lunedì 28 febbraio 2011

Al-Ahrar: "La Croce rossa intervenga in favore dei detenuti palestinesi sottoposti ad abusi fisici e psicologici!"


Il 'Centro Studi Ahrar sui Prigionieri' palestinesi di Ramallah ha lanciato l'allarme dopo le preoccupanti notizie di abusi traumatizzanti inflitti ai detenuti in isolamento nel carcere israeliano di Nafha, che hanno coinvolto persino prigionieri mutilati e con gravi problemi di salute come Ahmad Sadaat e Jama Abul-Haija.

Incappucciati, ammanettati e percossi, hanno dovuto attendere ben tre ore perché i loro secondini-aguzzini terminassero una "perquisizione" dei loro poveri effetti personali, molti dei quali sono stati rubati o danneggiati. Nelle carceri israeliane questi metodi, insieme alle inumane condizioni di detenzione, sono usati per incrudelire sui detenuti portandoli alla consunzione fisica o all'esaurimento nervoso.

L'oscurità in cui sono immersi, l'aria stantia, l'elevatissimo tasso di umidità delle celle e l'infestazione da insetti, sono tutti elementi scientemente calcolati dalel autorità carcerarie sioniste per mantenere i prigionieri sotto una costante pressione materiale e psicologica.

Il Direttore del Centro Studi, Rafaat Hamdouna, ha chiesto che la Croce rossa internazionale e altre organizzazioni umanitarie si mobilitino per ottenere al più presto il trasferimento dei prigionieri in condizioni di prigionia più umane.


Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

Manifestazione a Washington contro Fatah e i suoi dirigenti: "Dovete andarvene!"


Si terrà oggi in Washington, dalle 4 alle 6 pomeridiane, una manifestazione organizzata dallo "US Palestinian Community Network" che, direttamente davanti alla missione diplomatica palestinese, chiederà le dimissioni immediate del Presidente facente funzione Mahmud Abbas (il cui mandato é scaduto da oltre 25 mesi) e del suo cosiddetto "Governo di Ramallah", nonché il dissolvimento dell'Autorità nazionale palestinese e la totale cessazione di ogni attività "negoziale" con Israele, essendo il 'Processo di Pace' stato disatteso a ogni passo dallo Stato ebraico, che lo ha usato solo come scudo per continuare indisturbato nella sua politica di annessione, colonizzazione, persecuzione dei Palestinesi e pulizia etnica.

Ci si aspetta che diverse centinaia di dimostranti si concentrino sulla diciottesima strada del Distretto di Columbia, visto che USPCN é una delle organizzazioni palestinesi negli Stati Uniti più influenti e rispettate; il fatto che un gruppo solitamente moderato e 'mainstream' convochi una protesta con richieste tanto nette e decise é un'indicazione eloquente di quanto screditata e insostenibile sia la posizione di Fatah e di Abu Mazen persino presso l'opinione pubblica arabo-americana.

Molto interessante, tra gli altri, il punto in cui si chiede l'unificazione di tutte le forze di Resistenza palestinesi per la creazione di una piattaforma comune di lotta contro l'Apartheid, l'occupazione, la giudaizzazione e la pulizia etnica dello Stato sionista. Nel suo comunicato ufficiale la Rete delle Comunità palestinesi evidenzia come, fondamentali per condannare definitivamente ai suoi occhi Fatah e il suo 'governo' siano state le rivelazioni delle "Palestine Papers" diffuse da Al-Jazeera, che hanno esposto il livello di condiscendenza e compromissione della cosiddetta 'Autorità nazionale palestinese' con gli interessi e le richieste israeliane.


Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

Hamas onora la memoria di Necmettin Erbakan, il primo Premier turco di un partito musulmano


Il Movimento musulmano di Resistenza Hamas ha esteso le proprie sentite condoglianze al popolo turco per la morte di Necmettin Erbakan, premier dal 1996 al 1997 e primo leader politico di un partito di ispirazione religiosa a giungere al potere in Turchia.

Nel messaggio inviato ad Ankara Hamas loda Erbakan per i suoi sforzi di implementare una politica genuinamente ispirata ai valori fondanti dell'Islam e del Corano in uno scenario ancora fortemente influenzato dalle forze militari antidemocratiche asservite agli Usa e a Israele. Altrettanto degni di nota e di lode furono gli atti e le parole che egli spese in favore della Palestina e contro l'arroganza e la crudeltà dell'Apartheid sionista.

Erbakan, ben prima che si iniziasse a parlare di "secolo asiatico", capì l'importanza delle nazioni emergenti e delle loro economie, riuscendo a creare un blocco chiamato "D8" comprendente, oltre alla Turchia, anche Iran, Malesia, Egitto, Indonesia, Pachistan, Bangladesh e Nigeria. Le esequie di Erbakan si terranno martedì 1 marzo.

Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

domenica 27 febbraio 2011

Prigionieri palestinesi in isolamento da mesi percossi e tormentati dai loro carcerieri!


Guardie armate israeliane hanno condotto ieri notte un violento raid nelle celle del famigerato "blocco 2" della prigione di Nafha, dove vengono tenuti in isolamento per settimane e mesi senza vedere un essere umano i prigionieri più "illustri" di diversi movimenti di Resistenza palestinese.

Il raid, pianificato da lungo tempo, ha visto uomini 'scelti' dell'amministrazione carceraria sionista irrompere senza alcun preavviso nelle celle dei detenuti, che sono stati violentemente percossi, ammanettati e incappucciati, mentre i secondini israeliani effettuavano una perquiszione.

Che cosa ci fosse da 'perquisire' nelle celle di persone rinchiuse in isolamento da mesi e mesi, lo si potrebbe scoprire solamente con un'anamnesi psichiatrica delle menti deviate e sadiche dei carcerieri sionisti; ovviamente lo scopo del 'raid' era soltanto quello di provocare uno shock psicologico a persone portate pericolosamente sull'orlo della loro resistenza mentale.

Tra i prigionieri sottoposti all'ordalia vi erano anche Ahmad Sadaat, il capo del Fronte Popolare di Liberazione della Palestina e Abul Haija, dirigente di Hamas. Haija ha subito l'amputazione di una delle braccia ed é letteralmente stremato dalle brutali condizioni di detenzione in isolamento, Sadaat, invece, ha urgente bisogno di un intervento chirurgico alla schiena per frequenti infiammazioni dei dischi cartilaginei della sua colonna vertebrale.

Entrambe, in segno di protesta, hanno rifiutato due pasti di fila dopo il 'raid' e stanno considerando seriamente la possibilità di iniziare uno sciopero della fame.

Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

Abdel Sattar Qassem vede prossimo il crollo di Fatah e dei suoi manutengoli


L'Emerito Professore di Scienze Politiche all'Università An-Najaf di Nablus, in Cisgiordania, Abdel Sattar Qassem, ha recentemente dichiarato che i venti di cambiamento che attraversano il Mondo arabo stanno per far sentire i loro effetti anche sulla cosiddetta "Autorità palestinese" egemonizzata e occupata dagli uomini di Fatah dopo il loro fallito Colpo di Stato contro il Governo espresso da Hamas nel 2007.

"Senza il sostegno dello Stato sionista, Abbas e i suoi uomini scomparirebbero in poco più di una settimana", questo il tranciante commento di Qassem, laureatosi all'Università americana del Cairo e perfezionatosi con dottorati all'Università del Kansas e a quella del Missouri. Qassem ha articolato il suo pensiero spiegando come tutte le pretese di 'ricomporre' la frattura con Hamas non siano altro che un'impostura, come dimostra nei fatti l'ininterrotta persecuzione di militanti e sostenitori del Movimento di Resistenza da parte delle milizie di Fatah.

Egli ha altresì sottolineato che il rifiuto di tutti gli accordi umilianti e svantaggiosi sottoscritti da Fatah a partire dal 1993 in poi, tra cui la sottomissione delle forze di sicurezza palestinesi a 'gendarmeria locale' degli occupanti israeliani deve essere un passo fondamentale per il recupero della dignità nazionale e della legittimità politica di qualunque partito o fazione che voglia proporsi come interprete della volontà popolare palestinese.

Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

La vita al tempo dell'Apartheid sionista: famiglia palestinese "imprigionata" da un insediamento ebraico illegale!


La famiglia Al-Ghirayib vive quotidianamente in una situazione che sembra presa da un racconto di Dino Buzzati o Gustav Meyrink, conseguenza delle politiche aggressive e razziste del regime ebraico di Apartheid nei confronti degli originari e legittimi abitanti della Palestina. Gli Al-Ghirayib, infatti, dieci persone, di cui quattro bambini, sono costretti a vivere entro una vera e propria barriera di metallo, eretta tutta attorno alla loro casa ancestrale e collegata all'esterno da un "tunnel" di sbarre metalliche lungo quaranta metri, che 'sbocca' nel villaggio palestinese di Beit Ijza, scavalcando una strada costruita dagli occupanti della Cisgiordania e circoscritta su entrambe i lati da una barriera di metallo alta 8 metri.

La stessa barriera circonda la semplice casa degli Al-Ghirayib, separandola e isolandola dalle villette recentemente costruite per ospitare i coloni ebrei fondamentalisti, "impiantati" nella zona come parte della politica di giudaizzazione forzata dei territori occupati illegalmente da Israele, in spregio a tutte le convenzioni internazionali in merito e in violazione degli "Accordi di Pace" pure sottoscritti a Oslo nel 1993 e mai formalmente rinnegati dallo Stato ebraico.

