venerdì 4 dicembre 2015

ISIS in Libia: Tobruk chiede aiuto; e se lo chiedesse all’Italia?


A poco più di quattro anni dalla morte di Muammar Gheddafi la Libia é ancora un tale buco nero di Caos, anarchia e violenza che, pressata pesantemente dagli efficaci attacchi aerei russi e dalle sempre più intense mosse offensive terrestri dell’Esercito Siriano, la dirigenza dell’ISIS ha iniziato a spostare da Raqqa a Sirte alcuni suoi assetti e personaggi-chiave, per godere ivi della tranquillità che non trova più nel Nord-Est della Siria.

Con un nuovo e potenzialmente più pericoloso focolaio di attività del ‘califfato’ (che si aggiunge a quello già presente a Derna) sul proprio suolo, il Governo libico internazionalmente riconosciuto, quello in “esilio interno” tra Tobruk e il confine egiziano, che ha come Ministro della Difesa e comandante delle forze armate l’Ex-generale di Gheddafi Khalifa Haftar, si é detto “disposto” a coordinare eventuali sforzi con la Russia nel caso che il Cremlino decida di estendere al Mediterraneo (magari in accordo con l’Egitto) i propri sforzi anti-terrorismo.

Non é da ritenersi probabile una simile mossa da parte di Putin nel breve periodo e l’ “apertura” di Tobruk in tal senso va letta più come un disperato “SOS” del Governo libico, che oltre a non essere riuscito in oltre un anno a riprendere il controllo di Bengasi (che sarebbe una mossa fondamentale per potersi avviare verso un confronto risolutivo con le milizie di ‘Fajr Libya’ tuttora in possesso della Tripolitania), vede moltiplicarsi e aggravarsi le minacce che ne insidiano il futuro.

Ovviamente l’idea di chiedere aiuto all’Italia non é passata nemmeno per l’anticamera del cervello ai dirigenti libici, che sanno benissimo come il nostro paese sia un’appendice mediterranea degli Usa, totalmente asservita ai loro interessi strategici, che sono esattamente quelli di mantenere il paese nordafricano nel Caos e farlo usare come ‘trampolino’ da trafficanti e scafisti per inondare l’Europa di immigrati.



Ma facciamo finta per un momento che il nostro sia un paese dotato di una propria autonomia e indipendenza in fatto di politica estera, un paese, se non proprio guidato da un De Gaulle, da un Craxi o da un Putin, perlomeno retto da uno Chirac, una personalità risoluta, che abbia presenti gli interessi strategici dell’Italia e sia disposto a difenderli con ‘sacro egoismo’, non vacillando nemmeno di fronte all’opzione militare.

Che l’Italia (potendo) debba intervenire con le armi in Libia non dovrebbe essere nemmeno argomento di dubbio o discussione: la Libia é la nostra ‘Quarta Sponda’, con legami storici, culturali, archeologici e naturalmente commerciali ed economici fortissimi col nostro paese, che andavano difesi già prima dello scoppio della crisi o immediatamente dopo la sua deflagrazione con un’azione risoluta e decisiva a cui purtroppo Berlusconi non si risolse per effetto del continuo “lavoro ai fianchi” mediatico e giudiziario portato avanti dagli elementi del nostrano ‘ceto medio anti-nazionale’ (quello che festeggia il 25 aprile ma non il 2 giugno e il 4 novembre e che ha trasformato il 1 Maggio da Giornata degli Operai e dei Lavoratori a festival dei migranti e dei musicanti più o meno storditi da droghe).

L’Italia, intesa come comunità di Popolo e Nazione, ha non il Diritto ma il DOVERE di impedire che quella che con la Tunisia fu una delle più splendide province dell’Africa Romana diventi parco giochi per sgozzatori wahabiti finanziati da Erdogan, Re Saoud e dall’Emiro Al-Thani del Qatar e poco importa se essi inalberino le bandiere di ISIS/Daash o di Fajr Libya: essi devono essere eliminati quanti sono e dove sono: a Derna come a Sirte, a Zintan come a Misurata e a Tripoli.

