sabato 8 settembre 2012

La Iran Marine Industries vara la sua prima petroliera per il Venezuela, sempre più saldo l'Asse Caracas-Teheran!

"Sorocama" é la nuova petroliera che presto si aggiungerà alla flotta della compagnia statale venezolana degli idrocarburi, la PDVSA, lo scafo, completato all'85 per cento é stato lanciato in acqua dal bacino di carenaggio do Bushehr per ricevere gli ultimi ritocchi.

Lunga un quarto di chilometro, larga 44 metri e alta 21 la 'Sorocama' verrà poi seguita da altre tre petroliere. L'Iran trova nella capacità di soddisfare le proprie necessità interne con le conoscenze e la forza lavoro locale la possibilità di proporsi nel mercato internazionale come un partner affidabile per quei paesi che non si fidano delle aziende occidentali e imperialiste.

Iran e Venezuela hanno siglato molte intese per la cooperazione nell'edilizia popolare, nella fabbricazione di automobili, biciclette e macchine da lavoro e presto espanderanno i loro accordi all'industria militare e della Difesa.
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L'Egitto decide: il varco di confine di Gaza rimarrà aperto sette giorni su sette, anche durante il venerdì!

Le autorità egiziane, preoccupate dal costante peggioramento delle condizioni di vita a Gaza a causa del perdurante assedio economico sionista stanno considerando sempre più da presso l'idea di aprire il transito attraverso il varco di Rafah a ogni genere di merce senza alcuna limitazione; intanto hanno deliberato di consentire il transito di passeggeri anche nella giornata di venerdì, finora giorno di chiusura del posto di confine.

Mohammed al-Brim, portavoce dei Comitati di Resistenza della Striscia ha salutato la decisione egiziana come "un importante passo contro l'ingiusto e oppressivo strangolamento economico imposto dai sionisti contro la popolazione palestinese". Il parlamentare palestinese Jamal al-Khoudri, Capo del Comitato popolare contro l'Assedio, ha a sua volta espresso la sua soddisfazione per la decisione.

Già ieri il varco di confine di Gaza per la prima volta da anni é rimasto aperto ventiquattrore su ventiquattro. Oltre che a pazienti bisognosi di cure ed esami in Egitto e a studenti e lavoratori che da Gaza si recano nel Sinai, Rafah viene attraversato ogni giorno anche da semplici cittadini che cercano di procurarsi in terra egiziana beni altrimenti introvabili nel ghetto litoraneo assediato.
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Mahmoud Zahar di Hamas interviene alla Conferenza sulla Resistenza Islamica: loda il sostegno della Repubblica Iraniana!

Il leader storico e fondatore del Movimento musulmano di Resistenza Hamas, Mahmoud al Zahar, ha espresso la sua riconoscenza e gratitudine per il continuo sostegno e supporto espresso dalla Repubblica Islamica dell'Iran nei confronti del popolo Palestinese; l'apprezzamento di Al-Zahar é stato comunicato nel corso della Conferenza di Isfahan sulla Resistenza Islamica, durante il quale il Segretario della Shoura Islamica, Ali Larijani, ha assicurato che la voce iraniana continuerà a levarsi in favore dei Palestinesi anche in futuro.

Larijani nel corso del meeting ha dichiarat che le rivoluzioni popolari del 2011 hanno dato potere alla Resistenza Islamica aggiungendo che nuovi e importanti sviluppi si stanno preparando in quei paesi dove finora le forze retrive e conservatrici si sono coalizzate nel tentativo di bloccare e reprimere nuove spinte verso la libertà e la democrazia. "Hamas", ha poi chiarito il Segretario della Shoura, "E' il simbolo incarnato della volontà dei Palestinesi musulmani di ottenere il pieno riconoscimento dei loro Diritti inalienabili e l'Iran farà sempre tutto il possibile per sostenerlo".

Zahar ha concluso riaffermando la volontà di Hamas di perseguire "in toto" la liberazione della Terra di Palestina, senza accettare compromessi o mutilazioni, attraverso il costante sforzo di lotta e Resistenza contro l'occupazione sionista e tutti i suoi alleati e facilitatori.
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venerdì 7 settembre 2012

Le proteste contro il Re ascemita e i suoi governi-banderuola scuotono la capitale giordana Amman!

'Re Travicello' del più povero e meno potente paese arabo dell'area, l'ascemita Abdallah sente di nuovo gli scossoni al suo trono claudicante e rabberciato quando dozzine di migliaia di persone si sono presentate in piazza accusandolo di essere responsabile, coi suoi tentennamenti e le sue indecisioni, di essere causa della nuova raffica di aumenti dei generi di prima necessità: pane, riso, zucchero, benzina e gasolio, che stanno rendendo sempre più difficile a centinaia di migliaia di famiglie giordane lo sbarcare il lunario e aggravano sempre più il problema della corruzione e dell'inefficienza nella Cosa Pubblica.

La povertà del paese e il suo cronico bisogno di denaro per porre rimedio ai disastri del neoliberismo rendono la Giordania sempre più vulnerabile ai ricatti degli emirati del petrolio che vorrebbero trasformare il suo confine Nord in un 'retrofronte' della campagna terrorista anti-siriana finanziata da Sauditi e Qatarioti. Mentre il Fondo Monetario Internazionale deve decidere su un nuovo 'megaprestito' che legherà un'altra macina al collo della popolazione rendendola sempre più schiava degli usurai internazionali della finanza.
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Dopo la strage sionazista arriva la risposta della Resistenza palestinese: due razzi colpiscono Sderot, ennesimo cilecca di 'Iron Dome'!

