lunedì 12 febbraio 2018

L'Iran Rivoluzionario: barriera contro il terrorismo al soldo dell'imperialismo americano e sionista!

In questa mappa ogni segno a forma di stella indica la provenienza di un martire caduto in Irak o in Siria nella lotta contro l'ISIS e Al Nusra. Onore a tutti i caduti, il loro sangue si é versato non solo in difesa degli Irakeni e dei Siriani ma anche in difesa degli Iraniani visto che i mostri di Tel Aviv e di Washington non desidererebbero altro che vedere Teheran e Isfahan nelle stesse condizioni di Aleppo e Mosul attuali.
Si festeggia in questi giorni il 39esimo Anniversario della Rivoluzione Islamica Iraniana.

Soltanto il gran numero di eventi lieti e favorevoli finora occorsi ci ha impedito di dedicare uno spazio adeguato a questa ricorrenza.

Lo facciamo ora riproponendo una adeguata chiave di lettura storica per essa, che originariamente abbiamo pubblicato su diversi siti.

il Popolo Iraniano, al culmine di diciassette mesi di mobilitazione crescente, che sfociarono in venti settimane di scioperi quasi continui tra agosto e dicembre 1978, costringeva il pupazzo di Washington Reza Palhavi ad abbandonare il paese per l'Egitto (appena passato nel campo imperialista per il vergognoso voltafaccia di Sadat). Il Governo militare dichiarato alla sua partenza non riuscì a tenere sotto controllo la situazione, troppo deteriorata da decenni di scandalosa corruzione, asservimento a interessi stranieri, sperpero di risorse pubbliche e ridicoli tentativi di 'americanizzazione' di una delle Culture più antiche e orgogliose della Terra. Il primo febbraio Ruhollah Khomeini, esiliato prima in Turchia, poi in Irak, infine a Parigi, tornava nel paese accolto da folle di milioni di persone che lo festeggiarono con gioia quasi frenetica. Fino al 10 febbraio '79 si registrarono futili tentativi del Governo militare di contrastare la volontà popolare di consegnare a Khomeini la guida del paese (dieci giorni di Fajr); il giorno successivo i sostenitori dell'Ayatollah di Markazi ebbero finalmente la meglio e venne dichiarata la Repubblica Islamica dell'Iran.

Tra le molte idiozie che si scrivono e si dicono in Occidente sulla Rivoluzione Islamica la principale é quella che vedrebbe Khomeini come una specie di 'Grinch' arrivato in Jumbo Jet da Parigi a "rubare il Natale", cioé sarebbe a dire a imprimere una 'brutta e cattiva' svolta 'teocratica' e 'oscurantista' a quella che doveva essere una gioiosa festa democratica con tanti girotondi, cuccioli, lecca lecca e palloncini. Come al solito i pennivendoli del potere americano e sionista sono veramente rozzi e superficiali (in parte giustificati dal fatto di scrivere per platee rozzissime e superficialissime) giacché persino storici anti-khomeinisti (ma dotati di serietà professionale e morale) riconoscono che la stessa molla delle proteste pubbliche del 1977 fu un evento legatissimo alla figura di Khomeini e alla sua stessa famiglia: l'assassinio in Irak di suo figlio Mostapha, investito da un'auto misteriosa che quasi certamente era pilotata da agenti della SAVAK (la polizia segreta dello Shah) o del Mukhabharat di Saddam Hussein ansiosi di ingraziarsi il potente vicino di Teheran in seguito agli accordi di Algeri del 1975.

