giovedì 1 marzo 2012

L'Agenzia Spaziale Iraniana fa il punto su un anno di attività e delinea gli obiettivi per i prossimi dodici mesi!


Avvicinandosi la fine dell'anno secondo il calendario iraniano (il nuovo anno lunare prenderà il via il 20 marzo 2012) l'Agenzia Spaziale di Teheran sta tirando i bilanci di un anno ricco di risultati, successi e soddisfazioni e si prepara ad affrontarne uno ancora più gravido di sfide, ma, proprio per questo motivo, anche più promettente di quello appena trascorso. Il Capo dell'Agenzia Spaziale Hamid Fazeli indica nel lancio del satellite "Fajr", inizialmente previsto per queste settimane, il primo obiettivo da "mettere al sicuro"; lo spostamento del lancio previsto per questo periodo non deve trarre in inganno, forse é solo il perfezionismo a spingere gli uomini dell'ISA alla prudenza ma la anticipata disponibilità di nuovi modelli di simulazione per minimizzare gli imprevisti li ha convinti dell'opportunità di effettuare ulteriori test anche con questi strumenti, prima di procedere alla effettiva messa in orbita del satellite.

Pesante sessanta chilogrammi e studiato per rimanere sospeso attorno alla Terra all'altitudine di 400 Km 'Fajr', alimentato dalle sue cellule fotovoltaiche, fornirà importantissimi dati per l'agricoltura, la conservazione delle foreste e del patrimonio naturale iraniano, la protezione civile e altri impieghi ancora. Entro il prossimo settembre, poi, sarà la volta di "Tolou" (Sol Levante) a levarsi da terra, portato dal vettore "Simorgh" (Fenice); l'utilizzo del Simorgh rappresenterà il trampolino ideale per il progressivo aumento delle capacità di portata dei vettori iraniani che nei prossimi anni diventeranno capaci di portare in orbita carichi fino a una tonnellata di stazza.

Con il passare del tempo e l'aumentare e il raffinarsi delle conoscenze dei suoi scienziati, ingegneri e tecnici la Repubblica Islamica Iraniana, che ratifica e rispetta il trattato del Comitato ONU per lo Sfruttamento Pacifico dell Spazio Cosmico, conta di arrivare, sperabilmente entro il 2020, a riuscire a mandare in orbita un equipaggio umano, entrando così nel ristretto club delle potenze che sono riuscite a compiere una missione astronautica con le loro sole risorse (insieme a Unione Sovietica, Stati Uniti, Repubblica Popolare Cinese).
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