Un indicatore importante del miglioramento della situazione in Siria e di come il paese si appresti a uscire finalmente dall'emergenza e ad affrontare il lungo, difficile, faticoso processo di ricostruzione morale e materiale del Paese e della sua società é arrivato oggi con la notizia che, con il Decreto Legislativo 18/2018 il Presidente Assad ha esteso un atto di clemenza verso tutti i militari siriani che dal 2011 in avanti, in coincidenza con gli eventi dell'aggressione mercenaria straniera, hanno abbandonato i ranghi delle forze armate.
Ovviamente, a patto che non siano indagati per altri reati; il perdono vale SOLO per l'allontanamento dal dovere militare.
Seduti comodamente davanti ai nostri PC o con i tablet e gli smartphone in mano é facile fare i 'draconiani' e raccomandare lavori forzati o plotoni d'esecuzione, ma un paese che 75 anni fa ha attraversato la tragedia dell'8 settembre dovrebbe sapere, se non proprio ricordare come simili eventi travolgano le vite delle persone, che magari si trovano a dover mettere in salvo la loro famiglia, o a voler restare vicino a parenti non autosufficienti, o a dover trovare costi quel che costi di che mantenerli.
Insomma, non tutti coloro che si sono resi 'AWOL' sono terroristi o nemici della Siria.
Questo video spiega molto bene i termini dell'aministia.
Chi si trova sul territorio siriano ha quattro mesi per presentarsi a una struttura militare dichiarando di volersi valere del perdono presidenziale.
Chi si trova all'estero ha sei mesi per raggiungere la Siria e fare lo stesso oppure presentarsi a un'ambasciata siriana.
La Siria ha bisogno dei Siriani, i Siriani hanno bisogno di una Siria che capisca e perdoni.
Un'altra lezione di civiltà ed acume politico. Grande Presidente Assad.
RispondiEliminaBam Bam
Mio nonno ha servito nel Regio Esercito come soldato di guarnigione in Corsica, ma prima di tornare a casa almeno ha sentito I'll dovere di combattere secondo coscienza per liberare Bastia e Ajaccio dai tedeschi. Sono morti in cinquemila di italiani per quei due buchi di cesso ed il grazie francese dopo la guerra è stata una lapide per i 500 kepis marocchini caduti.
RispondiEliminaCapisco certe situazioni molto bene, e se davvero hanno dato il loro meglio prima di abbandonare i propri ranghi, non devono temere; un grande e nobile gesto di clemenza come questo non potrá che fare bene alla martoriata Siria.
Chi garantisce il perdono, i caschi blu? Da quelle parti non bisogna fidarsi nemmeno dei propri genitori.
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