giovedì 24 marzo 2011

La Jihad islamica mantiene la parola e bombarda insediamenti ebraici illegali, ferendo 26 coloni armati a Tseilem e Neve Zipporah


Le Brigate Al-Quds, braccio militare del Movimento per la Jihad islamica in Palestina, hanno rivendicato il lancio di due razzi da 122 millimetri di diametro contro gli insediamenti illegali di Tseilem e Neve Zipporah nei pressi di Gan Yavne e Kiryat Malakhi, ferendo ventisei coloni ebrei fondamentalisti che sono stati immediatamente trasferiti presso il locale ospedale di Soroka.


La Jihad Islamica, tramite il proprio portavoce militare, aveva annunciato una pronta controffensiva in rappresaglia agli attacchi aerei che negli ultimi giorni hanno ucciso quattro suoi militanti, ferito gravemente e mutilato un quinto e, più leggermente, altri due suoi membri.

E' importante notare come, esattamente al contrario di quanto affermino i disinformatori filosionisti dell'Hasbara, i coloni armati degli insediamenti ebraici illegali non siano assolutamente da considerare 'civili', anche se fra le loro fila si possono trovare donne e bambini. Su questo equivoco si basa molta della propaganda filoisraeliana che, nel disperato tentativo di rafforzare la sgangherata e mendace narrativa di Tel Aviv sulla pretesa "impossibilità" di fare la pace coi Palestinesi batte sempre più frequentemente sul tasto del: "I Palestinesi attaccano i civili coi razzi!".

Gli attacchi con razzi e mortai condotti dalla Resistenza palestinese vengono frequentemente indirizzati contro gli insediamenti ebraici illegali e contro i loro avamposti, ma perché essi, nella strategia di invasione e giudaizzazione forzata del territorio palestinese al di là dei confini stabiliti dalla Risoluzione ONU 242 (del 1967), fungono da pedine e avanguardie dell'annessione israeliana.

Il gioco é semplice: lo stato sionista di Israele, riunite diverse famiglie di pazzi fanatici provenienti (letteralmente) dai quattro angoli del mondo le "trapianta" in terra palestinese, in strutture prefabbricate pagate coi soldi del bilancio israeliano (leggasi: con gli assegni che la 'Lobby a Sei Punte' lucra in Europa come 'compenso per l'Olocausto' e negli Usa come 'aiuto umanitario al terzo mondo' - Israele riceve dagli Usa ogni anno più di tutti gli stati africani messi insieme), quindi per 'difendere' i coloni dagli attacchi palestinesi, si dotano gli stessi di gran copia di armi automatiche, di cui sono grandi estimatori e collezionisti, dandole da usare persino ai loro figli (quel che si dice "educarli all'odio e alla violenza!").

Quindi, foraggiati dallo Stato di Israele e armati fino ai denti, i coloni ebrei fondamentalisti si lasciano andare a raid di violenza e distruzione, contro le proprietà e le dimore dei loro vicini palestinesi, contro le loro scuole, le loro chiese, le loro moschee e i loro cimiteri, come puntualmente riferito e testimoniato con nomi, date, fatti e foto dal nostro sito e dai pochi outlet di informazioni non genuflessi in direzione di Tel Aviv.

In ultimo, per meglio ancora "difendere" i coloni armati, li si circonda col muro dell'apartheid, si stabiliscono "zone interdette" attorno al loro insediamento (che, si badi bene, deve avere necessariamente attorno il necessario "Lebensraum" per la propria metastasi), si circondano di grate e palizzate i vicini centri palestinesi, per impedire loro di svilupparsi naturalmente (esemplare il caso della famiglia palestinese 'ingabbiata' perché troppo vicina a un avamposto di coloni ebrei!) e, se necessario, si collega l'insediamento ad altri mediante una o più "strade dell'Apartheid" a cui, ovviamente, i sottouomini palestinesi non possono accedere.

Così si compie pezzetto per pezzetto l'esproprio e la pulizia etnica della Palestina.

E' chiaro che, ai sensi di tutti gli Statuti di Diritto internazionale, quanti con la loro volontaria e attiva presenza si rendono complici e strumento stesso dell'annessione militare di territorio illegalmente conquistato per mezzo del 'fait accompli' spolverato e centellinato su un arco di tempo sufficientemente lungo da non far squillare gli arrugginiti campanelli d'allarme dell'opinione pubblica internazionale non possa in alcun caso essere considerato 'civile', ma piuttosto um miliziano impiegato in un'attiva opera di pulizia etnica.

Se si deve fare un paragone storico, i coloni ebrei fondamentalisti degli insediamenti sono l'equivalente ebraico dei 'contadini armati' con cui Heinrich Himmler sognava di 'germanizzare la Russia' fino agli Urali, dopo il 'necessario' sterminio delle popolazioni slave oppure, più vicino a noi, sono l'equivalente delle milizie cetniche della Rebubblica serba di Krajna, i responsabili delle stragi di Sebrenica, o i massacratori Hutu della minoranza Tutsi durante il genocidio ruandese del 1994.

Naturalmente, i coloni degli insediamenti illegali sono abbastanza scaltri da evitare di compiere soprusi e stragi tanto evidenti e palesi come i loro "colleghi" serbi e hutu, si 'accontentano' di sterminare alla spicciolata: oggi sparando a un pastore, domani ammazzando un automobilista; anche i danni all'agricoltura e all'allevamento palestinese sono un ottimo mezzo di pulizia etnica, se il pastore troppo lesto fugge si può sempre sparare o dare fuoco alle sue pecore, oppure incendiare e sradicare i mandorli e gli olivi dei contadini arabi...senza mezzi di sussistenza saranno comunque costretti ad andarsene e il delirio razzista della 'Grande Israele' potrà continuare, nel beato sonno della ragione dell'Occidente, dell'Europa e degli Stati uniti d'America.


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