sabato 8 ottobre 2016

Nel 1984 Ali Khamenei incontrava Assad padre, cementando l'alleanza Teheran-Damasco!

Questo articolo a momenti verrà pubblicato anche sul quotidiano online L'Opinione Pubblica, col quale mi pregio di collaborare e dove i miei scritti sono tutti consultabili a questa pagina web.

Trentadue anni orsono all'aeroporto internazionale di Damasco il picchetto d'onore della Repubblica Araba Siriana venne schierato e il Presidente Hafez Assad si recò personalmente a incontrare un ospite inusuale: il membro del Parlamento iraniano e dell'Assemblea degli Esperti (nonché consigliere personale di Khomeini) Ali Khamenei.

Nel settembre 1984 la Repubblica Islamica dell'Iran si trovava in grave difficoltà: dopo avere contenuto e respinto l'invasione irakena del 1980 i suoi tentativi di portare la guerra nel cuore del paese nemico si erano impantanati in una serie di offensive sterili e costose.

Per una serie di slittamenti e riposizionamenti nell'agone della politica internazionale l'Irak di Saddam Hussein godeva all'epoca dell'appoggio di entrambe le superpotenze (l'URSS che riforniva di armamenti avanzati le sue forze armate, gli USA che garantivano crediti, copertura diplomatica, intelligence satellitare e "fertilizzanti" pronti da trasformare in gas tossici), nonché di quello di Francia, Arabia Saudita, Kuwait, Giordania, Egitto e altri paesi del Mondo Arabo.

L'Iran invece, guardato in cagnesco sia dal mondo occidentale che dal blocco socialista, godeva dell'ondivago appoggio solo di alcuni "cani sciolti" dello scenario politico mondiale: Gheddafi, la Nord Korea, la Cina pre-miracolo economico (e quest'ultima su pure basi strettamente commerciali).

Solamente la Siria di Hafez Assad si era volta con buona volontà verso Teheran, per una serie di circostanze che faciliteranno il forgiarsi di un'alleanza che permane e si rinnova tuttora.

La Siria, avversaria storica di Israele nelle guerre degli anni '60 e '70 si era considerata "tradita" da Anwar Sadat nel 1973, quando durante la Guerra del Ramadan le forze egiziane dopo avere invaso il Sinai non incalzarono ulteriormente il nemico, permettendogli di concentrare le sue migliori riserve sul fronte del Golan.

Il successivo "appeasement" diplomatico del Cairo nei confronti di Tel Aviv, con la sigla della capitolazione di Camp David, non fece che incensare ulteriormente il leader siriano, che dichiarò morto ogni sentimento di cameratismo nasseriano e panarabo col Paese delle Piramidi e prese personalmente in mano la bandiera del "Fronte del Rifiuto", continuando a sostenere le rivendicazioni palestinesi e sdegnando ogni proposta di accordo o trattativa con Tel Aviv.

Tale posizione esacerbò ulteriormente la rivalità tra Assad e Saddam Hussein, che proprio alla fine degli anni '70 stava cercando di cementare una sua personale egemonia interaraba e decise di puntare forte sul ruolo di "Novello Saladino" impegnandosi a sfidare e contenere il "mostro khomeinista".

Apparentemente Hafez Assad, ufficiale d'aviazione, laico e nazionalista, non aveva niente in comune coi religiosi di Teheran, ideatori della dottrina della Repubblica Islamica basata sulla "Velayat-e-Fiqh" (Autorità del Giureconsulto), ma la sua appartenenza familiare a una minoranza religiosa (gli Alawiti) in parte collegata con lo Sciismo gli dava quantomeno una base su cui intavolare un rapporto amichevole coi nuovi reggitori dell'Iran.

Da quel seme germogliò un rapporto intenso: la Siria di Assad non era certo una superpotenza, ma Teheran era assetata di alleati, di qualunque genere e la chiusura dell'oleodotto irakeno che permetteva a Saddam Hussein di smerciare il suo greggio dai terminali del Mediterraneo Orientale (tramite la Siria, secondo accordi presi quando tra Damasco e Bagdad spirava aria di fratellanza) venne accolta come un gesto nobile e coraggioso da parte del Presidente siriano.

