lunedì 3 novembre 2014

L'ISIS perde anche Al-Mazraa e Askari...l'Esercito di Bagdad avanza ancora verso Nord!!

Continuano le avanzate e le vittorie delle forze governative irakene e dei loro corpi ausiliari nel Nord del paese; dopo la presa di Al-Sinai e Al-Tamim e lo sfondamento delle direttrici verso Mosul anche le località di Al-Mazraa ed Askari sono state precipitosamente abbandonate dai seguaci dell'ISIS e prontamente occupate dalle truppe di Bagdad.

"Le forze di sicurezza hanno lanciato una campagna che ha spezzato la schiena dei terroristi: Askari é stata completamente liberata e le operazioni di controllo e setacco di Al-Mazraa sono in corso e finiranno tra poco", ha comunicato il portavoce dell'Esercito nella giornata i domenica.

Anche i Curdi, approfittando della ritirata degli uomini del Daash, sono avanzati in direzione di Mosul, ultima città rimasta sotto il controllo dei terroristi wahabiti. 

domenica 2 novembre 2014

Wahabiti di Al-Nusra e Takfiri 'moderati' si scannano attorno a Idlib mentre l'Esercito siriano si prepara a eliminare entrambi!

Un'ottima notizia dalla provincia di Idlib; mentre le forze dell'Esercito siriano avanzano da Sud e si riordinano e si rinforzano per un grande 'repulisti' della zona, gruppi di wahabiti di Al-Nusra e di una delle mille formazioni del cosiddetto 'esercito libero' sostenuto da Obama si sono scannati tra di loro a Khan al-Subul e a Jabal al-Zawiya e Deir Sinbel.

Queste piccole località offrivano rifugio a una certa fazione nota come 'Movimento Hazim' che sarebbe stata totalmente distrutta dai filosauditi di Al-Nusra.

Ovviamente tutte le armi americane in mano a questi mercenari sarebbero state confiscate dai takfiri filo-Riyadh. Non che questo possa cambiare il loro fato ultimo, visto che le forze siriane che li spazzeranno via dalla faccia della terra sono già in marcia.

E' bello sapere che azinché affrontare due gruppi al pieno delle forze gli uomini di Assad e i loro alleati dovranno vedersela solo coi malconci superstiti di questa lotta intestina tra assassini.

Irakeni all'attacco anche nella Provincia di Anbar! Conquistata l'Isola di Abu Shehab!!

L'Esercito irakeno, sostenuto da tribù sunnite locali e dalla polizia ha lanciato una nuova offensiva nella Provincia dell'Anbar, nella parte occidentale del paese che come primo risultato ha portato alla conquista dell'Isola di Abu Shehab.

Situata nella parte orientale di Ramadi sul corso dell'Eufrate era diventata un punto di rifugio per bande terroriste che poi cercavano di colpire la città e la sua popolazione con attentati o intimidazioni.

Nelle operazioni. rese possibili da numerosi interventi di jet ed elicotteri irakeni, sono stati eliminati circa una cinquantina di militanti dell'ISIS.

Raggiunto accordo a Sanaa per la formazione di un Governo: scontri nel paese tra estremisti sunniti, esercito e Houthi!


Le forze del movimento Ansarullah nella città di Ibb, recentemente occupata dai combattenti Houthi hanno attaccato una sede del partito Islah, braccio dell'Ikhwan nel paese e alleato dei movimenti takfiri estremisti.

Il partito Islah dopo la fuga dal paese del Generale Ali Mohsen ha perso molta influenza; parallelamente invece gli Sciiti di Ansarullah sono riusciti a prendere il controllo praticamente di metà del paese.

Negli scontri di Ibb due ikhwaniti e un Houthi hanno perso la vita. Ma si sono registrati scontri tra militari yemeniti e gruppi armati estremisti anche intorno alla città di Houdaidah, anch'essa controllata dagli Houthi.

Intanto a Sanaa il Presidente Abd Rabbo Mansour Hadi ha raggiunto un accordo con le forze politiche per la formazione di un efficace esecutivo sotto la presidenza del Premier in pectore  Khaled Mahafoudh Baha.

Come l'Asse della Resistenza é passato dal "mandare pesci" a Gaza a insegnare ai Palestinesi a "pescare" per conto proprio!

"Dai un pesce a un uomo, e questi mangerà per un giorno; insegnali a pescare e si sfamerà per tutta la vita". 

La veridicità di questo adagio é esemplificata dai progressi delle organizzazioni armate palestinesi che nel corso di meno di un decennio sono passate dal dover dipendere dalla solidarietà dell'Asse della Resistenza per i loro rifornimenti di razzi con cui difendersi dalle aggressioni sioniste a riuscire autonomamente (grazie agli insegnamenti forniti dalla Guardia Rivoluzionaria iraniana, dal corpo di artiglieria dell'Esercito Siriano e dagli Hezbollah libanesi) a fabbricare vettori in grado di arrivare a Tel Aviv, a Gerusalemme e persino ad Haifa.

