venerdì 11 febbraio 2011

A Gaza tornano benzina e gasolio attraverso i tunnel del contrabbando, ma la situazione resta critica!


Un piccolo, brevissimo, sospiro di sollievo per Gaza, tartassata dalla crudeltà dell'ottuso e insensato odio dei politici e dei generali sionisti, che le impongono la carestia come disumana "punizione collettiva" per la sua indomita volontà di Resistenza; dopo giorni e giorni di blocco, grazie agli sforzi degli escavatori e dei trasportatori dei tunnel del contrabbando, combustibili e carburanti egiziani hanno ripreso ad affluire nell'enclave costiera assediata.

Circa 2100 ettolitri di benzina e 10000 di gasolio sono stati importati attraverso i cunicoli sotterranei e, guardando al futuro per la prima volta da giorni con ottimismo, gli abitanti della Striscia attendono ulteriori consegne nel corso del week-end. Senza l'importazione clandestina attraverso i tunnel Israele avrebbe gli artigli puntati alla gola di ogni attività economica e produttiva di Gaza, potendo decretare il tipo e la quantità di ogni combustibile fossile da lasciar transitare attraverso il suo blocco economico.

Il recente attentato beduino a un gasdotto egiziano inizialmente aveva causato panico e preoccupazione fra la popolazione di Gaza visto che, qualora l'approvvigionamento israeliano di metano ne fosse stato anche minimamente intaccato lo Stato ebraico avrebbe certo preso a pretesto la cosa per infliggere nuove privazioni ai Palestinesi che tiene in ostaggio, come già ha fatto in passato. Ogni scusa é buona, infatti, per Israele, per incrudelire contro le sue vittime, in una vera e propria sarabanda di azioni vili e meschine, a volte al confine col puro sadismo.

Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari umanitari a Gaza ha comunicato ai suoi referenti internazionali che la situazione tuttavia rimane sull'orlo della catastrofe per molti altri aspetti, come la situazione sanitaria e medica, il blocco del varco di confine di Rafah, attraverso cui, secondo l'Oms ogni giorno transitano almeno venti malati palestinesi bisognosi di esami e terapie da effettuarsi in Egitto.

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