Siamo venuti a conoscenza del fatto che il Governo del Cairo avrebbe deciso di "staccare la spina" al programma di modernizzazione della vasta flotta di carri armati di epoca sovietica T-55 e T-62.
Apparentemente la decisione sarebbe motivata da considerazioni economiche: secondo gli scribi del Paese delle Piramidi il livello di spesa previsto dal programma in questione renderebbe "più economico" l'acquisto ex-novo di un pari numero di altri carri armati.
Ma, come diciamo sempre (SEMPRE) e specialmente con riguardo all'industria della Difesa "più economico" non vuol dire automaticamente 'meglio'.
Pensateci un po'; anche con un livello di spesa enorme il denaro investito darebbe lavoro a officine egiziane, verrebbe pagato a operai e operaie egiziane ed egiziani che poi spenderebbero lo stesso denaro per dar da mangiare e per mantenere le proprie famiglie, sarebbe dunque rimesso in circolo a vantaggio esclusivo dell'economia egiziana.
Inoltre le fabbriche egiziane coinvolte nell'operazione svilupperebbero "know how", e, in futuro, sarebbero pronte probabilmente a intraprendere (magari con un po' di aiuto) la costruzione di un carro armato il più possibile nazionale.
Invece, comprando all'estero la cifra spesa verrebbe sottratta all'economia nazionale, sarebbe un puro esborso che avvantaggerebbe unicamente i venditori.
Inoltre privata dei 500 T-62 e dei circa 1100 T-55 (840 T-55B e poco più di 250 'Ramses II') attualmente nei depositi, la flotta corazzata del Cairo si troverebbe privata di più di 1500 'tank' che si può essere certi sarebbero in grado di funzionare sempre e comunque (guarda il loro continuo e assolutamente riuscito impiego in Siria e anche in Irak).
Non sappiamo come giudicare questa scelta egiziana, ci pare un passo regressivo che denunci una certa "occidentalizzazione" del pensiero; speriamo che, forse con un gesto d'imperio del Presidente Al-Sisi (militare di formazione e di professione) essa possa venire se riconsiderata o addirittura ribaltata.
io le chiamerei TANGENTI......
RispondiEliminaE un discorso assai complesso che gia avevo intrapreso con amici anni fa ,non capivano perché il governo fascista fece enormi e massicci investimenti in agricoltura e industria meccanica (ma e meglio che il grano lo compriamo,costa di meno cosi come i trattori ,e invece grazie a quei investimenti riuscimmo a raddoppiare la produzione di grano rispetto al pari ettaro americano e a produrre i Trattori piu potenti del mondo in rapporto alle dimensioni ,la cosa che mi rattrista ancora di più e il fatto che molti politici ancora non riescono a entrare nella mentalità che spesso risparmio non significa guadagno............
RispondiEliminaSono totalmente d'accordo con lei...negli anni '80 sentivo i "liberalizzatori" berciare contro le acciaierie di stato ITALSIDER con lo stesso mantra idiota "EH MA SE LO KOMPRIAMOH ALLHESTEROH KOSTAHMENOH!!" e, pur giovane, avrei voluto prendere un antidemocratico e illiberare randello e schiantarlo sui loro grugni...
Elimina...i liberalizzatori odiano l'Italia e gl'Italiani, sono mercenari al servizio di padroni stranieri presso cui sperano, offendendo e svilendo la loro Patria, di acquisire benemerenze e riconoscenza.
... perchè, come ci ha detto lei l'anno scorso, anche i siriani hanno dovuto comprare dei moderni T90 russi al fine di controbattere ai T.O.W. forniti dai sauditi a loro scagnozzi!
RispondiEliminaÈ probabile che anche Al Sisi preveda problemi simili ...
Il problema più grave sarà quello dei pezzi di ricambio. Se te li fai tu averne in misura sufficiente è facile, ma comprarli è dispendioso e ma sufficiente per le necessità che una guerra rende massimamente indispensabile. Come l'autosufficienza alimentare anche quella industriale è necessaria. I liberisti d'oltre atlantico denigrano il keynesiano militare, ma quelli degli altri e non il loro.
RispondiEliminal'Egitto riceve aiuti militari obbligatori dagli americani, nel senso che sono obbligati a ricevere il tipo di arma che gli americani ritengono non pericolosi per i sionisti
RispondiEliminaTonnellate di obsoleti F16 che nei loro radar vedono gli aerei israliani come amici e quindi non partono i missili e altrettanti centinaia di obsoleti carri Abram
Qualsiasi autonomia militare dell'Egitto è considerata una minaccia
È dura per l'Egitto non allinearsi
Sono di certo molto meno informato di voi sulla situazione sul campo in Medio Oriente, tuttavia non posso nascondere che nutro da tempo dei dubbi sulla vostra posizione così fiduciosamente pro Sisi. Trovo questi dubbi confermati anche dalle recenti evoluzioni in Turchia e Qatar, e quindi di conseguenza dei Fratelli Musulmani, sembrano essere molto più promettenti della politica sempre ambigua del leader egiziano che nonostante tutto appoggia ancora di fatto sionisti e Sauditi. Del resto non mi pare che a Morsi sia stata nemmeno concessa la possibilità di mostrarsi in più che qualche blando e ovvio proclama, mentre il golpe che lo ha destituito ha purtroppo aperto una ferita insanabile nel tessuto sociale egiziano.
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