martedì 25 ottobre 2016

Obama vorrebbe "scortare" i terroristi dell'ISIS da Mosul a Raqqa, ma é molto difficile che vi riesca: ecco perché!

Questo articolo a momenti verrà pubblicato anche sul quotidiano online L'Opinione Pubblica, col quale mi pregio di collaborare e dove i miei scritti sono tutti consultabili a questa pagina web.

Di fronte agli innegabili risultati di otto giorni di campagna anti-ISIS scatenata da forze irakene ed alleati più o meno affidabili in Provincia di Ninive (800 terroristi uccisi, 74 villaggi e cittadine liberate, fronte a pochi Km da Mosul) il bravo Gian Micalessin sulle pagine del "Giornale" lancia il dubbio che Obama e i suoi generali abbiano in mente di lasciare un "corridoio" in direzione Ovest aperto ai combattenti del "Califfato" per favorire la loro fuga con poche perdite alla volta della Siria, dove si unirebbero ai camerati che occupano la Provincia di Raqqa e quella di Deir Ezzour per dare battaglia alle truppe di Damasco.

L'ipotesi non è affatto peregrina e si inserisce perfettamente nella nostra visione storico-strategica che ritiene uomini e apparati dell'intelligence Usa a più riprese coinvolti nella creazione di gruppi insorgenti wahabiti e takfiri da "lasciarsi dietro" durante il promesso ritiro dall'Iraq (2008-2011) in maniera da creare una permanente instabilità che portasse al ritorno massiccio in terra mesopotamica di forze da combattimento americane.

Fortunatamente questo piano ha avuto solo in piccola parte successo, grazie agli sforzi dell'Iran e specialmente degli uomini del Generale Qassem Soleimani, che sono riusciti a creare imponenti forze di mobilitazione popolare (Hashd al-Shaabi) che non solo hanno bloccato la marcia dell'ISIS verso Bagdad e Najaf (autunno-inverno 2014), ma hanno svolto la parte del leone nella liberazione di Tikrit, di Fallujah, di Ramadi, surclassando le mediocri performance dell'Esercito Regolare e delle unità antiterrorismo irachene (le quali, ricordiamolo, erano state "addestrate" dagli istruttori americani...).


Quindi di fronte alla riconquista anche di Ninive e Mosul (nella quale, guarda caso, le Hashd al-Shaabi non solo sono nuovamente in prima linea, ma hanno anche causato l'evacuazione di una base avanzata di forze turche, minacciando di circondarla e assediarla) si può ritenere che anche a Washington abbiano ormai accettato l'idea che un Iraq frantumato e diviso per linee etnico-confessionali non rappresenta un obiettivo credibile e che un governo centrale da Bagdad (che sarà per forza di cose egemonizzato dalla componente maggioritaria sciita della popolazione) continuerà ad esistere.

Anche l'annuncio dato oggi dai comandanti curdi che le forze di cosiddetti "peshmerga" non avanzeanno ulteriormente verso Ovest è da spiegare con ben precisi "ultimatum" arrivati alla dirigenza curda che né le forze regolari di Bagdad né tantomeno le milizie popolari (che ormai comprendono anche molti cristiani assiri e membri di altre minoranze) tollereranno occupazioni o "annessioni" di terreno o villaggi all'area sotto dominio curdo.

Tuttavia nemmeno l'idea di "riciclare" in funzione anti-siriana i veterani di Mosul è poi così facile da realizzarsi, visto che, oltre ai miliziani popolari iracheni, ferocemente determinati a non farsi sfuggire nemmeno un combattente del cosiddetto "Stato Islamico" anche le forze aeree irakene (che hanno una capacità di attacco al suolo grazie ai Sukhoi-25 forniti da Russia e Iran e non certo grazie ai quattro-dicasi-quattro F-16 inviati da Obama) sono ben determinate a passare al pettine la frontiera occidentale evitando fughe e ritirate di quanti hanno tiranneggiato e oppresso per oltre due anni una delle più importanti, popolose, cosmopolite metropoli irakene.

Il centro di comando coordinato che a Bagdad collega ufficiali irakeni, iraniani e russi, inoltre, ha da lungo tempo messo sul chi vive Damasco e i comandi russi in Siria, riguardo il pericolo di un "esodo" di terroristi verso Raqqa e Deir Ezzour, anche la recente costruzione di una nuova pista all'aeroporto militare T-4 indica che il corpo di spedizione aereo in Siria è pronto a spostare parte dei suoi mezzi verso il centro e l'Est del paese.

9 commenti:

  1. Speriamo che li brucino tutti "addestratori" compresi.
    Ovviamente non usando armi non riconosciute dall'ONU...
    ;-)

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  2. 1)poveri militari Iracheni,prima derelitti ( erano stati istruiti dagli americani) poi bravissimi ( secondo il comando di Bagdad) a conquìstare 74 villaggi.....
    2) "mamma li curdi" anche loro disperati..pensavano di fare un boccone di una bella fetta di territorio ed ora vengono stoppati da una intesa fra Barzani ed il gran capo di Bagdad che non vuole ( giustamente) mollare alter terra ai curdi
    3) poveracci gli americani che dopo aver " scoperto" che quelli dell'ISIS fanno i propri porci comodi adesso devono trovare il modo di far vedere a tutto il mondo che Mosul sarà conquistata per loro merito! Intanto fanno ballare il loro ministro della difesa fra Erbil e Mosul nella speranza di trovare la soluzione del rebus!
    4) per completare l'opera è stato chiarito a tutto il mondo da russi e siriani che quelli dell'ISIS saranno accolti a cannonate in Siria!
    Quindi la "strana" idea di "proteggere" i dementi dell'ISIS a scappare da Mosul è chiaramente chiusa!

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    1. Mi auguro che Lei abbia ragione ma c'è da stare in campana, gli americani ed i loro alleati non molleranno la press facilmente

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  3. Cmq si sta'parlando di poche migliaia di barbuti,da un minimo di 3000 fino a 9000(ma la maggior parte delle fonti parlano di 5000 circa)se anche qualche gruppetto ce la facesse ad arrivare a Deir Ezzour non sarebbe una massa tale da mettere in crisi le difese siriane,solo un po'di lavoro in piu' per i piloti di Santa Madre Russia(come direbbe qualcuno...)!

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  4. Grazie Kahani per la sintesi a mio umile giudizio quasi impeccabile!

    Per quanto riguarda anonimo 21.23 temo che a Deir Ezzour ci sia ancora da sostenere una dura e lunga resistenza. Gloria e Onore ai loro indomabili difensori.

    Tommaso Baldi

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    1. Ma aleppo riescono a ripulire o da quei 4 o 500 sbandati o aspettano che muoiano x noia.

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    2. Grazie al Dott. Kahani per la spiegazione sulle milizie mandate dall'Iran e la loro rivalutazione dopo il disco rotto di vari utenti sull'incapacità di quella parte di milizie mandate in Siria (soprattutto a difesa dei luoghi sacri sciiti).

      Tommaso Baldi

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  5. Tommaso, tu hai messo il disco rotto pro ringraziamento. Ti ringrazio che ringrazi il dott. Kahani.

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