Ormai accertata la perdita del sottomarino dell'Armada Argentina "San Juan" emerge con sempre maggiore probabilità la spiegazione che la sua perdita sia dovuta a un incendio scoppiato nel vano delle batterie elettriche di prua.
Esso si sarebbe manifestato mentre il vascello navigava a 200 miglia dalle coste argentine, in immersione a una profondità stimata tra i 120 e i 400 metri.
Evidentemente per decisione del Capitano, il sottomarino continuava la navigazione sommersa utilizzando le batterie di poppa.
Dopo aver segnalato a intervalli regolari la propria posizione, a un dato punto il 'San Juan' interrompeva le comunicazioni.
A questo punto, un'avaria alle comunicazioni avrebbe dovuto immediatamente fare emergere il natante, come prescrivono i protocolli della Marina; diventa quindi probabile supporre che un nuovo guasto abbia causato un'esplosione che abbia leso lo scafo provocando la discesa a una profondità eccessiva e quindi l'implosione dell'intero vascello.
Gli incidenti possono sempre succedere, però la Marina di Buenos Aires ha gestito questo malissimo, con una serie di comunicati sconnessi e contraddittori.
Lo spettacolo del presidente (minuscolo voluto) Macri, che se ne andava bellamente a giocare a tennis mentre 44 famiglie passavano dalla preoccupazione alla disperazione é stato vergognoso e indegno di una grande nazione come quella argentina.
Lattanzio ipotizza lancio di due siluri inglesi contro sottomarino alla deriva nei pressi Delle Malvinas perchè sono state registrate due esplosioni ravvicinate. Non è ipotesi da scartare.
RispondiEliminaE comunque il batiscafo della marina russa farà chiarezza sulla fine del natante.
Zorzi