Tra Siria e Irak si trovano dozzine e dozzine di comunità cristiane.
Alcune, come a Maaloula, sono tra le più antiche della Storia, vere e proprie "capsule del tempo" dove si può ancora ascoltare un idioma derivato da quello parlato da Gesù e dai suoi discepoli.
Altre invece risalgono alla diaspora armena, quando fuggendo il genocidio turco centinaia di migliaia di profughi si sparsero nella regione.
I Cristiani sono da sempre "il sale" di queste società: medici, giornalisti, professori, avvocati, intellettuali, di fede cristiana hanno animato la scena politica e culturale siriana e mesopotamica.
Questa storia rischiava di interrompersi a causa del sedicente, eretico "califfato" dell'ISIS, che aveva messo radici proprio a cavallo del confine siro-iracheno.
Fortunatamente, con la sua sconfitta e il suo crollo, migliaia di Cristiani che erano fuggiti come profughi sono riusciti a tornare alle loro case, per riprendere le loro vite e il loro ruolo di vivaci protagonisti della storia e della cultura di quest'angolo di mondo.
Non meno di 4000, secondo dati recenti, sono quelli rientrati a Mosul, secondo i dati forniti dal Governatore di Ninive, Nawfal Hammadi.
Qualcuno ha mai sentito jorge maria bergoglio parlarne?
Si sarà scordato.
Del resto, occuparsi così tanto di immigrati clandestini, stanca!
Ma che je frega a quello dei Cristiani... Gli è più importante l'ecologia.
RispondiEliminaPiu chi ammazzano piu diventiamo forti
RispondiEliminaPurtroppo, i cristiani a Mosul, ai tempi di Saddam, erano più di centomila, ma, nel momento della calata dell'isis sulla città, si erano già ridotti a diecimila, o poco più. La maggioranza dei cristiani era fuori città, nella piana di Ninive e anche da lì sono fuggiti, poco dopo quelli di Mosul, per l'arrivo dell'isis.
RispondiEliminaDubito che i cristiani torneranno in buon numero in città e nella piana di Ninive ...