domenica 8 luglio 2012

Violenze, roghi, sparatorie e proteste: la Libia fallisce nell'obiettivo di dare un'immagine 'normalizzata' del paese con le elezioni!

Atti di violenza, proteste, sabotaggi e persino incendi hanno costretto le autorità libiche a sospendere le operazioni di voto in oltre cento seggi, massimamente localizzati nella restiva parte orientale del paese, portando grave imbarazzo al Consiglio di Transizione che sperava di poter dare un'immagine di normalità e tranquillità del paese nordafricano chiamato alle urne per la prima volta nella sua Storia. Il Segretario della Commissione elettorale Nuri al-Abbar ha cercato di dare una lettura normalizzatrice e rassicurante ammettendo solo che "alcune stazioni di voto non hanno potuto dare il via alle operazioni non essendo state raggiunte per tempo dai materiali necessari, per motivi di sicurezza". Ma le sue parole, attentamente analizzate, dimostrano che il Governo transitorio di Tripoli a oltre otto mesi dalla morte di Gheddafi non controlla il territorio di tutta la nazione.

Inoltre, testimoni diretti contattati a Bengasi dichiarano di avere chiaramente inteso il crepitio delle armi automatiche subito dopo che circa 200 dimostranti si erano riuniti in piazza per chiedere maggiore rappresentatività in Parlamento per la regione della Cirenaica; "culla" del movimento violento anti-Gheddafi che é riuscito ad avere la meglio sulle forze del Colonnello solo dopo mesi di 'tira e molla' e con la copertura aerea della NATO e dei paesi filoimperialisti del Golfo Persico l'Est della Libia tuttavia sarà rappresentato, secondo i programmi elettorali, da soli 60 rappresentanti nella futura Assemblea Nazionale che dovrebbe uscire dalle urne, a malapena 20 in più di quelli assegnati all'enorme e disabitato meridione del paese, contro i ben 102 eletti in Tripolitania.

Un impiegato della Commissione Elettorale che stava trasportando via elicottero materiali di voto a sud di Bengasi é rimasto ucciso quando il velivolo di cui si trovava a bordo é stato fatto segno di fuoco da terra da parte di miliziani scontenti e, nella giornata di ieri, il deposito dei materiali di voto ad Agedabia ha preso fuoco per cause che pare certo siano state dolose. Si attende con ansia il termine delle operazioni di voto, mentre non é escluso che nuove violenze possano punteggiare anche la giornata di oggi.
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