domenica 25 dicembre 2011

Il dittatore Saleh fa i bagagli in direzione Usa: ma i suoi scherani fanno altri 13 morti tra i manifestanti!


Sono ormai più di cinquantamila i "marciatori" arrivati nella capitale yemenita Sanaa dalla regione meridionale di Taizz e, con i loro ranghi aumentati da tanti compagni di lotta i rappresentanti delle opposizioni stanno mettendo in atto il loro proposito di "assediare" nel suo compound fortificato il dittatore Ali Abdullah Saleh; i suoi sgherri, ormai praticamente privi di guida, si lasciano andare ad atti di violenza gratuita e disperata, che sono costati nella giornata di ieri tredici vittime.

"Tra i morti si conta anche un giornalista, identificato come Tawfiq Ahmed, e almeno 200 feriti" ha detto ai microfoni dei media locali il Dottor Faiz al-Shaybani, che serve presso l'ospedale da campo dei dimostranti. I fedeli di Saleh avrebbero aperto il fuoco sulla folla dopo aver lanciato lacrimogeni e getti d'acqua che non sono riusciti a disperdere i manifestanti.

Intanto, spaventato dalla reazione di popolo ai suoi tentativi di sfuggire il giudizio e la condanna per i crimini di trent'anni di regime Saleh ha dichiarato di essere in procinto di trasferirsi negli Usa dove "attenderà il completamento del passaggio di poteri". La scelta degli Usa come luogo di esilio, in luogo della più familiare Arabia Saudita, é significativa, visto che in queste ultime settimane anche il regno della Casa di Saoud é stato scosso da imponenti manifestazioni e, evidentemente, Saleh non vuole lasciare un paese in rivolta per trasferirsi in un altro.
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