mercoledì 23 febbraio 2011

David Cronin cerca di arrestare il fascista Avigdor Lieberman a Bruxelles per i suoi crimini in favore dell'Apartheid



Con un coraggio fisico e morale che desta quasi altrettanta ammirazione quanto la sua lucida, documentata e incontestabile disamina della vergognosa e umiliante politica di subalternità europea ai desiderata strategici ed economici del sionismo internazionale, il reporter investigativo e attivista per i Diritti umani David Cronin ha cercato, con pieno diritto e legittimità, di mettere in azione la pratica del "citizen's arrest", la facoltà che tutti i privati cittadini hanno di trasformarsi in pubblici ufficiali ed effettuare un fermo di fronte a un reato evidente e scoperto, in mancanza di un intervento ufficiale.

Nella giornata di ieri, mentre il politico ultranazionalista e fascista Avigdor Lieberman si gongolava del trattamento da pascià riservatogli dagli imbelli e servili burocrati di Bruxelles, Cronin si é fatto avanti e, a voce alta e forte ha esclamato: "Signor Lieberman, questo é un arresto da parte di un privato cittadino, lei é colpevole del crimine di persecuzione razziale, la prego di seguirmi al più vicino posto di polizia!".

Vi assicuriamo che sul grugno di Lieberman, per un istante breve ma chiarissimo, si é dipinta una vera e propria smorfia di terrore irrazionale, ferino.

Lieberman sa, che, per quanto ampia sia la ragnatela della lobby filosionista, per quanto avvolgenti e penetranti, fin nei più intimi livelli della politica Europea, siano le sue trame i Popoli d'Europa non hanno che schifo e ribrezzo per lui e per quelli come lui, per tutti coloro che usano l'impunità per farsi arroganti e spietati persecutori di coloro che non possono difendersi.

Cronin, ovviamente, é stato allontanato dalla sala da due "gorilla" che si sono affrettati a correre in soccorso del prepotente, a tutelare il diritto del più forte a perseguitare, segregare e tormentare i cittadini Palestinesi e venire poi accolto con tutti gli onori nella capitale dell'Unione Europea, ma il suo obiettivo era raggiunto, il messaggio recapitato, come un Dr Jekyll che tema a ogni passo di ritrasformarsi nel mostruoso Hyde Avigdor Lieberman tremerà dentro di sé ogni volta che si sentirà chiamare a voce alta.

"Mister Lieberman! Lei é colpevole del crimine di persecuzione razziale!"

"Mister Lieberman!"

"Mister Lieberman!"




Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

Il Ministro degli Esteri siriano invita Fatah alla riconciliazione nazionale


Il Ministro degli Esteri siriano, Walid Muallem, ha dichiarato che il veto statunitense alla Risoluzione ONU che avrebbe dovuto condannare gli insediamenti ebraici illegali é stato "un evento disgraziato e vergognoso". Muallem ha dichiarato che comunque quel che é accaduto la scorsa settimana non mette la parola "fine" alla questione; le richieste palestinesi in merito riprenderanno forza e abbrivio attraverso un processo di ricomposizione dell'unità di intenti fra Hamas e Fatah e una nuova coordinazione degli sforzi di lotta contro l'occupazione e la pulizia etnica di stampo sionista.

Muallem, rispondendo alle domande dei cronisti presenti alla conferenza stampa ha dichiarato: "Chiunque conti sui veti della Casa Bianca per tacitare la Questione Palestinese é un illuso perché, con tutto il loro peso economico e militare, nemmeno gli Stati Uniti d'America hanno il potere di trasformare l'ingiusto in giusto e per questo motivo la questione degli insediamenti illegali continuerà a spuntare fuori e a venire riproposta, fino a che il consenso internazionale non avrà ragione delle opposizioni parziali e interessate di Washington".

Il Ministro ha anche dichiarato che la fazione Fatah, attualmente in controllo della Cisgiordania, dovrebbe smetterla di farsi illusioni sul "processo di pace" e sul potere 'taumaturgico' delle assise internazionali; un rafforzamento dei legami con altre importanti organizzazioni della Resistenza palestinese potrebbe sortire effetti molto più significativi e duraturi di qualunque campagna diplomatica.

