Il Presidente siriano Bashir al-Assad e il Premier irakeno Haider Abadi nella giornata di oggi hanno parallelamente (nella capitale Damasco l'uno, ospite del cancellierato tedesco l'altro, impegnato in un 'tour' europeo) tenuto due discorsi in cui hanno parlato delle condizioni dei loro rispettivi paesi, al centro dell'eroica lotta di Resistenza anti-imperialista contro gli agenti del takfirismo mercenario scagliati contro i due stati e i loro popoli dalle forze dell'imperialismo americano e sionista.
Tutti e due, pur non negando la situazione ancora delicata e pericolosa, sono stati estremamente espliciti e netti riguardo le rispettive intenzioni di non indebolire, attenuare o ancora peggio abbandonare la lotta prima che il problema del terrorismo sia definitivamente debellato nelle aree di rispettiva competenza.
Assad ha detto esplicitamente che la mobilitazione generale di tutte le risorse della patria non cesserà fino a quando l'unità nazionale e il completo controllo sul suolo siriano non saranno recuperati oltre ogni dubbio, mentre Abadi ha assicurato ai giornalisti e reporter che lo intervistavano che l'ISIS sarà debellato e distrutto in Irak entro la fine dell'anno corrente.
Assad ha dichiarato che gli sforzi negoziali in corso non precludono il proseguimento delle operazioni militari ma vi si intrecciano in una strategia onnicomprensiva di contrasto al terrorismo; Abadi da parte sua ha detto che sono "imminenti" operazioni preliminari per la liberazione di Mosul, ultima grande città ancora occupata dal 'Daash'.
ma intanto ho letto che in Siria sono entrati 200 mezzi di trasporto provenienti dalla Turchia ,con armi e munizioni per gli insorti..
RispondiEliminaE' una balla oppure è successo qualche black out a russi e siriani?