La domanda é: in questo caso, l’Italia, la nostra Italia, avrebbe le risorse materiali, militari e logistiche per garantire questo obiettivo? La domanda non é oziosa visto che persino uno stato come la Gran Bretagna (di nobilità decaduta quanto si vuole ma pur sempre potenza nucleare e considerata una delle prime dieci forze militari del mondo) dubita di avere mezzi e uomini sufficienti per un intervento aereo efficace in Siria.

Iniziamo proprio dall’aria: l’Italia dispone ufficialmente di 80 Eurofighter ‘Tifone’, 59 Tornado IDS adatti alle missioni di attacco al suolo e 55 piccoli intercettori AMX in grado, eventualmente, di portare anch’essi carichi bellici e colpire obiettivi terrestri, più 16 AV-8 ‘Harrier’ schierabili sulle portaerei/elicotteri Garibaldi e Cavour e infine una settantina di MB-339, addestratori infrasonici capaci di missioni di attacco.

Gli Eurofighter e i Tornado sono perfettamente in grado di attaccare bersagli in Libia partendo da basi esistenti nel Sud Italia e anche gli AMX (purché partano dalla Sicilia); gli Harrier potrebbero partire dalla Garibaldi o dalla Cavour tranquillamente ormeggiate al largo di una località controllata dal Governo libico (come la stessa Tobruk) e gli MB-339 potrebbero venire trasferiti in una base libica (o in un aerodromo appositamente costruito o allargato dai nostri genieri) per operare più a stretto contatto coi superstiti MiG e Aero-39 dell’ “aviazione’ di Haftar.

Ma bisogna rendersi subito conto di due fattori: a) che contro un nemico come l’ISIS e altre milizie islamiste presenti in Libia l’aviazione non sarà un’arma risolutiva, anche meno di quanto lo stia essendo l’aeronautica russa in Siria, per la relativa scarsità di uomini e mezzi che possano fare da appetibile bersaglio a eventuali bombardamenti dell’AMI e b) soprattutto per il fatto che al contrario dei ‘top gun’ di Putin i nostri pur valenti e professionali piloti hanno a disposizione pochissime armi ‘intelligenti’.

Se infatti i Russi in Siria stanno utilizzando il meglio della loro recente produzione di missili aria-terra e bombe guidate, specie contro obiettivi “ad alto valore” come centri di comando e comunicazione e residenze di noti leader spirituali e militari di ISIS e Al-Nusra, la nostra aviazione ha a disposizione poche dozzine di missili Storm Shadow, poche SDB (Small Diameter Bombs), che andrebbero subito consumate e per il resto sarebbe costretta a cavarsela con vecchi missili Maverick, bombe guidate Paveway e altro ‘modernariato’ degli anni ’80.

La parte veramente decisiva di un intervento militare italiano in Liba sarebbe quella a terra, col che non vogliamo intendere battaglie dirette di nostre truppe contro ISIS e Fajr-Libya, ma almeno una concreta azione tesa a rendere gli uomini di Haftar in grado di poter affrontare quelle minacce. Bisognerebbe creare una grande base militare con personale italiano nell’Est della Libia, e concentrarvi istruttori, specialmente veterani delle missioni in Irak e Afghanistan, esperti nel tipo di guerra anti-insorgenza, per dare una parvenza di professionalità, coesione, morale agli uomini dell’ “Esercito” di Tobruk.

Bisognerebbe sostenerli magari anche con uno squadrone di elicotteri ‘Mangusta’ (di cui abbiamo in forza il numero di 60) e con diverse batterie di PzH2000 (68 a disposizione) e MLRS (21 a disposizione), per assicurare supporto fuoco potente, efficace e soprattutto preciso (che è il vero moltiplicatore di forza nella lotta anti-guerriglia, come mostrato anche dal teatro siriano; meglio una sola granata di artiglieria che raggiunge il bersaglio che cento che vi cadono intorno).

Il costo per il trasporto, lo schieramento, l’esercizio di questi mezzi si ripagherebbe, a legalità ripristinata, con le commesse assegnate alla nostra industria nazionale della difesa per la ricostruzione COMPLETA dell’apparato militare libico che, “ovviamente” sarebbe tutto marca OTO Melara, Alenia-Aermacchi, Fincantieri, Finmeccanica e via dicendo.

