domenica 20 febbraio 2011

La Marina israeliana perseguita i pescatori di Gaza: prima li massacra, ora li rapisce!


Dopo la strage commessa giovedì scorso, in cui tre disarmati e innocui pescatori palestinesi sono stati fatti a brandelli sulla spiaggia di Beit Lahia dalle raffiche di mitragliatrice e di cannoncino esplose a loro segno dalle motovedette della Marina più (im)morale del mondo un nuovo grave abuso colpisce la comunità dei lavoratori della Striscia di Gaza, di cui altri tre membri, sempre pescatori, sono stati rapiti da militari dello Stato ebraico insieme al loro natante e trasportati in una località ignota.

Fonti locali hanno riportato che un'unità della Marina sionista ha rapito i tre pescatori poco dopo che erano scesi in mare con la loro imbarcazione, mentre questa era ancora molto vicina alla spiaggia. Il motivo del rapimento é chiaro: dopo avere ucciso i pescatori sulla spiaggia Israele vuole terrorizzare i loro colleghi in modo da scoraggiarli definitivamente dallo scendere in mare e interrompere così una volta per tutte la pesca, che costituisce una grave "infrazione" allo strangolamento economico di Gaza imposto dai generali sionisti, che può funzionare "adeguatamente" solo se l'enclave costiera é totalmente dipendente dal cibo importato dall'esterno.

In questo senso assumono un senso e una giustificazione tutti i ripetuti e crudeli attacchi contro ogni struttura e ogni categoria di lavoratori di Gaza suscettibili di produrre autonomamente cibo: contadini nei loro campi, pescatori e imbarcazioni e persino il caseificio recentemente bombardato e distrutto dai vigliacchi piloti dell'aviazione israeliana, ormai abituati a fare "tiro a segno" con aerei da centinaia di milioni di dollari contro bersagli civili privi della benché minima difesa.

Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille!

Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

Nessun commento:

Posta un commento