Dopo che droni e 'panzer' sionisti hanno massacrato sei abitanti civili disarmati della Striscia di Gaza la parola é passata alle armi della Resistenza che si é mobilitata con la consueta rapidità e precisione e ha lanciato due razzi contro l'avamposto di Sderot, tumore sionista pieno di coloni giudei fanatici e armati, che ha subito gravi danni sotto i colpi della rappresaglia palestinese.

Ancora una volta il costosissimo e inutilmente complicato sistema conosciuto come Iron Dome si é dimostrato un fallimento senza pari, non riuscendo a individuare e tantomeno a bloccare i due proiettili della Resistenza, poveri tubi di metallo riempiti di propellente ed esplosivo, che sono partiti e giunti a bersaglio mentre i costosissimi 'missili antirazzo' da 100000 dollari Usa a botta rimanevano inerti e inutili nei loro lanciatori.

I razzi della Resistenza non restituiranno la vita alle donne e ai bambini vittime della cieca violenza sionazista ma perlomeno insegneranno a Tel Aviv che non si può impunemente colpire e bombardare la popolazione civile di Gaza senza subire la reazione dei militanti palestinesi.
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giovedì 6 settembre 2012

Ancora una strage di civili a Gaza: droni e panzer sionazisti aprono il fuoco contro cittadini indifesi!

In due successive occasioni le forze militari del regime ebraico di occupazione della Palestina si sono distinte nell'attività in cui riescono meglio: incrudelire con il loro arsenale da miliardi di dollari (lucrati alle tasche dei contribuenti americani e tedeschi per grazia della lobby AIPAC nel primo caso e dell'industria dell'Olocau$to nel secondo) contro bersagli umani disarmati: uomini, donne, vecchi e bambini del ghetto assediato di Gaza.

Nel primo attacco un drone Predator senza pilota, comandato da un killer sionista che si trovava al sicuro in qualche bunker con la stella di davide, ha sganciato razzi e bombe guidate contro il campo profughi di Burej, uccidendo tre persone e ferendone gravissimamente una quarta.

Nel secondo attacco, portato nelle prime ore della giornata di oggi, militari sionazisti, evidentemente non ancora sazi del sangue di Palestinesi innocenti e inermi hanno aperto il fuoco dai loro 'panzer' pesanti oltre cinquantotto tonnellate ciascuno contro le case di Beit Hanoun, nel Nord della Striscia. Altri tre civili sono andati ad aggiungersi al conto dei morti.
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Si apre a Isfahan la Terza Conferenza Internazionale sulla Resistenza Islamica!

Si sono appena spenti i riflettori sull'importante sedicesimo meeting dei Paesi Non-Allineati, tenutosi a Teheran e conclusosi con l'assunzione da parte della Repubblica Islamica della Presidenza triennale del Movimento. Adesso, sempre in Iran ma nella città di Esfahan, si é aperta la Terza Conferenza Internazionale sulla Resistenza islamica.

Oltre 600 delegati da undici nazioni sono convenuti per l'evento: Siria, Palestina, Libano, Irak, Arabia Saduta, Azerbaijan, Russia, Yemen, Tunisia e Bahrein. Il meeting si é aperto con la lettura di un saluto augurale inviato all'assise da Sua Eccellenza Ayatollah Ali Khamenei, Leader Supremo della Repubblica e della Rivoluzione. Il concetto di Rivoluzione Islamica é indissolubilmente legato a quello della Resistenza e grazie a esso presto potremo vedere grandi e definitivi cambiamenti in Palestina, Bahrein, Arabia Saudita e Yemen, che si uniranno a quelli avvenuti 33 anni fa in Iran e più di recente in Egitto e Tunisia.

Ali Akbar Velayati, consigliere speciale di Sua Eccellenza la Guida Suprema ha lodato il Presidente Assad e il popolo siriano per il coraggio e la determinazione con cui stanno combattento i mercenari pagati dai regimi arabi reazionari e dai Turchi, che vogliono abbattere la Siria per spezzare il suo importante contributo all'Asse della Resistenza.
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Tunisi, a novembre meeting internazionale sui prigionieri politici palestinesi: attese delegazioni da oltre trenta paesi!

La capitale tunisina riafferma l'impegno filo-palestinese e antisionista del paese nordafricano emerso libero e democratico dalla Rivoluzione che ha cacciato l'autocrate filo-occidentale Ben Ali programmando per il prossimo novembre la più grande conferenza internazionale a sostegno dei prigionieri del regime ebraico, palestinesi ma anche di altre nazionalità arabe, sotto gli auspici ufficiale del Presidente Morcef Marzouki.

Il Comitato Preparatorio del Meeting si é riunito pochi giorni fa decidendo la data precisa dell'evento: il dieci e l'undici novembre 2012. Inoltre é stato rivelato che un vasto gruppo di contatto di esponenti politici, istituzionali e di associazioni umanitarie é già intensamente al lavoro per portare a Tunisi il massimo numero di delegati il più rappresentativi possibile della lotta internazionale contro gli abusi dell'Apartheid di Tel Aviv.

Per ora già trenta paesi diversi hanno annunciato la loro presenza e si spera che la vasta partecipazione internazionale dia "il la" a una campagna di sensibilizzazione sulla questione degli abusi e delle angherie inflitte ai prigionieri politici dal regime ebraico, che porti a effettive denunce e sperabilmente anche a censure e sanzioni contro l'occupazione.
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