mercoledì 1 dicembre 2010

Boicotta, disinvesti, sanziona! Veolia abbandona progetto in Israele!!


Veolia, il colosso transalpino dell'Ingegneria, ha ritirato la propria partecipazione al progetto di una metropolitana leggera/people mover che dovrebbe collegare la parte israeliana di Gerusalemme con le colonie illegali di ultranazionalisti ebrei, costruite su terra rubata ai Palestinesi, attraversando la parte Est della città, arbitrariamente occupata dai sionisti dopo la guerra del 1967.

Yoni Yitzhak, portavoce per Israele della compagnia francese, ha comunicato in uno stringato press-release che la dirigenza del gruppo ha deciso di vendere la propria quota di partecipazione al progetto alla compagnia di autobus e corriere Egged, una firm israeliana cui mancano l'esperienza e il know-how di un gruppo come Veolia.

Portavoce della compagnia maggioritaria dell'impresa, l'israeliana Dan, hanno annunciato che quereleranno la Veolia per infrazione di obblighi contrattuali, reclamando un'opzione prioritaria per la quota lasciata dai Francesi. Lo scorno e la rabbia degli israliani sono evidenti nelle loro dichiarazioni: "E' tutta colpa dei gruppi di pressione filoarabi e filopalestinesi!" dice Eitan Fixman, portavoce della Dan, sbracciandosi con i reporter stranieri, "Queste associazioni hanno fatto pressioni su Veolia fin dal 2009 e, come risultato, la ditta francese sta staccando la spina a tutte le sue partecipazioni che coinvolgano a qualsiasi livello territori occupati come Gerusalemme Est e gli insediamenti".

Ma questo non é che un risultato parziale per gli attivisti della campagna BDS, che mira a costringere Israele a cessare le sue politiche di annessione di terre occupate e Apartheid contro i Palestinesi attraverso boicottaggi, pressioni sugli investitori e infine l'applicazione di vere e proprie sanzioni internazionali; infatti portavoce del BDSMovement hanno dichiarato che il ritiro delle compagnie internazionali (anche Alstom sembra sul punto di vendere la sua quota a un consorzio israeliano) indica come l'isolamento internazionale di Israele cominci a diventare realtà e che, tramite la continua pressione su altri investitori, questo vero e proprio 'embargo del know-how' cominci a incidere sensibilmente sull'economia dello Stato sionista.

Oltre che in Francia ed Europa la compagnia per "deragliare" Veolia ed Alstom fuori dalla metropolitana leggera di Gerusalemme ha avuto contributi importanti anche negli Stati arabi, alcuni dei quali hanno minacciato di far saltare contratti ben più lucrosi se le compagnie occidentali non si fossero ritirate dal progetto.

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