sabato 28 luglio 2012

Iran e Siria rinnovano e approfondiscono gli accordi nei campi idrico ed elettrico: la Repubblica Islamica sempre più a fianco di Damasco!

Differenze etiche e morali tra Stati: mentre l'avida e vorace piovra sionista affonda i suoi tentacoli idrovori nelle sorgenti del Nilo affidando grazie all'inane servilismo del 'cameriere negro' Salva Kiir il compito di prosciugarle e depredarle alle infami "Israeli Military Industries" il Ministro dell'Energia della Repubblica Islamica dell'Iran ha siglato insieme ai suoi colleghi siriani Imad Khamis (Ministro dell'Elettricità) e Bassam Hannah (Ministro delle Risorse Idriche) un Memorandum per intensificare la cooperazione nei campi delle infrastrutture elettriche e idriche in maniera da rendere i legami tra i due paesi sempre più stretti e intensi e risolvere i gravi problemi sorti negli ultimi anni in Siria a causa dell'aumento della popolazione e dello stress che questo ha comportato sulle reti distributive.
In una prima fase la Repubblica Islamica esporterà verso la Siria 50 MW d'energia e in un secondo momento 200 ma questo sarà solo un passo di un percorso che porterà tecnici e ingegneri iraniani a rinnovare, modernizzare e costruire nuove piccole e medie centrali elettriche in grado di servire cittadine e conurbazioni di medie e medio-grandi dimensioni e poi diffondere nelle zone rurali piccoli ed efficienti impianti locali (eolici, fotovoltaici) in maniera da rendere quanto più autonomi possibile anche i piccoli insediamenti. Altri progetti menzionati dal memorandum includeranno la raccolta differenziata dei rifiuti e la costruzione di nuove dighe e centrali idroelettriche.

Nell'occasione della firma i Ministri siriani e iraniano hanno anche approfittato dell'occasione per ribadire che, come la Repubblica Araba siriana non indietreggiò dalla sua posizione di aiuto e amicizia verso la Repubblica Islamica anche negli anni più difficili dalla cacciata dello Shah fino alla fine della guerra con l'Irak (1979-1988) così ora Teheran non ha nessuna intenzione di 'sganciarsi' da Damasco, nonostante i difficili momenti vissuti dalla nazione a causa della presenza di mercenari e terroristi stranieri finanziati da Arabia Saudita, Qatar e Turchia su ordine di Usa e Israele; nemmeno i rapimenti di personale tecnico iraniano (fortunatamente sempre risolti con successo dalle autorità locali) sono riusciti a indebolire questa determinazione.
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