In seguito a quell'evento, fu un articolo del quotidiano governativo "Ettelaat" dal titolo (la fantasia degli imperialisti é molto limitata, usano sempre le stesse fruste metafore...) "Imperialismo Rosso e Nero" a insultare pesantemente Khomeini causando scontri tra la polizia e i seminaristi sciiti della città sacra di Qom, le cui morti scatenarono per reazione i primi raduni di protesta in tutto l'Iran. Quaranta giorni dopo le morti di Qom (secondo l'uso religioso sciita, che vuole la commemorazione dei defunti avvenire quattro decadi dopo il decesso), l'intera città di Tabriz esplose in violentissime rivolte che causarono dozzine di vittime; quaranta giorni dopo, di nuovo, le rivolte ebbero luogo in tutto il paese. Di nuovo, con buona pace di tanti 'hegeliani in sedicesimo' si vede che senza il talento unico di Khomeini di usare i propri contatti religiosi e il carisma personale per tradurre una tragedia familiare in un movimento di massa, forse la Rivoluzione Iraniana non sarebbe avvenuta e che la forma e il ritmo che ormai conosciamo dai libri di storia é assolutamente indistricabile dalla figura e dall'opera di Ruhollah Khomeini.

Del resto, se pure oltre alla fazione religiosa (che comunque era la più diffusa, la meglio organizzata, la più militante) ne esistevano anche altre (liberali, mercanti piccolo-borghesi, comunisti e via dicendo), qualcuno si é mai soffermato a pensare che cosa sarebbe successo se, per un incidente, per un caso, fosse stata una di queste altre a risultare vincente, e a informare il nuovo stato iraniano post-rivoluzionario?

Pensiamoci un attimo.

Scenario "liberale": intellettuali legati all'Europa, progressisti laici e 'miglioristi' assortiti riescono, in mancanza della forte guida carismatica di Khomeini (in caso di una sua prematura morte a Parigi, a un incidente aereo o stradale...) a venire a patti col Governo militare post-Shah; vengono convocate elezioni a suffragio universale. Le elezioni si tengono: il Parlamento é diviso tra forze politiche riottose e dalle agende inconciliabili, si crea un Governo di coalizione tra Liberali, borghesi del Bazaar ed elementi socialdemocratici. Il mantenimento delle politiche occidentalizzanti dello Shah causa lo scollamento di buona parte delle masse popolari iraniane dal nuovo Governo: scioperi, marce e sit-in continuano a paralizzare il paese e quando Saddam Hussein invade il Khuzestan nell'autunno 1980 nessuno risponde alla chiamata alle armi e le poche unità dell'Esercito ancora efficienti, falcidiate da diserzioni, mancanza di parti di ricambio e munizioni americane e morale bassissimo si sciolgono come neve al sole quando gli irakeni conquistano Khorramshahr e Abadan. A quel punto un nuovo colpo di stato abbatte la fragile liberaldemocrazia iraniana e installa un Generale sostenuto dagli Americani oppure una giunta socialista e comunista.

Scenario "comunista": in seguito al fallimento dello scenario 'liberale' o a un diverso svolgimento degli eventi rivoluzionari intellettuali filosovietici e comunisti del Partito Tudeh prendono il potere. Subito inizia una politica di 'terrore' verso l'apparato religioso che i comunisti considerano 'reazionario' e pericoloso per il futuro, nel paese scoppia una guerra civile con molte province (specie lontano dalle grandi città) che si rendono pressoché indipendenti dal Governo centrale (immaginate un Afghanistan in Iran...), se la guerra con l'Irak é già scoppiata Saddam Hussein ne approfitta per conquistare ulteriori territori, altrimenti la stessa instabilità interna lo spinge all'attacco. Mosca, attratta dalla prospettiva di uno sbocco su mari caldi e dal controllo dello strategico corridoio di Hormuz inizia a sostenere il governo comunista di Teheran ma questo fatto aliena ancor di più il sostegno popolare a quest'ultimo, molti Iraniani anche non religiosi si oppongono all'asservimento a Mosca come prima rifiutavano quello a Washington e la CIA usa i suoi contatti ancora presenti in Iran per fomentare cellule di combattenti antisovietici forse persino inviando 'volontari' dal Bahrein, dal Libano e da altri paesi con forti minoranze sciite.