In chiusura, il responsabile degli Esteri di Damasco ha sottolineato l'importanza del prossimo meeting della Lega Araba, programmato per tenersi in Irak; sottolineando come esso costituirà, con ogni probabilità, la prima occasione di confronto con le nuove realtà arabe e nordafricane uscite dalle rivolte popolari di gennaio e febbraio.

Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

Il vice di Netanyahu dichiara che l'occidente avrebbe dovuto aiutare Mubarak, Ben Ali e Gheddafi!


Il vice Primo Ministro sionista, Silvan Shalom, ha compiuto una grave gaffe affermando, in una dichiarazione ufficiale davanti a giornalisti, che il mondo occidentale avrebbe 'fallito' nel 'sostenere e appoggiare i propri alleati' in Egitto, Tunisia e ora in Libia, perdendo 'posizioni' in tutto il Nordafrica.

Forse il cruccio e l'insoddisfazione di essere 'secondo' di una figuretta tanto patetica e inconsistente come quella di Benji Netanyahu ha avuto la meglio dell'aplomb e del senso della proprietà e dell'opportunità politica di mr. Shalom, fatto sta che, nella recente 'esternazione' egli si é lasciato sfuggire ciò che alcuni sapevano e molti sospettavano, ma che 'per buona educazione' pochi finora avevano osato mettere in luce: Israele considera buoni alleati da sostenere regimi tirannici e liberticidi, che non si fanno problemi a usare il terrore politico, le stragi di stato sotto falsa bandiera, la tortura e persino la forza militare contro il popolo indifeso pur di rimanere al potere.
Coerente con le sue profonde radici e fondamenta autoritarie e razziste Israele si dice a favore della 'democrazia' solo quando gli comoda: se il popolo 'minaccia' di avvicinarsi a scelte e posizioni non gradite a Tel Aviv esistono sempre gli autocrati, le polizie segrete, le camere di tortura e qualche 'salutare' raffica di mitra (o bombardamento) contro la folla.

Ovviamente, una volta resosi conto di avere parlato troppo e troppo chiaramente Shalom, realizzando di non poter fare marcia indietro, ha quantomeno dato prova di una certa scaltrezza (che però non può mai fare totalmente le veci dell'intelligenza), tentando di agitare lo spauracchio dell' "Uomo nero di Teheran" invitando (o ordinando?) a Europa e Stati Uniti di 'fare attenzione' e 'contrastare' i tentativi della Repubblica iraniana di 'giocare un ruolo attivo' nelle Rivoluzioni arabe in corso in Egitto, Libia e Tunisia, paventando "un piano iraniano per controllare le riserve strategiche del Medio Oriente".

Quali fonti, dati e indizi abbia mr. Shalom, occhialuto burocrate di Tel Aviv (nato però a Gabes, Tunisia), per poter denunciare presunti 'complotti internazionali' tessuti da Khamenei e Ahmadinejad, non é dato sapere.

Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

Forze israeliane rapiscono leader religioso palestinese di ritorno da un pacifico sit-in contro la giudaizzazione forzata di Gerusalemme!


Lo Sceicco Raed Salah, storico leader del Movimento musulmano in Israele, é stato rapito da membri dell'apparato repressivo sionista a Gerusalemme, pochi minuti dopo che aveva lasciato una cerimonia nel quartiere di Silwan.

La preoccupante notizia é stata riportata dalla Fondazione Aqsa.

Il Consigliere del Movimento musulmano Ali Abu Sheika ha dichiarato: "Ero con lo Sceicco Saleh in una tenda del sit-in ad Al-Bustan, a Silwan, subito dopo la fine della manifestazione, che celebrava i due anni dal primo sit-in nella zona contro gli espropri e gli sfratti delle autorità israeliane, ci siamo accinti a tornare a Umm el-Fahm, quando veicoli della polizia sionista e altre macchine senza insegne ci hanno bloccato in mezzo alla strada nella zona di Sheik Jarrah. Uomini armati ne sono scesi e hanno fatto scendere lo Sceicco mentre mi bloccavano chiedendomi un documento. Saleh è stato caricato su una delle loro macchine e portato via".

Non é stato quindi un arresto, con dichiarazione del reato e procedura formale, ma un vero e proprio rapimento, secondo la procedura preferita dalle forze dell'occupazione sionista.