La Resistenza palestinese iniziò a colpire obiettivi sionisti dalla Striscia di Gaza con l'Intifada delle Moschee: inizialmente il bersaglio principale era Sderot, insediamento illegale preso di mira con razzi rudimentali e colpi di mortaio.

La Guerra d'Estate tra sionisti ed Hezbollah, nel 2006, fece apparire evidente ai Palestinesi, che intanto nel 2004 erano riusciti a cacciare gli occupanti sionisti dalla Striscia, come un forte arsenale di razzi fosse un'arma potente tanto dal punto di vista militare quanto da quello politico; nessun elemento della guerra di otto anni fa rese evidente la totale sconfitta sionista quanto il fatto che "i razzi continuavano ad arrivare" sulla Galilea Occupata fino all'ultima ora prima dell'Armistizio.

Un programma di addestramento venne subito lanciato dalle potenze dell'Asse della Resistenza: militanti palestinesi uscivano dalla Striscia, viaggiavano fino al Libano o alla Siria e qui venivano 'presi in consegna' da ufficiali dell'IRGC iraniana, che li portavano nella Repubblica Islamica e li istruivano sulle basi della balistica, sulla chimica dei materiali necessari ai razzi, e controllavano il loro apprendimento facendogli costruire razzi di prova che poi venivano lanciati in zone deserte.

I punti di arrivo di quei razzi venivano accuratamente segnalati e riportati e gli 'studenti' venivano incoraggiati a produrre 'rose' di impatti sempre più ristrette e precise. In seguito altri 'corsi' vennero istituiti in Siria e persino quando si verificarono incidenti (anche con feriti) Assad non fece mai venire meno il suo appoggio a quelle iniziative.

Ma i razzi prodotti a Gaza erano di cattiva qualità e quindi si iniziò un programma di rifornimento via mare e via tunnel, con i vettori iraniani e siriani che venivano spostati in Sudan, poi in Egitto e qui attraversavano il Sinai fino a Gaza oppure venivano caricati su imbarcazioni che poi gettavano contenitori ermeticamente chiusi in mare in zone accuratamente scelte, dove le correnti li avrebbero spinti verso le spiagge della Striscia fino a che un semplice sommozzatore fosse stato in grado di identificarli e trascinarli a riva.

Ma i razzi, soprattutto i modelli più potenti e a lungo raggio, erano molto ingombranti e scomodi da trasferire, persino se smontati in tanti componenti, il loro propellente poi rischiava di deteriorarsi nel lungo viaggio, quindi la parte di know-how e addestramento non venne mai interrotta.

A Gaza arrivavano componenti critici ma tutto quello che i Palestinesi potevano costruirisi o prodursi da soli veniva incoraggiato e anzi aumentato: dapprima i razzi venivano rimontati a Gaza e riempiti di propellente fabbricato in loco, poi fu la volta dell'esplosivo, in breve, quando la metallurgia delle officine clandestine fu abbastanza avanzata, anche gli involucri dei razzi (di certo la parte più pesante e ingombrante) vennero fatti realizzare a Gaza.

Questa scelta si rivelò vincente con la caduta di Mubarak: il dittatore egiziano era un servo di Israele e Washington ma il suo regime aveva il 'bonus' di essere corrottissimo, quindi per ben finanziati ufficiali di Hezbollah e dell'IRGC era facile trovare il modo con adeguate 'mazzette' di far passare nel Sinai o nei porti egiziani i carichi.

Il regime ikhwanita di Morsi si adoperò subito per ostacolare in ogni modo i transiti di componenti per razzi, su ordine dei suoi padroni di Doha che volevano escludere l'Iran dalla scena della Resistenza Palestinese, ma per allora Gaza era già in grado di fabbricare da sola razzi quasi avanzati come i migliori disponibili a Siria e Iran e la dimostrazione ci fu dopo la Guerra degli Otto Giorni nel 2012, quando l'intero arsenale di razzi sparati contro obiettivi ebraici venne non solo ricostituito ma addirittura aumentato in pochissimo tempo.

Nell'ultima Guerra di Gaza, al contrario di quella precedente, non solo i razzi Fajr "di importazione" erano in grado di raggiungere Tel Aviv, ma anche i loro equivalenti 'locali, come gli M-75, i Buraq-70, i Buraq-100. Senza tutti i costi di trasporto e addentellati vari i razzi 'Made in Gaza' sono estremamente più economici e la quantità prodotta può aumentare esponenzialmente.

Tanto per fare un esempio, un razzo Type-107 quando veniva contrabbandato poteva richiedere la spesa di 800 dollari usa, mentre un razzo identico fatto a Gaza costa un ottavo di quella cifra. Un Fajr-5 in grado di arrivare all'Aeroporto Ben Gurion costava 15.000 $, un razzo fatto a Gaza con le stesse caratteristiche appena 5.000.

Gli esperti in grado di manipolare le sostanze chimiche, i metalli, le componenti di precisione necessarie a queste armi sono tra gli 'assetti' più gelosamente custoditi dalle Brigate della Resistenza, forse anche più dei comandanti. Ogni volta che si recano al lavoro vengono prelevati da militanti armati di sicura fiducia e portati ai laboratori sotterranei della loro organizzazione bendati, in maniera che anche se venissero catturati (Dio non voglia) non potrebbero nemmeno rivelare la posizione del loro luogo di lavoro.

