Una ottima notizia.
Jorge Videla é stato condannato all'ergastolo.
Nonostante tutto, nonostante i non luogo a procedere che sembravano avere "graziato" l'ex dittatore di Buenos Aires nel 1985, l'anno successivo alla caduta del regime militare che lui stesso aveva inaugurato col Golpe del '76, nonostante gli spalleggiamenti più o meno evidenti ricevuti dai presidenti Alfonsin e Menem nei primi anni di "normalizzazione" della società argentina emersa dagli orrori della repressione e della "Guerra Sucia", sporca, fatta di torture e di sparizioni, di bambini rubati e allevati dalle famiglie di coloro che ne avevano martirizzato i genitori, nonostante tutto questo, grazie anche alla dedizione al coraggio delle madri e delle nonne di scomparsi e rapiti, alla volontà del popolo argentino di fare giustizia, si é arrivati alla condanna, ergastolo, anche a trent'anni dai fatti, ergastolo, anche a un ottantunenne, ergastolo, perché certi crimini e certi orrori non vanno mai in prescrizione...ergastolo!
Una mappa delle principali attività israeliane in sostegno di regimi militari e razzisti, clicca qui per visualizzare una versione commentata. |
Ma...come é possibile questo? Si chiederanno diversi, forse molti dei nostri lettori?
Dobbiamo sempre ricordare che: prima di tutto a Israele dell'Olocausto e delle sue vittime non potrebbe importare di meno, tranne quando si tratta di spremere risarcimenti allo Stato tedesco o alle banche svizzere, oppure a sviare l'attenzione del mondo occidentale di fronte ai suoi pogrom, alle sue invasioni e ai suoi massacri, pretendendo di costruirsi una "nobile ascendenza di sofferenti sopravvissuti a Buchenwald od Auschwitz" per evitare di pagare dazio di fronte alle assemblee e agli organismi internazionali per la propria inqualificabile condotta in politica interna ed estera.
Inoltre, allineato sulle posizioni di anticomunismo più estremo in ogni angolo del globo Israele trovava logico e naturale allearsi con colonnelli greci, dittatori sudamericani, razzisti afrikaner e persino neofascisti e neonazisti italiani...quello che importava era mettere i bastoni fra le ruote all'Urss la cui retorica della liberazione e dell'affrancamento delle masse oppresse, per quanto in gran parte -appunto- retorica, suonava tuttavia come stridore di unghie sulla lavagna per le orecchie sioniste, visto che in un sol colpo negava la legittimità a esistere dello Stato ebraico, costruito esattamente sulla spoliazione ed oppressione dei Palestinesi.
"Realpolitik" era la parola d'ordine, anche se voleva dire stringere la mano e battere pacche sulle spalle di gente che aveva aiutato i persecutori e gli sterminatori degli Ebrei di Praga, Varsavia, Stettino, Lodz, Leopoli, Kiev, Riga, Minsk.
La repressione argentina della Sporca Guerra fu aiutata da Israele, così come la ragnatela di quel vero e proprio "mercato comune" di attentati, rapimenti, assassini e intimidazioni che andava sotto il nome di "Operazione Condor" e che vide uomini delle polizie segrete di tutto il Sudamerica (Brasile, Bolivia, Colombia, Cile, Argentina ed altri ancora...) mettere in comune strutture, fondi, uomini e informazioni per meglio schiacciare i movimenti popolari di lotta e di Resistenza alla brutalità militare patrocinata da Washington e armata e addestrata da Tel Aviv.
Ma la cooperazione fra la dittatura argentina e Israele non si limitava all'intelligence e alla tortura, generali e ammiragli di Buenos Aires erano graditissimi ospiti di leader sionisti militari e civili e a loro volta li ospitavano, come quando, nel 1980, Yitzhak Rabin venne a rendere loro visita, proprio lui, Rabin il 'martire della pace', Rabin 'la colomba', andava in pellegrinaggio presso Videla, perché, ovviamente, c'erano buoni affari da portare a termine: nel 1977 Jimmy Carter aveva chiuso i rubinetti degli aiuti militari a un regime argentino ormai sempre meno presentabile sul piano internazionale, Israele si faceva avanti con armi buone quanto quelle 'yanqui' e molto ma molto meno pelo sullo stomaco per 'appena' trentamila desaparecidos e cose simili, che turbavano i benpensanti Stati uniti, ma non certo lo Stato ebraico.
Un vero e proprio diluvio di armi israeliane si riversò sugli increduli generali e ammiragli sudamericani: Mirage III e A-4 Skyhawk dismessi dall'IAF, missili Shafrir per equipaggiarli, battelli lanciamissili Dabur equipaggiati con missili antinave Gabriel, e la versione modificate del Mirage, il Nesher (che in Israele era diventato ridondante vista l'introduzione del suo successore, lo Kfir); tutto questo "ben di dio" militare venne messo alla prova contro la flotta di Madama Thatcher durante la Guerra delle Falklands/Malvinas, riuscendo per qualche tempo a tenere testa alle forze di una potenza europea, per quanto in declino come la Gran Bretagna.
Subita la sconfitta a opera di Albione, i messaggeri e procacciatori d'affari israeliani entrarono in frenesia: c'erano tutte le perdite della guerra da reintegrare e sostituire, e, resi ambiziosi dall'influenza che sapevano di avere, prospettavano grandi cose a venire: parlavano apertamente di rendere l'Argentina una "potenza sud atlantica", baluginavano possibili rivincite contro l'Inghilterra, ma la declinante popolarità dell'apparato militare presso una popolazione che era stata dapprima oppressa e terrorizzata, quindi trascinata in un'avventura bellica finita malissimo impedirono il realizzarsi di quei progetti sionisti in Argentina.
Ora, con l'ergastolo a Videla, quel capitolo molto fosco e deprimente nella storia del Paese fondato da Belgrano può dirsi finalmente chiuso, ma a tutti gli amici dell'Argentina, del Sudamerica e della Giustizia e della Democrazia, sta il compito di ricordare ciò che é stato e quanto Israele sia stato strumentale ed entusiasta nel sostenere e foraggiare una delle più infami dittature del continente.
Oltre ai carnefici segregazionisti dell'apartheid sudafricano anche Videla amico di Israele. Sta bene. Non mi soprendo.
RispondiElimina