Il regnucolo petrolifero del Qatar, indefesso finanziatore dell'ISIS, ha richiamato l'ambasciatore al Cairo, il quale si é precipitosamente portato a Doha 'per consultazioni'; la misura altamente offensiva arriva subito dopo la decisa azione militare messa in campo dal Presidente Al-Sisi contro il 'califfato' in quel di Derna, ripetutamente bombardata dai jet egiziani e quindi colpita dai commando delle unità speciali 777 e 999 che avrebbero eliminato oltre cento miliziani terroristi e ne avrebbero riportati 55 come prigionieri.
Nelle parole del Ministero degli Esteri qatariota, la decisione sarebbe stata presa dopo le
dichiarazioni del delegato egiziano alla Lega araba, Tareq Adel. Il Direttore del Dipartimento per gli Affari Arabi del Ministero degli
Esteri, Saad bin Ali al Mohanadi, avrebbe confermato "La forte condanna dell'atto
criminale con cui sono stati uccisi 21 cittadini egiziani" in Libia, ma
avrebbe affermato anche che le parole del delegato egiziano sono andate "contro al
correttezza, la saggezza ed i principi di azione araba congiunta".
Evidentemente quando si trattava di fomentare e sobillare terroristi wahabiti e takfiri contro la Siria laica e socialista di Assad invece la Lega Araba aveva agito con 'correttezza e saggezza', o almeno così ne sono convinti a Doha.
Ma anche l'altro sostenitore e finanziatore dell'ISIS, la Turchia neo-ottomana di Erdogan, si é trovata ai ferri corti diplomatici, questa volta però col Governo libico internazionalmente riconosciuto, guidato da Abdullah al-Thani e in esilio interno nella città di Tobruk.
Al-Thani infatti aveva pubblicamente condannato Ankara per il suo continuo e costante intromettersi nelle questioni interne libiche in una intervista col quotidiano Asharq al-Awsat; il Ministero degli Esteri turco ha definito le dichiarazioni di Al-Thani 'irresponsabili' e 'ostili'.
Qualunque nostro lettore che abbia seguito con costanza i nostri reportage sulla situazione libica (regolari e circostanziati in momenti 'non sospetti', ben prima che l'ex-colonia italiana tornasse di prepotenza sulle prime pagine degli outlet 'mainstream'), sa che le affermazioni di Al-Thani sono totalmente veritiere e giustificate dal momento che la Turchia ha offerto aiuti politici, diplomatici, economici e materiali agli islamisti di Misurata e ha continuato a inviare suoi aerei agli scali da questi controllati fino a che sono rimasti operativi.
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