L'avvocato Khaled Zabarika, direttore della Fondazione per lo Sviluppo di Gerusalemme é stato incaricato di seguire il caso; fino ad adesso il criminale rifiuto delle forze di occupazione di dichiarare dove si trovi lo Sceicco e il motivo per il quale sia stato rapito ha frustrato ogni suo sforzo.

Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

Hamas mette in guardia Abu Mazen: "Se vuoi riconciliarti smetti di perseguitare i nostri uomini in Cisgiordania!"


Il Movimento di Resistenza musulmano Hamas, oggetto di parecchi approcci riconciliatori provenienti da rappresentanti della fazione Fatah dopo che la "strategia ONU" portata avanti da Abu Mazen e soci per tanti mesi si é rivelata un totale e umiliante fallimento, ha messo in chiaro per bocca di un suo autorevole leader che qualunque spinta per la ricostruzione dell'unità nazionale palestinese deve essere preceduta da un'assunzione di responsabilità per la sua rottura e da concreti e pratici gesti di buona volontà.

Sami Abu Zhuri, estensore dell'ammonimento, ha articolato che, qualora unicamente motivati dalla perdita di prestigio della fazione di Mahmud Abbas e del suo cosiddetto 'governo di Ramallah', tutti i possibili tentativi di dialogo non avrebbero alcuna speranza di successo, visto che gli indirizzi politici di Hamas non sono dettati dalla popolarità o dalla convenienza, ma da una seria analisi di cosa sia meglio per il popolo palestinese e per l'affermazione dei suoi diritti.

"Non ha senso chiedere una riconciliazione quando membri e simpatizzanti di Hamas in Cisgiordania sono ancora imprigionati e torturati nelle galere di Fatah", ha puntualizzato Zuhri, spiegando poi come la fine di ogni operazione persecutoria contro la gente di Hamas in Cisgiordania rappresenti la "chiave di volta" di un effettiva ricomposizione della frattura consumatasi nel 2007 quando, nel tentativo di rovesciare con la violenza il risultato delle libere e democratiche elezioni palestinesi la fazione di Mahmud Abbas tentò un maldestro Colpo di Stato contro il Consiglio legislativo uscito dalle urne (nel quale Hamas aveva la maggioranza assoluta) e il Governo che esso legittimamente aveva espresso.

Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

martedì 22 febbraio 2011

Gheddafi é in Libia ma le tribù maggiori cominciano a sottrarsi al suo controllo


Un po' patetico, con l'ombrello in tinta col fuoristrada e un'espressione stranita da pensionato che non ricorda come mai é uscito di casa, il Colonnello Gheddafi é apparso alla TV libica per 22 secondi, recitando un breve messaggio nel quale dichiarava di trovarsi "A Tripoli e non in Venezuela" e invitava la popolazione a non prestare orecchio a ciò che su di lui dicono "i canali di proprietà dei cani sciolti".

Le notizie del giorno, comunque, non devono avergli fatto fare salti di gioia, visto che é confermato che il gruppo tribale dei Warfala, nel quale si riconosce ben un milione dei sei milioni e mezzo di cittadini libici, avrebbe apparentemente abbandonato la posizione di appoggio e sostegno nei suoi confronti che ha mantenuta praticamente fin dal golpe contro Re Idris. Le altre tribù principali della Libia sono: Zintan, Rojahan, Orfella, Riaina, al Farjane, al Zuwayya, Tuareg.

Uno degli indubbi talenti di Gheddafi, che gli ha consentito di restare al potere molto più a lungo di Ben Ali e Mubarak, era proprio l'abilità di saper giostrare le fedeltà e le alleanze tribali, come un capo nomade, in maniera da lasciare sempre isolati e in minoranza i suoi nemici del momento; inoltre, sempre dalle stesse fonti, sembrerebbe che anche i nomadi tuareg dell'interno, forti di mezzo milione di numero, abbiano deciso di schierarsi contro il leader della Jamahiryia.

Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

Una connection Israele-Cile per spiare Iran e Venezuela, il Mossad assoldava i colonnelli di Pinochet!


