mercoledì 26 dicembre 2012

Con il 63 per cento di consensi il Presidente egiziano Mursi convalida il referendum e mette in vigore la nuova Costituzione egiziana!

La certezza matematica si é avuta ieri ma già dalla chiusura dei seggi nella nottata del 22 dicembre le proiezioni preliminari, sommate ai risultati della prima 'tornata' referendaria del 15 davano i "Sì" alla nuova Costituzione egiziana come preponderanti.

Nonostante le proteste di una opposizione policefala e sfilacciata é bene mettersi in testa che un paese che si é islamizzato ai tempi del Califfo Omar giocoforza riconoscerà nel Corano la primaria fonte di Diritto e questo, pacificamente accettato, non vuole dire automaticamente l'instaurazione della teocrazia o della dittatura religiosa come qualche islamofobo europeo vorrebbe dare a intendere.

Certo, all'Egitto guidato dalla Fratellanza Musulmana e dal partito politico sua diretta espressione si aprono varie vie attraverso le quali interpretare questa volontà popolare: alcune portano all'alleanza con gli emirati petroliferi filo-wahabiti, filo-usa e filo-israele (perché ricordiamo, il wahabismo altro non é che il grimaldello con cui gli Usa creano le 'emergenze terroristiche' da risolvere poi con bombardamenti, occupazioni e 'interventi umanitari'), ed é la strada più semplice.

L'altra, molto più ardua, aspra, difficile, porta a una reale autonomia e indipendenza e all'Asse della Resistenza contro l'arroganza americana, europea e sionista. Mohamed Mursi non sembra incline verso quest'ultima strada, ma essa é l'unica che prometta effettivi vantaggi per il futuro dell'Egitto.
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