mercoledì 4 luglio 2012

Sabha: "La situazione al varco di Rafah é ancora lontana dall'ideale!" ma forse l'assedio alla Striscia ha i giorni ormai contati!

 Il Direttore del Dipartimento dei confini presso il Ministero dell'Interno del legittimo Governo palestinese, Maher abu Sabha, ha recentemente confermato che l'incremento del numero dei transiti permessi dalla Striscia di Gaza verso l'Egitto attraverso il valico di Rafah, autorizzato negli ultimi giorni dalle autorità del Cairo, si sta rivelando "a malapena bastevole" per compensare i gravi disagi dovuti alla totale chiusura del varco durante le operazioni di voto presidenziale e di ballottaggio che hanno innalzato il candidato dell'Ikhwan Mohammed Mursi alla più alta carica istituzionale egiziana.
"Non é possibile parlare di 'miglioramenti' nella situazione dei transiti attraverso Rafah, e la lentezza delle procedure di registrazione e transito é la stessa di prima" ha dichiarato Sabha a un inviato dell'agenzia 'Palestine Information Center' nella giornata di ieri, aggiungendo poi: "Non possiamo sentirci soddisfatti dalla situazione attuale, fino a quando le operazioni di Rafah non saranno portate allo stesso livello di quelle degli altri 13 varchi di confine egiziani, dove i passeggeri transitano speditamente 24 ore su 24".
Il neopresidente del Cairo Mohammed Mursi ha a più riprese dichiarato la propria disponibilità ad "aiutare il popolo palestinese"; dichiarazione che alle orecchie di molti, primi tra tutti i residenti del ghetto costiero assediato dal regime sionista, si traduce immediatamente con "aprire una volta per tutte il varco di Rafah e porre fine all'assedio della Striscia".

Mubarak teneva il confine chiuso, in connivenza con lo strangolamento ebraico della Striscia; i generali dello SCAF hanno aperto il transito a 1500 passeggeri al giorno, mantenendo il blocco delle merci, adesso il numero di transiti permessi é aumentato, ma la speranza é che presto non vi siano più 'tetti' al passaggio delle persone e che anche le merci possano riprendere a fluire, non solo verso Gaza ma anche dagli orti, dalle serre e dai frutteti della Striscia verso l'Egitto.
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