Infine, qualche nostro piccolo reparto d’elite, di quelli che sono il vanto e l’orgoglio delle FF.AA. d’Italia, potrebbe prendere parte direttamente a operazioni delicate come l’eliminazione o meglio ancora il rapimento di leader e di facilitatori, finanziatori, sostenitori delle varie formazioni terroristiche. Certo, bisognerebbe anche essere pronti a sostenere qualche perdita, ma coloro che non hanno stomaco per le perdite non devono nemmeno iniziare a pensare a interventi militari.

Ecco, per esempio, come mai il ‘genio fiorentino’ Renzi e il Presidente Mattarella non ci pensano neppure lontanamente.

18 commenti:

  1. certo che per denigrarci non ci batte nessuno

    che la nostra politica mediorientale sia slegata dagli USA è evidente dai tempi di Mattei, proseguendo con gli accordi, Craxi e sigonella, il rapporto con Gheddafi prima e dopo gli attentati agli aerei civili. in tempi più recenti non abbiamo partecipato alla seconda guerra in iraq, in Libano siamo noi a separare Israele da Hezbollah e da quando succede quel confine è tranquillissimo e non mi pare che Hezbollah sia stato disarmato (ed inoltre la folgore forma i reparti antiterrorismo libanesi). ed anzi gli Hezbollah sono meglio protetti dove sono in maggioranza gli italiani che dove lo sono russi e iraniani e dove Israele fa raid con cadenza settimanale. sempre sulla Siria l'idea russa che ribelli e assad si devono parlare è la stessa dell'Italia e per conto dell'ONU e della lega araba la deve CONCRETTIZZARE un italiano ... de mistura. la stessa idea da oltre un anno la sta portando avanti il tanto denigratto renzi, in ogni consiglio europeo ogni volta che va a parlare all'ONU ecc. l'idea di base è prima si fa il futuro governo unitario e poi si interviene militarmente anche a guida italiana (disponibilità già espressa più volte). perché se si vogliono evitare i casini di Iraq e Libia si deve prima progettare il futuro e poi renderlo attuabile.

    per attuare questo piano l'Italia si sta muovendo con la principale potenza regionale coinvolta: l'Egitto. che ricordo il suo presidente è stato sdoganato in occidente dall'Italia. e che con cadenza mensile e ripeto mensile al sisi incontra renzi. con politica commerciale al seguito come dimostra l'ENI che sta investendo miliardi di euro in Egitto.

    l'appoggio dell'Italia alla Tunisia è stato molto concreto. abbiamo tolto i dazi su alcune esportazioni tunisine per sostenere l'economia locale sfavorita dal tracollo del turismo. la singola misura più concreta è stata fatta con l'olio, dove nonostante la crisi del settore abbiamo prima pensato al nostro vicino.

    il capo di governo dell'iran, il giorno dopo l'attentato di parigi, doveva fare la prima visita di stato dopo il nucleare e la Siria in italia ... non in Russia ... anzi la settimana dopo e Putin che è andato in Iran.

    on

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    1. alcune precisazioni:

      gli accordi che volevo citare alla'inizio erano quelli con l'OLP. che gli consentivano di operare tranquillamente in Italia
      la cadenza mensile degli incontri italia-egitto non era intesa come ogni 30 giorni. ma per indicare che ci sono stati più incontri annuali e non solo tra capi di stati ma anche ministeriali (il ministro del petrolio egiziano è stato più volte in Italia).

      altre puntualizzazioni
      la mogherini non era voluta dai paese ex blocco sovietico perche l'Italia di Renzo era troppo pro Russia
      l'italia da sola ha adestratto il 40% di tutte le truppe militari formate in Iraq (nel caso dell'Italia sia curde che esercito regolare, e quindi sciite) dai paesi europei ... e 2 dei nostri battaglioni erano a sinjar durante la riconquista
      renzi è stato in paesi in via di sviluppo (soprattutto africa ma anche in america latina) dove nessun capo di stato italiano era mai stato ed in alcuni casi ha anticipato anche il Papa ... è stato in kenia solo 3 mesi dopo l'attentato terribile degli shabbab (150 morti)

      on

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    2. Bravo ON, la capacità di sintesi è sempre apprezzata. Dopo la leggo con calma...
      Cmq. c'è chi dice che tutt'intorno all'EUROPA c'è una bella cornice di paese super incasinati..che dite?
      - Dr. KAHANI: c'è qualche opposizione in Siria degna di essre considerata a livello politico o NO? Sarebbe bello che la risposta fosse SI.. ma ditemi voi. Infine dove trovo un'analisi sull genesi del casino SIRIANO? Grazie Y

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    3. Certo che in Libia potremmo fare la differenza ma siamo governati dal nulla come facciamo ad andare in guerra.