Crolla la roccaforte islamista di Bengasi? Ad alto prezzo forze di Haftar e del Governo esiliato conquistano mezza città!

Dopo aver dato l'impressione di essere sul punto di arenarsi, l'offensiva combinata delle unità fedeli all'Ex-capo di SM Khalifa Haftar e di quelle del Governo libico attualmente in esilio nell'Est del Paese sta finalmente dando dei risultati concreti.

Secondo gli ultimi reportage dalla Cirenaica i miliziani sostenuti da Turchia e Qatar hanno perso il controllo dell'intera parte orientale della città, e adesso forze attaccanti starebbero avanzando anche da Sud, rimarrebbe in mano agli islamisti solo la parte occidentale dell'abitato dove un precedente impulso offensivo si era bloccato nelle strade cosparse di macerie.

Nelle ultime ore di battaglia si sarebbero registrate 36 vittime tra combattenti e civili, il che farebbe salire il computo dei caduti finora alla cifra di 254. Di particolare rilevanza, almeno per il morale dei seguaci di Haftar, sarebbe la riconquista del loro ex-Quartier Generale, dal quale erano stati cacciati lo scorso agosto, quando tutte le loro posizioni bengasine (con l'eccezione dell'aeroporto di Benina, nel quale si trincerarono) vennero sopraffatte dai miliziani.

Vi sono notizie di attacchi aerei sul quartiere di Al-Gawarsha, che sarebbe stato trasformato in un 'ridotto' dalle milizie islamiche per un'ultima, disperata resistenza, in questo caso, tuttavia, gli apparecchi non sarebbero arrivati dall'Egitto (come successo precedentemente) ma si tratterebbe di MiG della 'mini-aviazione' controllata da Haftar all'aeroporto di Bengasi.




Esercito irakeno e milizie sciite sfondano le linee dell'ISIS verso Mosul! (E pure i Curdi si danno una svegliata!)


Dopo le vittorie recentemente riportate nella zona di Biji, le truppe dell'Esercito Irakeno e le milizie sciite che le sostengono e le rinforzano hanno completamente sfondato le posizioni dell'ISIS aprendo la strada verso Mosul, la città più importante ancora minacciata dai wahabiti.

Il 'cambio di passo' nel ritmo, nella qualità e nei risultati delle operazioni é ormai chiarissimo e innegabile e, guardacaso, ha avuto inizio subito dopo la nomina dei Ministri della Difesa e dell'Interno e ha ulteriormente accelerato dopo l'annuncio della creazione del centro di consulenza militare congiunta russo-iraniano.

E' chiaro che Russia e Iran non hanno alcuna intenzione di lasciare scivolare l'Irak nel caos e di vederlo frammentarsi secondo linee settarie ed etniche come vorrebbero i piani israeliani e americani per il 'nuovo Medio Oriente' e hanno messo in campo tutte le risorse necessarie a prevenire questo scenario.

Al contrario della pleonastica, propagandistica 'campagna aerea' americana, le 'risorse' messe in gioco da Mosca e Teheran sono state più 'intellettuali' (come la presenza in Irak del Generale Soleimani o il già citato centro di consulenza) anche se ovviamente gli invii di armi e munizioni non sono mancati avrebbero avuto molto meno successo se non accompagnate anche da tecnici e istruttori, in parte forniti pure dalla vicina Siria.



Come volevasi dimostrare: il Burkina Faso ha già DUE Presidenti! (O forse addirittura tre??)

Dopo le manifestazioni popolari che hanno causato la cacciata dalla capitale di Blaise Compaore (traditore ed assassino di Thomas Sankara), la situazione in Burkina Faso (Ex-Alto Volta) sembra essersi complicata e confusa, con non uno ma ben due esponenti della classe militare che hanno dichiarato di avere assunto la Presidenza del paese.

Il primo di questi 'Presidenti' non é altri che Honore Traore, Capo di SM dell'Esercito, e, seguendo la logica dei rivolgimenti politici nel Terzo Mondo, la sua presa del potere ha quasi del 'logico' anche se, essendo stato collocato nella sua posizione da Compaore e avendone eseguito gli ordini fino all'altro ieri, ci si può chiedere se egli non sia già 'in sintonia' con Parigi, Washington e la NATO.

Il secono 'Presidente' del Burkina Faso, di cui riportiamo la foto qui sopra, é invece un Colonnello, ex-Comandante delle guardie del corpo di Compaore (il Reggimento di Sicurezza Presidenziale) di nome Yacouba Isaac Zida (Cave!) che ha annunciato di rilevare la Presidenza a causa della impopolarità e compromissione di Traore col passato regime.

Vabbé non é che lui stia emergendo dalla Sierra Maestra alla guida di guerriglieri, eh!

Attendiamo e osserviamo, sperando sempre che la Grande Anima di Sankara guidi e protegga i destini del Popolo e della Patria che ha tanto amato e in nome della quale ha dato tutto.