Gli Emirati Arabi non pagano!
Oppure sì, pagano, ma il vendipatria Abd Rabbo Mansour Hadi e i suoi sodali si imboscano i soldi!
Comunque, il fatto é questo, sulla strada che collega le città di Moka e Kokha nella parte di Yemen occupata dagli invasori, migliaia di miliziani yemeniti al servizio dell'Ex-presidente Hadi stanno dimostrando, bloccando il traffico, chiedendo l'immediato pagamento delle ultime due mensilità.
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lunedì 9 luglio 2018
SCIOPERO! I vendipatria al servizio di Mansour Hadi bloccano la strada Moka-Kokha protestando per gli stipendi arretrati!
mercoledì 8 gennaio 2014
Lo sciopero di migliaia di 'sans papiers' negri paralizza il regime ebraico di occupazione della Palestina!
Innaffiavano i loro orrendi giardinetti, lavavano le loro auto, portavano a spasso i loro cani, sciacquavano i loro piatti sporchi, accudivano i loro vecchi rimbambiti...non vi era compito faticoso e umiliante che, in una società pigra e cialtrona come quella dell'Apartheid di Tel Aviv, i membri del 'popolo eletto' non trovassero comodo demandare alla schiera immensa degli immigrati dell'Africa Nera, possibilmente da paesi destabilizzati dal terrorismo sionista (vedi Sud-Sudan), possibilmente senza documenti (e perciò facilmente ricattabili e arruolabili a compensi da fame).
Quando, per compiacere lo zoccolo duro dei razzisti "A Sei Punte", che ci tengono molto all'omogeneità 'cromatica' di eretz israel (tanto da arrivare a drogare le ebree etiopi con contraccettivi velenosi per 'evitare' che 'sfornino' troppi pargoli scuri) il governicchio di Benji Netanyahu ha cominciato ad attivare nuovi 'lager' per l'arresto e la deportazione degli Shvartser dalla 'terra promessa', questa enorme, dolente, laboriosa massa, finora docile e silenziosa anche di fronte ad aggressioni e soprusi, ha detto "basta" ed é entrata in sciopero.
Sono oramai tre giorni, da domenica 5, che le dozzine di migliaia di 'sans papiers' africani hanno incrociato le braccia e gli effetti sulla società sionista si sono fatti sentire tutti: la portavoce del movimento di protesta degl'africani, Sumaya Nedey, ha dichiarato che nella giornata di oggi dovrebbe tenersi una grande marcia pubblica da Tel Aviv ad Al-Quds ma non é certo se essa si potrà tenere o se verrà impedita (come e con quanta violenza, resta da vedersi) dalla sbirraglia sionazista.
Quando, per compiacere lo zoccolo duro dei razzisti "A Sei Punte", che ci tengono molto all'omogeneità 'cromatica' di eretz israel (tanto da arrivare a drogare le ebree etiopi con contraccettivi velenosi per 'evitare' che 'sfornino' troppi pargoli scuri) il governicchio di Benji Netanyahu ha cominciato ad attivare nuovi 'lager' per l'arresto e la deportazione degli Shvartser dalla 'terra promessa', questa enorme, dolente, laboriosa massa, finora docile e silenziosa anche di fronte ad aggressioni e soprusi, ha detto "basta" ed é entrata in sciopero.
Sono oramai tre giorni, da domenica 5, che le dozzine di migliaia di 'sans papiers' africani hanno incrociato le braccia e gli effetti sulla società sionista si sono fatti sentire tutti: la portavoce del movimento di protesta degl'africani, Sumaya Nedey, ha dichiarato che nella giornata di oggi dovrebbe tenersi una grande marcia pubblica da Tel Aviv ad Al-Quds ma non é certo se essa si potrà tenere o se verrà impedita (come e con quanta violenza, resta da vedersi) dalla sbirraglia sionazista.
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mercoledì 15 febbraio 2012
"Non domandiamo il Caos, pretendiamo ciò che é giusto!": continua ancora la protesta degli insegnanti giordani!
Sono arrivati sotto le finestre del Primo Ministro, quell'Awn Khasawneh che dopo qualche fuggevole speranza all'indomani della sua nomina a Premier non si é dimostrato poi molto meglio di coloro che lo avevano preceduto, gli insegnanti e i professori giordani che, dopo aver rifiutato l'offerta governativa di un aumento del settanta per cento dei loro stipendi continuano a pretendere la rivalutazione degli stessi al cento per cento, praticamente un raddoppio, per poter fare fronto all'inflazione in costante aumento che negli ultimi anni ha eroso e divorato il loro potere di acquisto.
Al contrario di altri dipendenti pubblici, che 'arrotondano' i loro magri incassi con secondi lavori o, persino, con la richiesta di 'incentivi' e 'bustarelle' a quanti si rivolgono a loro per il disbrigo di una pratica o per il rilascio di una autorizzazione i lavoratori dell'insegnamento possono contare solo sulle loro buste paga e perciò la richiesta del raddoppio dello stipendio non deve suonare esosa o esagerata; le bandiere che hanno portato sotto i balconi di Khasawneh recitavano: "Non domandiamo il Caos, pretendiamo ciò che é giusto" e "Anche gli insegnanti hanno Diritti Umani, non accetteremo ingiustizie".
Quasi un milione e mezzo di scolari e studenti giordani sono rimasti a casa dall'inizio dello sciopero, dieci giorni fa, una 'vacanza' che forse ad alcuni di loro non dispiace ma il cui protrarsi metterebbe in serio dubbio la possibilità di concludere regolarmente l'anno scolastico e portare a termine i programmi didattici previsti.