I palestinesi di Beit Ijza e delle comunità locali ammirano la determinazione dei loro vicini a non abbandonare la loro casa nonostante la metastasi dell'insediamento ebraico illegale e la costruzione della recinzione attorno ad essa: pure la pressione psicologica é grande, spesso i violenti e intolleranti coloni ebrei si attaccano alle sbarre della recinzione e gridano insulti ai bambini degli Al-Ghrayib, specialmente quando escono per andare a scuola o ne ritornano.


Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

Il Cremlino vende alla Siria avanzati sistemi missilistici antinave, nonostante gli sforzi della lobby sionista!


Nonostante l'incessante pressione della robusta e ricchissima "lobby a sei punte" russa portavoce del Cremlino hanno confermato come l'accordo di trasferimento per cinque unità lanciamissili e quindici vettori P-800 Bastion/Yakhon per ciascuna, evoluzione del sistema missilistico antinave "Oniks" (detto SS-N-26 nel codice Nato). La dichiarazione, rilasciata dal Ministro della Difesa Anatoly Serdyukov, é arrivata nel corso di sabato 26 febbraio e ha causato grande sensazione, specialmente da parte israeliana.

Lo Stato ebraico, infatti, sperava di avere avuto successo nei suoi sforzi di sabotare l'accordo, evidentemente ingagliardito dal successo ottenuto nel negare all'Iran l'avanzato sistema antiaereo S-300 (che comunque ha raggiunto Teheran per vie traverse), ma, questa volta, gli storici legami tra Mosca e Damasco, risalenti ai tempi dell'Unione sovietica, si sono rivelati più forti di qualunque lobby di oligarchi.

La trattativa per la vendita del sistema antinave andava avanti dallo scorso settembre. Il sistema antinave P-800, è in grado di lanciare un missile da crociera spinto da un reattore 'ramjet' che viaggia a quasi tre volte la velocità del suono con un raggio di 120 chilometri (in modalità lo-lo) o 350 (in modalità hi-lo), quando raggiunge il suo obiettivo il missile è letteralmente a pelo d'acqua.

Fu proprio nelle acque mediorientali, durante le molte guerre scatenate da Israele tra gli anni '50 e '70, che gli osservatori militari internazionali dichiararono aperta l'era del missile come arma decisiva degli scontri navali, mandando definitivamente in pensione protagonisti storici degli scontri tra i flutti come il cannone di grosso calibro e il siluro. Ultimamente, però, come ha dimostrato il caso della Corvetta israeliana "Hanit", messa fuori combattimento da Hezbollah nella guerra del 2006 con un missile cinese "Yingji-82", il vantaggio sembra essere sfuggito alla marina sionista, che a lungo, grazie ai copiosi aiuti militari Statunitensi, aveva goduto di una superiorità incontrastata.

Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

UNICEF: "Ecco come Israele perseguita i bambini palestinesi!"


L'UNICEF ha rilasciato un rapporto che illustra e denuncia le politiche israeliane di persecuzione dei bambini nel corso del 2010, evidenziando, fra l'altro, l'omicidio di 11 piccole vittime, poco meno di una al mese. Certo, chi si é abituato ai terrificanti rapporti di "Piombo Fuso", con centinaia di donne e bambini consumati dal napalm e dal fosforo bianco sganciati dagli aerei con la stella di Davide può ritenere questo numero 'basso', ma, quando si consideri che gli undici bambini sono stati uccisi in un periodo "di calma" la drammaticità del dato assume tutta la sua pognanza.

Il rapporto UNICEF dimostra come le forze di sicurezza sioniste abbiano regolarmente aperto il fuoco su bambini di Gaza che raccoglievano detriti di cemento da tritare e trasformare in mattoni, causando dozzine e dozzine di ferite, spesso permanentemente invalidanti; inoltre, l'esercito israeliano ha proseguito nella sua politica di usare bambini palestinesi come 'scudi umani', forzando una ragazzina e un ragazzino a entrare in case dove ritenevano potessero trovarsi militanti della Resistenza palestinese e facendo camminare un bambino davanti a una colonna di soldati durante una perlustrazione.

Più sconvolgenti di tutti sono i rapporti sugli stupri subiti da bambini e adolescenti palestinesi che hanno avuto la sfortuna di trovarsi nelle carceri sioniste, veri e propri gironi infernali dove, come ai nazisti nei lager, agli israeliani tutto é permesso nei confronti delle loro vittime, anche la violenza sessuale. Nel 2010 il fenomeno degli abusi e delle torture nelle prigioni israeliane è letteralmente "esploso' con 62 casi di percosse, 35 casi di tortura con corde e manette, 16 di isolamento prolungato e quattro di tortura con scariche elettriche.

L'accanimento di Israele contro i bambini palestinesi si spiega con la volontà sionista di mettere sotto shock e intimidire intere generazioni perché rinuncino alla prospettiva di impegnarsi e lottare per l'affermazione dei diritti nazionali del loro popolo.

Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.