      @ on: quindi renzi sarebbe uno statista??
      Non ha preso una posizione in ucraina, non ha una posizione in Siria, tutti i presidenti europei nemmeno lo calcolano quando succede qualcosa, non ha nemmeno una posizione in Italia....ma per favore. Quelli di cui te parli non sono altro che normali rapporti tra nazioni che per fortuna continuano anche con il nulla al governo.
      Renzi è solo un arrivista.

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    4. io non faccio proselitismo pro o contro renzi
      ho solo evidenziato fatti che riguardano la nostra nazione, non opinioni ... poi i fatti si posso interpretare ma rimangono sempre fatti

      in ogni caso a vienna su 19 partecipanti che dovevano discutere della siria 3 erano italiani ed ad uno dei 3 (de mistura) è stato dato il ruolo principale in preparazione del prossimo incontro

      on

      ps
      "casualmente" gli sbarchi dalla libia sono calati drasticamente quando i servizi italiani hanno ucciso il principale organizzatore dei barconi. cosa ovviamente mai confermata ma che ci viene accusata dai libici. non è l'unico motivo ma ha aiutato sicuramente

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  2. Carissimo 'ON' non mischiare il GRANO col LOGLIO, la politica mediorientale autonoma l'Italia l'aveva quando era guidata da statisti del calibro di CRAXI e ANDREOTTI, che sono stati 'bruciati' da MANI PULITE; manovra ordinata dalla CIA e dall'ambasciata USA tra i cori estatici di prefiche come scalfari, flores d'arcais e altre scorreggette 'progressiste'...

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    1. Sacrosante parole, io aggiungerei pure che Berlusconi è stato ed è perseguitato per lo stesso motivo. Pur non essendo uno statista non voleva affondare l'Italia e li sono nati tutti i suoi problemi.

      P.s. : Berlusconi non è uno statista perchè lui stesso ha ammesso che è entrato in politica per salvaguardare i suoi interessi. Ciononostante cercava a suo modo di opporsi allo sfacelo deciso dai poteri forti che alla fine lo hanno esautorato con un colpo di stato fatto da quello schiavo di napolitano.

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    2. KAHANI,
      Mah chi può dirlo?
      la posizione Italiana è in effetti da approfondire:
      - addestramento Kurds
      - Visita di stato in ITA da IRAN
      - RENZIE che pur essendo un bel PARACULO prima di Vienna dice " non vogliamo un'altra LIBIA"
      - ns.contingente iin Afgh è nell'angolino al confine con IRAN
      Mah! Vediamo che succede , i FATTI per citare ON
      GRAZIE Y

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    3. sig. kahani questa volta dissento e per rispondere con un proverbio lei è piu realista del re.

      la posizione dei paesi che combattono il fondamentalismo è molto piu vicina e favorevole all'Italia di quanto lei afferma. una piccola rassegna:
      siria, rifiutiamo da concedere le basi per attaccare la siria (chieste dagli usa), ma le forniamo per non attaccare (le armi chimiche si distruggono in italia), quando ancora l'iran era isolato (2013) chiediamo il suo coinvolgimento nella questione siriana
      iran, prima visita all'estero in italia, si rilegga l'intervista di rohani al corriere
      iraq, ci ha chiesto di aumentare gli istruttori poche settimane fa, visto che i "nostri addestrati" conquistano città dall'isis
      libano/hezbollah, gli mandiamo la folgore come istruttori e gli proteggiamo dagli isdraeliani molto meglio di quanto fanno i russi in siria
      egitto, abbiamo sdoganato al sisi che ha fatto fuori la primavera araba (morsi), aumentato enormemente l'interscambio (+30% le importazione), e tutto questo per coinvolgere l'egitto nella soluzione positiva del casino libico
      tunisia, danneggiamo i nostri agricoltori per aiutarne l'economia
      kenia, mai fatta una visita di stato, e renzi c'è andato 3 mesi dopo i 150 morti degli shabab e 6 mesi prima del papa

      on

      ps
      preferisco non parlare ora della politica italiana per non deviare il discorso, ma quello che ha fatto craxi in tunisia è molto discutibile, cosi come è facile governare raddoppiando il debito pubblico in soli 11 anni (fanfani 1982 debito al 60%, craxi sale nel 1983 e nel 1993, anno di fine del governo amato, il debito pubblico è il 115,6)

