mercoledì 14 dicembre 2011

Sconcertante rapporto dell'Esercito sionista in Cisgiordania: "La più grande minaccia terrorista contro di noi? Gli estremisti ebrei!"


Ufficiali superiori delle cosiddette 'forze di difesa di israele' (Cioé il braccio armato del regime sionista di occupazione) hanno lanciato l'allarme riguardo al diffondersi e al radicalizzarsi del 'terrorismo ebraico' nella Cisgiordania occupata, cioé di quel genere di azioni ostili contro le stesse truppe sioniste che, giocoforza, "di tanto in tanto" sono costrette a fermare i fondamentalisti giudei più scatenati e violenti.

Se infatti la maggior parte delle pattuglie militari sioniste non fa nulla per fermare gli attacchi, gli incendi, le devastazioni, le dissacrazioni, le sassaiole e gli altri atti di "pogrom" anti-palestinese portati avanti dagli estremisti ebraici armati "paracadutati" in Palestina dai quattro angoli del mondo, purtuttavia costoro riescono a spingersi 'troppo in là' nelle loro attività di pulizia etnica e persecuzione razziale e, obtorto collo, specialmente quando sono in giro reporter giornalistici o volontari internazionali delle organizzazioni umanitarie, i soldati del 'moralissimo' esercito sionista devono quetare gli scalmanati e a volte, udite udite, persino spostare i loro 'avamposti'.
Estremisti giudei e soldati sionisti: oggi fianco a fianco, domani gli uni contro gli altri?
Apriti cielo, insensibili a 'fratellanze e cuginanze' con i loro compatrioti e correligionari in uniforme gli oltranzisti del giudaismo sono prontissimi a scatenarsi anche contro di loro e, considerando quanto ben forniti di ogni genere di arma leggera e di squadra essi siano, in risultato delle politiche di Lieberman e Netanyahu, il risultato potrebbe essere, domani, quello di sparatorie con morti e feriti tra i 'talebani ebrei' e i militari di tsahal. Parlando a Israel Radio l'ex Ministro degli Esteri Tzipi Livni (impossibilitata a spostarsi in buona parte del mondo per paura di essere raggiunta da mandati di cattura internazionali per crimini di guerra contro Gaza e il Libano) ha approfittato di questo ammonimento per attaccare l'esecutivo Netanyahu e la sua maniera disomogenea e opportunistica di gestire i rapporti con le organizzazioni dei coloni, che godono di un'influenza spropositata al loro numero, invero limitato.
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