La domanda é stata posta molte volte negli ultimi anni, durante i quali la Repubblica Popolare Cinese non ha mai fatto mancare il proprio sostegno diplomatico, politico, economico alla Siria, arrivando persino a fornire hardware militare avanzato, ma non impegnandosi mai direttamente sul campo, come invece hanno fatto Hezbollah, l’Iran e la Russia.
Adesso, grazie a esplicite dichiarazioni rilasciate dall’ambasciatore cinese in Siria (per quanto poi ‘temperate’ da una successiva più cauta precisazione dell’attaché militare), sembra assodato che, nella campagna di liberazione di Idlib, Beijing sia interessata a “collaborare” con le forze di Damasco.
Le mie riflessioni sull'argomento sono ascoltabili nell'ultimo post dell'audioblog "I Kommenti di Kahani".
Anche “Worldview”, outlet informativo del ‘think tank’ Usa STRATFOR, sembra della stessa idea espressa dal vostro amichevole Kahani: ci saranno sicuramente osservatori, consiglieri militari, personale di intelligence schierato in Siria durante l’avanzata di Idlib, forse persino qualche squadra dei commando “Snow Leopard”, ma certamente nessun intervento “massiccio” dell’Esercito di Liberazione Popolare.
Tra l’altro, “rivelazioni” come queste STRATFOR se le fa pagare “piuttosto salatine”.
468 talleri americani all’anno, se pagati mese per mese, che diventano 349 se corrisposti in un’unica soluzione, con uno ‘sconto eccezionale’ (un po’ come le offerte di “divani e divani”), che arriva a 199 $ l’anno, se l’abbonamento viene sottoscritto in questi giorni.
Nessun commento:
Posta un commento