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    4. senza dimenticare Aldo Moro che siglò con le organizzazioni palestinesi e in particolare OLP un accordo verbale e non scritto, il famoso LODO MORO, che consentiva il passaggio delle armi destinate alla lotta contro lo stato Sionista d'Israele in cambio dell'immunità da attentati...

      ecco il motivo per cui il mossad ha eliminato Moro.....IL SOSTEGNO ALLA CAUSA E AI DIRITTI DEL POPOLO PALESTINESE (non certo il compromesso storico, cioé l'avvicinamento tra Dc e Pci, peraltro già auspicato dalla Trilateral Commission fin dal 1973)..riguarda a mani pulite d'accordo con lei....infatti Craxi, Andreotti come Moro portarono avanti una politica di amicizia e intesa con tutto il mondo arabo ....(non solo l'appoggio alla Jhamayria libica o alla palestina, ma anche ai paesi africani vedi Somalia di Siad Barre prima del 1991) .....riguardo alle scoreggete progressiste, secondo me lei è stato fin troppo gentile.........

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  3. Bellissimo: "scorreggette progressiste"!! XD

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  4. Bellissimo: "scorreggette progressiste"!! XD

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  5. Magari fossero scorreggette "progressiste" ... sono dei GRANDISSIMI PUZZONI Kahani come sempre è diplomatico, il Piccolo Padre sinistri di questo genere li avrebbe GIUSTAMENTE mandati a vendere gelati in Siberia perché era un anima gentile.
    L'Italia poi è un paese specializzato NELLA PUGNALATA NELLA SCHIENA anche a costo di strapparsi le palle, quello che abbiamo fatto a Keddafi, sia Allah a giudicare cosa ha fatto da vivo, è IGNOBILE e Berlusconi si è dimostrato una VERA MERDA e si merita tutte le disgrazie che lo hanno colpito.
    L'interesse per l'Egitto dimostrato dal CAZZONE TOSCANO è solo materiale e riguarda gli interessi ENI, l'EGITTO E' UN GRANDE PAESE a cui auguro di impossessarsi del BENGASINO visto che la LIBIA non esiste se non nei sogni dei colonialisti italiani, colonialisti straccioni (Lenin).
    Ivan Demarco Orlov

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  6. Complementi Kahani, se dipendesse da me, per questo articolo le assegnerei la cattedra che fu del Pascoli, all'Università di Bologna.

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    1. Grazie amico, non le chiedo così tanto, ma di continuare a leggermi sì...:D

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    2. Il nome di Pascoli temo sia citato per la sua posizione interventista nell'avventura colonialista in Libia (la grande proletaria si è' mossa....). Ma il senso dell' articolo di Kahani non era di giustificazione del colonialismo italiano, anzi

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    3. Io non 'temo' niente...la guerra coloniale contro l'Impero Ottomano (non la Libia) venne decisa in un momento storico in cui le guerre coloniali erano la norma (anche se moralmente ingiuste); oggi dobbiamo confrontarci con le CONSEGUENZE di quell'atto che ci fu, anche se moralmente e umanamente esecrabile...la politica é l'arte (e la scienza) di confrontarsi CON LA REALTA'...poi ovvio che se noi nelle nostre future relazioni con la Libia de-rattizzata saremo onesti e leali non ne avremo altro che benefici...il liberal-progressista medio é il coglioncello alla michele serra che pensa che siccome la colonizzazione della Liba era sbagliata gli Italiani dovrebbero lasciare che la Libia la sfruttino i Francesi (che si comportano da vere CAROGNE e CANAGLIE verso tutte le loro ex-(ex?)colonie) o, "meglio" ancora, magari gli Americani...

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