Il ricorso sempre più frequente degli Irakeni all'arma missilistica per bombardare le città iraniane (in modo da evitare la rete di difesa dell'aviazione di Khomeini) mise la Repubblica Islamica nella necessità di dotarsi di adeguate armi di rappresaglia, per l'efficiente utilizzo delle quali il "know how" missilistico siriano si rivelò essenziale.

In breve, come testimoniato dalle stesse immagini che corredano questo breve scritto, l'alleanza Teheran Damasco si rafforzò al punto tale che, di fronte alla domanda di un cronista che gli domandava come mai preferisse sostenere l'Iran persiano anziché l'Irak arabo e (almeno formalmente) "baathista" Hafez Assad replicò: "Perchè verrà un giorno in cui la Siria riceverà l'aiuto degli Iraniani 'persiani' mentre gli altri Paesi Arabi saranno impegnati a piantarle coltelli nella schiena".

La situazione siriana attuale, dove nel paese agiscono gruppi terroristici finanziati da Arabia Saudita, Qatar ed altri emirati, mentre le forze armate nazionali sono aiutate e sostenute da consiglieri iraniani e da milizie sciite da questi addestrate e rifornite sembra vendicare "in toto" la profezia del vecchio Assad, che evidentemente sapeva molto bene come e quanto dare ascolto al suo cinismo.

Se suo figlio Bashar è riuscito a resistere per cinque anni a un'aggressione così vasta e spregiudicata come quella scatenata contro il suo Paese e il suo Governo lo si deve senza dubbio anche grazie al "ponte" sagacemente gettato da Hafez verso Teheran.

8 commenti:

  1. Col ca**o che i nostri media fanno vedere queste immagini.
    https://m.youtube.com/watch?v=z_9usq_6JjM
    Ciò che mi mette più tristezza sono gli ultimi secondi in cui il cellulare di un morto squilla... e pensare che dall' altra parte una famiglia lo cerca invano
    Lex

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    1. Naturalmente questi immagini non le vedremo mai se non scambiandocele fra di noi , tra l'altro grazie dell'aneddoto sul telefonino (non lo avrei notato), anche se la cosa mi rattrista ancora di più. Diego.

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  2. Grande famiglia quella degli Assad, veri uomini d'onore, quanta differenza con i sub umani alleati stretti dell'occidente, che si distingue per scegliere sempre il peggio.

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  3. Gianus ,mi sai spiegare il notevole numero di Ceceni che combattono ( e muoiono) contro Assad ed i Siriani?
    I "sub umani occidentali" sono i turchi e gli Arabi...non li considero nostri alleati! Ciascuno sta seguendo i propri interessi,non quelli dell'Italia e dell'Europa!

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    1. Capisco che devi dare contro e stuzzicare Gianus ad ogni suo commento ma sii almeno logico nel tuo contrapporti. I "moderati" ceceni sono su libro paga usa e inglese da parecchio, i turchi sono alleati dell'Europa e si beccano pure 6 miliardini per i servizi che ci fanno, gli arabi intesi come arabia saudita sono alleati privilegiati di usa Europa e Italia anche...non ti ritieni piu' italiano ed europeo?

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    2. Anonimo 1923. Penso che tu faccia una confusione. Chi "stuzzica Gianus" siamo noi, del Troll 24h/24H. Non " ad ogni suo commento " ma solo quando siamo dell'avviso che ESAGERA. Diffatti gli ultimi commenti del Gianus hanno superato la nostra censura senza problemi. Il commento del 1846 NON Ê NOSTRO. Dato che Gianus 1830 dice esattamente quello che noi pensiamo. L'IMPARZIALITÂ insegna che bisogna giudicare il nemico con lo stesso metro con cui si giudica l'amico. Buona sera!

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    3. Chiedo scusa all'anonima troll nella sua interezza, lo stile mi sembrava il vostro, ammetto l'errore a seguito della vs precisazione.

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  4. Anonimo 2019. Lei è una persona educata e sensibile. Specie rara in questo sito. Anche noi, a furia di venire insultati, abbiamo incominciato a dare calci negli stinchi!! Leggi e rileggi, non riesco a capire il senso delle righe del 1846. Buona serata.

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