domenica 8 luglio 2012

Comincia la produzione in serie dei nuovi missili anticarro delle forze armate iraniane: i "Dehlavieh!"

Come precedentemente annunciato su queste stesse pagine era solo questione di tempo prima che la Repubblica Islamica iraniana aggiungesse, grazie agli sforzi e alla disciplina dei suoi ricercatori e dei suoi tecnici specializzati, un nuovo, avanzato e letale sistema d'arma anticarro alla sua già nutrita panoplia di armi progettate per sopraffarre i veicoli corazzati nemici che finora annoverava i missili "Toophan" (-1, -2, -2B e -5) e "Saegheh" (nelle versioni -1 e -2) se Toophan e Saegheh erano rispettivamente versioni evolute e migliorate de 'TOW' e dei 'Dragon' di origine Usa il nuovo missile "Dehlavieh" invece ha più punti in comune con il russo "Kornet", già in possesso delle forze armate iraniane e usato con grande successo da Hezbollah nella guerra dell'estate 2006 contro gli invasori israeliani, ma non ne é una copia migliorata ma piuttosto una radicale evoluzione.
"Dehlavieh é progettato per poter colpire bersagli protetti da pesanti corazzature con grande precisione da lunga distanza grazie a un avanzato e innovativo sistema di guida SACLOS (Controllo Semiautomatico lungo Linea Visuale) molto resistente alle interferenze nemiche e che permette il trasferimento dall'arma al bersaglio del massimo di potenza distruttiva al momento dell'impatto". Secondo quanto dichiarato dal Ministro della Difesa iraniano, Brigadier-Generale Ahmad Vahidi, l'estrema leggerezza, versatilità e portabilità del sistema ne fanno un "assetto primario sul campo di battaglia, la cui presenza pone in netto svantaggio quanunque nemico che faccia un grande affidamento su veicoli blindati e corazzati, anche se dotati di armature reattive, per sconfiggere le quali la testata del 'Dehalvieh é stata dotata di particolari caratteristiche che le permettono di baipassare efficacemente quel sistema di protezione".
"Dehlavieh" prende il nome dalla regione del Khuzestan meridionale dove Mostafa Chamran, il primo Ministro della Difesa della neonata Repubblica Islamica si immolò sul campo di battaglia quando, sorpreso in una sua visita al fronte da una puntata offensiva di brigate corazzate irakene (nell'ambito dell'aggressione di Saddam Hussein avallata e sponsorizzata dagli Usa e dall'Occidente), rifiutò di mettersi in salvo separatamente e guidò personalmente le truppe iraniane contro gli invasori. In un'epoca in cui i dirigenti delle corrotte e arroganti potenze imperialiste manipolano terroristi e mercenari come loro burattini da continenti di distanza per cercare di mettere in difficoltà l'Iran e gli Stati suoi alleati dell' "Asse della Resistenza" l'esempio del matririo di Chamran deve rimanere scolpito nei cuori e nelle menti di tutti, per ricordare che ogni sacrificio é accettabile e persino auspicabile se porta la lotta per il riscatto degli Oppressi e l'umiliazione e il castigo degli Oppressori anche solo un po' più vicina alla sua conclusione predestinata.
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