La scarsità delle precipitazioni nevose nel corso dell'autunno e dell'inverno passato ha gettato l'Afghanistan in una crisi idrica che rischia di esporre centinaia di migliaia di persone alla carestia e alla fame.
In Afghanistan siccità locali si ripetono secondo cicli semi-regolari variabili dai tre ai cinque anni e siccità maggiori, che coinvolgono quasi tutto il paese, colpiscono ogni dieci-dodici anni.
Ovviamente negli ultimi 40 anni, col paese in stato di guerra pressoché continua e permanente, questi eventi naturali sono diventati molto più pericolosi e devastanti.
Il raccolto di frumento quest'anno sarà il più scarso dal 2011, con un calo di almeno 2 milioni e mezzo di tonnellate.
Fino a due milioni di Afghani, dunque, potrebbero trovarsi alla fame nel corso dei prossimi sei mesi.
Inoltre, l'inaridimento dei pascoli ha portato alla morte di decine di migliaia di capi di bestiame (soprattutto ovini), aggravando ulteriormente la situazione alimentare.
Almeno venti province afghane (in cui 15 milioni di abitanti dipendono da attività agricole per la loro sopravvivenza) sono colpite dalla siccità.
Nemmeno questa ennesima durissima prova, sottometterà il popolo afgano ai voleri di altre nazioni.
RispondiEliminaL'Afganistan è da sempre una tomba arida per chi si avventura pensando di sottometterlo.
Purtroppo si trova in un punto strategico per fermare la RUSSIA.
Ma la cia provvederà ad irrigare i campi, ovviamente solo quelli di papavero da oppio, chissà perchè?
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