Scenario "borghese": la piccola borghesia del Bazaar, che soffriva l'esterofilia del regime di Palhavi e la conseguente depressione dei traffici e dei commerci interni a favore della massiccia importazione di beni occidentali riesce (eventualmente in coalizione con elementi liberali o religiosi moderati) ad avere la meglio. Se esiste una bozza di intesa coi religiosi il sostegno popolare é molto più alto e l'attacco irakeno viene fronteggiato quasi con lo stesso successo con cui é stato bloccato nella realtà, ma l'assenza di forti milizie religiosamente motivate (niente IRGC né Basij) impone una forte usura alle unità dell'Artesh (Esercito regolare) e quindi bisogna trovare un accordo con gli Usa o con l'URSS per rifornire di mezzi e munizioni le forze armate (notare che l'URSS venne presa di sorpresa dall'invasione irakena dell'Iran, e, non essendone stata informata, ruppe le relazioni con Bagdad e interruppe ogni fornitura di armamenti fino al tardo 1983, quindi in quel momento cronologico, 'per vendetta', Mosca avrebbe anche potuto schierarsi con l'Iran). Da qui nel caso di un accordo con gli Usa si sarebbe potuti tornare a una prevalente influenza americana nel paese (sotto la bellicosa presidenza Reagan senza dubbio con le parole d'ordine di 'contenere l'URSS che preme da Nord', 'creare un'ulteriore base antisovietica al confine con l'Afghanistan' e 'sostenere le forze tradizionali contro gli agitatori comunisti'), oppure, se ci fosse stato accordo con Mosca, la situazione sarebbe potuta degenerare nello scenario 'Comunista'...e anche in questi casi la Rivoluzione Iraniana avrebbe fatto la fine del petardo bagnato, che fa molto fumo e qualche scintilla ma che in ultimo rifiuta di esplodere.

Quindi é chiaro che solo la Rivoluzione Islamica, con la popolarità immensa di Khomeini, con la forza dell'appello ai valori più veri e vivi dell'Islam sciita duodecimano, col suo patriottismo inscindibilmente legato alla Storia e alla Tradizione persiana e iraniana, fortificato dal messaggio religioso di riscatto degli oppressi e di lotta contro le ingiustizie, ha potuto garantire all'Iran quella forza che gli ha permesso di attraversare vittorioso la Crisi degli Ostaggi Americani (in seguito alla quale Reagan e Bush padre promisero di riprendere la fornitura di armi Usa sottobanco in cambio di una liberazione dei prigionieri post-tornata elettorale, per garantire la sconfitta dell'indeciso Carter...fornitura che fu importantissima per fronteggiare la Guerra con Saddam), solo la mobilitazione massiccia di volontari Pasdaran e Basij consentì di bloccare gli irakeni poche decine di Km oltre le frontiere dell'invasione, e di ricacciarli poi indietro, solo la pertinace insistente volontà di non essere servi "Né dell'Est né dell'Ovest" trovò nell'orgoglio nazionale iraniano humus fertile per far superare privazioni, lutti e difficoltà inenarrabili, che solo chi ha parlato a lungo con gli iraniani degli anni '80 può anche solo lontanamente immaginare.

Coloro che 'da Destra' sputano fiele e veleno sulle istanze progressiste ed egualitarie per rifugiarsi in una bizzarra 'Avalon' piena di Tradizioni, rune, alchimie, evolismi e superomismi assortiti ma che sul piano sociale non cambierebbero un'acca nemmeno per salvarsi la vita, e coloro che 'da Sinistra' considerano 'reazionario se non faSSista' ogni riferimento ad Amor Patrio, senso di appartenenza e comunità, nazionalismo 'costruttivo' e magari anche alla dimensione religiosa della nostra Storia e della nostra Cultura farebbero bene a studiare attentamente la successione degli eventi iraniani tra 1978 e 1988 (non che gli anni successivi non siano ricchi di spunti interessanti) e capire come una Rivoluzione religiosamente motivata sia riuscita a essere più NAZIONALE, più POPOLARE, più PROGRESSISTA e più PATRIOTTICA di qualunque altro rovesciamento di potere avvenuto dagli anni '50 alla fine del XXmo Secolo.

1 commento:

  1. alfano dice che son stati loro a sconfiggere l'isis...avrebbero liberato 8 milioni di persone...no comment
    http://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2018/02/13/alfano-abbiamo-sconfitto-lisis-ora-inizia-la-fase-cruciale_6799ecfc-6a5d-4279-bf8e-e7f8d62dc2dc.html

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