Dal gran calderone di ovvietà e patacche che si chiama Wikileaks, può anche venir fuori, di tanto in tanto, qualche sporadico chicco di grano in mezzo a staia e staia di loglio...nella fattispecie un memorandum interno made in Usa dove si registra come Israele, facendo fruttare i suoi ottimi contatti nelle forze armate cilene (mai epurate degli ufficiali fedeli a Pinochet e colpevoli di innumerevoli crimini) avesse "cooptato" la collaborazione di diversi alti papaveri degli Stati Maggiori di Santiago, per spiare i rapporti di cooperazione tra Iran e Venezuela.

L'attaché militare israeliano, Colonnello Yoeli Orr (giubilato dal comando della Brigata Hermon dopo la debacle libanese del 2006 e spedito in Sudamerica), avrebbe contattato personalmente gli ufficiali cileni, tutti "veterani" delle campagne di tortura e persecuzione scatenate dal caudillio della Moneda e dai suoi più stretti collaboratori, strenui ammiratori e sostenitori di Israele, per "condividere informazioni e fornirsi addestramento reciproco, quando e dove possibile".

Evidentemente, a "causa" di un ventennio di democrazia, seppur imperfetta e priva del necessario "repulisti" dai cascami della dittatura militare, i boia in uniforme di Santiago avranno sentito il bisogno di una 'rinfrescata' delle loro tecniche di interrogatorio e tortura? Del resto rivolgersi a Israele per simili 'ripassi' non é certo qualcosa di anomalo, visto il ruolo principe che le forze armate dello Stato ebraico ebbero nel rifornire e armare la dittatura di Pinochet e nell'indirizzarla durante il periodo della cosiddetta "Operazione Condor", in cui tutti i regimi militari di destra filo-imperialisti e filo-sionisti si unirono per una caccia all'uomo internazionale contro oppositori politici di sinistra, leader guerriglieri e sindacali.

I rapporti tra Iran e Venezuela, paesi anti-imperialisti, forti esportatori di petrolio e idrocarburi, propugnatori dei diritti delle masse oppresse contro gli interessi di sfruttatori e colonialisti, sono sempre stati visti con viva preoccupazione da Tel Aviv, logico quindi che i capi dello spionaggio israeliano abbiano cercato di rinfrescare i loro contatti meno presentabili (di cui hanno grande dovizia) risalenti agli anni '70 e '80 per tentare di racimolare informazioni in merito.

Secondo il memorandum diplomatico la cooperazione Cileno-israeliana si starebbe attualmente sfilacciando, a causa della decisione del paese latinoamericano di riconoscere ufficialmente lo Stato palestinese nei confini indicati dalla Risoluzione ONU 242.

Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

Israele vuol demolire 70 pozzi artesiani palestinesi per assetare il popolo di Cisgiordania!


Con il tipico e piratesco opportunismo che sempre ha contraddistinto la sua condotta criminale il regime dell'Apartheid di Tel Aviv sta approfittando del clamore suscitato dagli eventi libici (e più in generale da tutto il clima delle recenti rivoluzioni nordafricane) per imprimere un'accelerazione alle sue attività di persecuzione e genocidio contro i Palestinesi della Cisgiordania.

Nel tentativo di rendere sempre più precaria la loro esistenza, oltre a scatenare i coloni ebrei fondamentalisti contro i villaggi, i campi e gli edifici sacri, oltre ad espandere ed estendere i loro insediamenti illegali e a farli proteggere dall'esercito più (im)morale del mondo e dall'altrettanto ripugnante barriera dell'Apartheid, adesso lo Stato ebraico progetta di distruggere più di settanta pozzi artesiani, in modo da negare l'acqua potabile a dozzine di villaggi, orti e campi coltivati cisgiordani, mentre le case dei settler razzisti e fanatici, attingendo a quelle falde, potranno avere piscine, giardinetti all'inglese, campi da calcio e aiuole irrigate notte e giorno.

Il primo obiettivo di questa vergognosa offensiva contro l'acqua é stato il villaggio di Kafr-Dan, dove, negli scorsi giorni, team di geologi e ingegneri militari hanno fatto rilevamenti per accingersi a distruggere tutti i pozzi della zona. La strategia é chiara, Israele vuole appropriarsi di tutta l'acqua della regione per poi poterla negare ai Palestinesi e costringerli ad abbandonare le loro terre inardite e distrutte dalla siccità.

Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.