Secondo Moustafa Rawasdeh, capo del Sindacato dell'Insegnamento, sono circa novantamila i docenti giordani che hanno incrociato le braccia.
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giovedì 9 febbraio 2012
Insegnanti giordani in sciopero per il terzo giorno consecutivo: "I nostri stipendi sono da fame!"
Insegnanti e professori del regno ascemita di Giordania proseguono per il terzo giorno consecutivo la loro agitazione mentre il Governo ha ufficialmente respinto la loro richiesta per un sostanzioso aumento degli stipendi, che non vengono aggiornati da anni e, complice la forte inflazione che erode e divora i redditi fissi, sono ormai inadeguati a garantire la mera sopravvivenza.
Il Gabinetto guidato da Awn Khasawneh ha proposto agli scioperanti un aumento molto modesto rispetto alle richieste avanzate ma i leader della protesta hanno risposto picche: "L'esperienza ci ha insegnato che gli scioperi compatti e prolungati sono gli strumenti più efficaci che i dipendenti pubblici possano usare per portare avanti le proprie rivendicazioni. A differenza di altri generi di dipendenti pubblici i docenti non possono 'integrare' i loro redditi con attività collaterali o con 'bustarelle', se facciamo una richiesta non recederemo dalle nostre posizioni fino a che non sarà soddisfatta!".
Il Consiglio sindacale dei Docenti ha dichiarato che praticamente tutte le scuole del paese sono chiuse; il portavoce del Ministero dell'Educazione Ayman Barakat ha affermato invece che l'adesione all'agitazione non é totale e che diversi istituti sono riusciti a mantenere l'attività didattica anche in questi ultimi tre giorni.
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martedì 18 ottobre 2011
Sciopero a oltranza alla Telecom Egypt, lavoratori indignati contro l'Amministratore delegato Abdel Rahimi!
I lavoratori egiziani della compagnia statale delle telecomunicazioni sono entrati in stato di agitazione a oltranza chiedendo la rimozione dell'Amministratore Delegato e il rilascio di tutti i loro colleghi arrestati dalle autorità. L'agitazione ha gettato nel caos un settore fondamentale per la vita quotidiana di milioni di persone; gli scioperanti chiedono anche un adeguamento dei loro salari al costo della vita, alzatosi spropositatamente durante gli anni di predominio di Hosni Mubarak, fedele esecutore delle devastanti 'ricette' del liberismo occidentale, che hanno gravemente penalizzato i dipendenti delle compagnie pubbliche, una volta portati in palmo di mano da governanti come Nasser.
Secondo quanto riportato dal quotidiano Al-Masri Al-Youm le rappresentanze sindacali dell'azienda accusano la dirigenza di malversazioni, sprechi e condotta incompetente volta unicamente a massimizzare i profitti a scapito della qualità del servizio e delle condizioni della forza lavoro. La dirigenza respinge le accuse e sostiene che il servizio continua a funzionare in maniera efficiente, nonostante lo sciopero.
I lavoratori di Telecom Egypt hanno tenuto riunioni e assemblee di protesta per tutta le scorsa settimana, concentrando i loro strali contro Mohamed Abdel Rahim, Amministratore Delegato che nei giorni scorsi é stato persino assediato nei suoi uffici fino a quando una task force del Ministero dell'Interno non lo ha liberato arrestando cinque lavoratori. E' proprio per la loro liberazione che lo sciopero a oltranza é stato dichiarato. La Commissione centrale di Revisione ha intanto annunciato di avere aperto un fascicolo sulle attività dei dirigenti dell'azienda, rilevando "irregolarità" nel pagamento dei bonus e dei premi di produzione previsti per i manager.
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venerdì 15 aprile 2011
Personale dell'UNRWA sciopera a Gaza: "Non ci piegheremo, non insegneremo l'Olocausto ai ragazzi dei campi profughi!"
Il Sindacato del personale della United Nations Relief and Works Agency (UNRWA) di Gaza ha dichiarato una serie di scioperi di cui il primo si é già tenuto, per protestare contro il minacciato licenziamento di alcuni insegnanti dalle strutture che, con finanziamenti ONU, danno un'istruzione ai ragazzi e ai bambini dei campi profughi della Striscia.
Durante una conferenza stampa collegata il dirigente sindacale Suhail al-Hindi ha espresso viva disapprovazione e condanna per i prospettati licenziamenti, che, stante le drammatiche condizioni occupazionali a Gaza (a causa dell'assedio israeliano) rischiano di condannare all'indigenza le famiglie degli insegnanti in questione. Al-Hindi ha collegato la misura alla reiterata opposizione degli insegnanti a inserire l'Olocausto nel curriculum di studi storici e sociali.
"I licenziamenti sono una manovra intimidatoria, si vogliono colpire alcuni insegnanti perché gli altri, intimiditi, rompano il fronte e si sottomettano all'imposizione". Il Sindacato reitera l'opposizione a qualunque insegnamento teso a presentare gli invasori e occupanti sionisti come 'vittime' e a sminuire, di concerto, le sofferenze e le ingiustizie patite dal popolo palestinese.
E' necessario, invece, approfondire e articolare meglio lo studio della storia palestinese dal 1948 fino al presente, in modo che i bambini e i ragazzi dei campi profughi abbiano un'idea migliore e più chiara anche delle ragioni storiche e sociali della loro storia personale, una storia che, anche oggi, é direttamente collegata con avvenimenti storici come la Dichiarazione di Lord Balfour, l'insurrezione contro l'Impero Ottomano, la Grande Rivolta, la pubblicazione del Libro Bianco e via via fino al "pogrom" militare sionista di due anni fa.
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