islamica in poi sia stato altro che quello di affidabile e sincera solidarietà per la Causa e la sofferenza del popolo di Palestina.

Il fatto che poi l'arrivo di Haniyeh coincida proprio con la fase culminante e più intensa delle celebrazioni per il trentatreesimo anniversario della cacciata del tiranno filoamericano e filoisraeliano Reza Palhevi, non farà che rendere ancora più unica e memorabile questa occasione, i cui dettagli restano ancora coperti dal più stretto riserbo: a parte il fatto che ad attendere Haniyeh all'aeroporto della capitale vi sarà il Vice di Ahmadinejad Mohammad Reza Rahimi infatti, non si sa ancora niente di ufficiale riguardo la scansione degli incontri, dei vertici e della partecipazione dell'illustre ospite alle celebrazioni della Rivoluzione.

E' tuttavia sicuro che Haniyeh sarà ospite dell'Università di Teheran che lo insignirà di una laurea ad honorem e che in seguito a ciò terrà una lectio magistralis.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

sabato 4 giugno 2011

Leader religioso egiziano sprona i musulmani alla solidarietà con i Palestinesi, saluta le nuove relazioni tra Egitto e Iran!


Il prestigioso e rinomato leader religioso Jamaluddin Qutb, che guida la preghiera del venerdì nella più importante moschea del Cairo e che insegna alla prestigiosa Università di Al-Azhar ha espresso, durante il suo sermone di ieri "profonda delusione" rispetto a quella che ha definito come "perdurante incapacità" della comunità araba e musulmana di confrontare le atrocità israeliane contro il Popolo di Palestina.

"Mente i musulmani abitano 54 nazioni nel mondo e ammontano a quasi due miliardi di persone i politici sionisti e filosionisti in Israele e in Occidente, pur ammontando a una infima frazione di questo numero continuano a occupare la Palestina e lanciano aggressioni, invasioni e provocazioni in tutto il mondo islamico", ha articolato Qutb durante un servizio religioso in onore dell'anniversario della morte dell'Ayatollah Khomeini.


Citando e commentando alcuni passi del Corano il leader religioso ha fatto appello alla solidarietà tra musulmani che deve estendersi a tutti i campi "Inclusi quello economico, politico e militare; se riusciremo a rafforzarci vicendevolmente in tutti questi aspetti allora il sionismo internazionale sarà costretto a mangiare la polvere". Ricordando le numerose similitudini tra la Rivoluzione iraniana del 1979 e quella egiziana del 2011 Qutb ha lodato i recenti passi avanti per il ristabilimento di relazioni amichevoli tra il Cairo e la Repubblica islamica".


Qutb nel suo discorso ha inoltre sottolineato come il definitivo trionfo degli elementi religiosi della Rivoluzione iraniana sia avvenuto l'11 febbraio del '79, lo stesso giorno in cui, nel 2011, il corrotto tiranno filo-israeliano e filo-americano Hosni Mubarak ha ufficialmente rassegnato le sue dimission, indicando come, a suo dire, la coincidenza indichi un collegamento e una continuità provvidenziale tra i due eventi.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

giovedì 2 giugno 2011

Nutrita delegazione egiziana in visita a Teheran, si rafforza l'asse Egitto-Iran!!



Come é possibile vedere riportato nell'estensivo e dettagliato servizio televisivo andato recentemente in onda sull'emittente iraniana di lingua inglese PressTV una nutrita delegazione di rappresentanti politici, culturali e religiosi egiziani ha raggiunto 48 ore fa la capitale Teheran per una cinque-giorni nella Repubblica islamica. Commentando l'importante sviluppo nella costruzione di rapporti fruttuosi e amichevoli con l'Egitto post-Mubarak il Ministro degli Esteri iraniano Ali Akbar Salehi ha dichiarato: "Questo viaggio di amicizia, cui partecipano rappresentanti di prestigiose istituzioni accademiche come l'Università Al-Azhar e anche membri della comunità cristiana copta, misura i progressi rapidi e irreversibili che i nostri paesi stanno facendo per colmare un trentennio di mancata comunicazione a causa delle politiche filo-imperialiste e filo-sioniste seguite da Hosni Mubarak.


L'Egitto, infatti, interruppe tutti i contatti con l'Iran all'indomani della cacciata del tiranno filo-occidentale, Reza Palhevi, arrivando persino a offrire 'asilo politico' allo Scià deposto, che infatti morì, illamentato, al Cairo, visto che il dittatore egiziano aveva respinto tutte le richieste di estradizione della Repubblica islamica. Come passo verso il ristabilimento di normali relazioni diplomatiche Salehi e la sua attuale controparte egiziana, Nabil al-Arabi, si sono confrontati a lungo la scorsa settimana a lato della Sedicesima Conferenza dei Ministri degli Esteri dei Paesi Non-Allineati, tenutasi a Bali, in Indonesia.

Contemporaneamente, il Presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejahd ha dichiiarato che l'Egitto e l'Iran hanno sfide e obiettivi comuni di fronte a loro e che quanti si oppongono al miglioramento delle loro relazioni reciproche sono gli stessi che vorrebbero continuare a mantenere la loro egemonia in Medio Oriente e Nordafrica secondo il vecchio adagio del "divide et impera", nello specifico gli Stati Uniti e lo Stato sionista. "L'egemonia sionista e americana non soltanto é ostile alla Rivoluzione egiziana quanto lo é stata alla Rivoluzione iraniana, ma teme in massimo grado il ristabilirsi di normali e amichevoli relazioni tra i nostri paesi perché vede in ciò un ulteriore passo lungo il sentiero del totale e irreparabile rovesciamento degli equilibri di potere regionali a suo sfavore".
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.