mercoledì 26 ottobre 2011

Il Fronte d'Azione Islamico 'castiga' il reuccio ascemita: "Riforme? Troppo poco e troppo tardi, il popolo giordano pretende di più!"


Dopo la sostituzione dell'odiato Bakhit Marouf con l'ex-giudice internazionale Khasawneh sulla poltrona di Premier il Re di Giordania Abdallah II ha cercato di soddisfare le pressanti domande popolari di cambiamenti significativi nell'organizzazione e nella gestione della cosa pubblica con un nuovo, regale, "giro di valzer" sulle poltrone del potere: fuori il vecchio Maggiordomo di Palazzo, Khaled Karaki (sopra) politico consumato ed accademico di fama e dentro Riyadh Abu Karaki (qui a fianco), ex-generale, cui il sovrano ascemita ha raccomandato di: "Andare incontro alle richieste popolari".

Non sarà certo per via dell'omonimia, ma a molti giordani questo balletto di poltrone non é sembrato precisamente un segnale positivo, visto che una delle richieste centrali del fronte d'opposizione é la riforma proprio del sistema di assegnazione delle cariche politiche, che finora la Casa di Hashem ha sempre saldamente tenuto in mano; in particolare Ali Abu Sukkar (sopra, a destra), capo del Fronte d'Azione Islamico (estensione della Fratellanza musulmana in Giordania) ha detto che: "Né la composizione del Governo presieduto da Khasawneh, né questa sostituzione tardiva ed esteriore soddisfano l'anelito di cambiamento che anima il popolo giordano".

Intanto, avantieri, il Re ha dato il benestare all'insediamento dei trenta ministri guidati dal nuovo Capo del Governo, una serie di grigi e anonimi burocrati addentellati da decenni con gli ambienti della corte che, a parole, si dicono convinti sostenitori della "necessità di un nuovo corso politico", ma che in realtà faranno di tutto per cercare di sedare e addormentare il movimento popolare per la riforma, nel tentativo di impedire che anche ad Amman inizi a spirare l'austro rinnovatore della Primavera Araba.
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