martedì 1 marzo 2011

Bahrein sempre più in mano ai dimostranti, i sauditi inviano carri al Re sunnita e gli sciiti invocano l'aiuto dell'Iran!


Con una colossale marcia di decine di migliaia di persone che hanno letteralmente ricoperto per ore e ore i larghi viali che conducono a Piazza delle Perle, la "Tahrir del Bahrein", gli abitanti della piccola isola del Mar Rosso hanno espresso la loro determinazione a vedere la dinastia regnante dei monarchi sunniti Al-Khalifa costretta ad abbandonare il potere e tenere a battesimo una "nuova ed effettiva monarchia costituzionale, dove il potere reale sia sottoposta a precisi bilanciamenti e contrappesi in accordo con la volontà popolare", nonché la messa sotto inchiesta degli ufficiali governativi responsabili per le stragi di dimostranti avvenute all'inizio del movimento di protesta.

Tutt'altro che "estreme" o "irragionevoli" le richieste della popolazione (che per oltre il 70 per cento segue la branca sciita dell'Islam) devono tuttavia suonare come minacciosi campanelli d'allarme per il monarca della vicina Casa di Saoud, visto che, é notizia di questi giorni, il Re saudita ha inviato quietamente al suo "collega" isolano quindici carri armati presi dal suo ricco e nutrito arsenale, nel caso possano 'tornare utili' a ristabilire l'ordine al prezzo di qualche altro gallone di sangue umano.

Una volta trapelata la notizia ha destato intenso scalpore nel Golfo Persico e oltre, tanto che il prezzo del petrolio é schizzato in alto dopo giorni di ribasso e la borsa di Riyadh ha avuto un tracollo di quasi sette punti percentuali. Per nulla mitigati da una debole e poco credibile 'smentita' riportata dall'agenzia britannica Reuters agli 'aftershock' finanziari sono seguiti quelli politici, con Hasan Mushaima, leader sciita del Movimento Haq, che ha dichiarato: "Se l'Arabia Saudita pensa di poter intervenire direttamente o indirettamente nelle questioni del Bahrein per difendere i propri interessi, allora é nel diritto dei cittadini del Bahrein di rivolgersi a qualunque interlocutore estero possa fare altrettanto per difendere i loro propri interessi, mi sto riferendo, nella fattispecie, alla Repubblica islamica dell'Iran".

L'Arabia Saudita, retta e governata dalla Famiglia Saoud come una proprietà privata, ha fra la propria popolazione circa 5 milioni di sciiti (su 27 milioni in totale), per lo più concentrati sulla costa orientale, quella che si affaccia sul Golfo Persico.

Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

Eccezionale testimonianza video! I Palestinesi d'America "licenziano" Fatah e i suoi dirigenti compromessi e corrotti!!



"Niente negoziati, senza rappresentazione!", "Nessuna collaborazione, con l'occupazione!", questi slogan, in inglese, sono stati intonati insieme ad altri in arabo e a canti e inni tradizionali e politici, dai dimostranti arabo-americani e dai loro compagni attivisti per la Palestina che si sono riuniti, come promesso dal volantino diffuso nei giorni scorsi, davanti alla rappresentanza diplomatica palestinese a Washington DC, dirottata e cooptata, come tutte le altre strutture della fantomatica 'Autorità nazionale palestinese' dagli uomini di Fatah, la fazione asservita agli interessi e ai desiderata americani e sionisti che nel 2007 decise di disconoscere il risultato delle democratiche elezioni palestinesi dell'anno prima e di tentare un Colpo di Stato contro Hamas e il suo Governo.

Come già avevamo segnalato nell'articolo che anticipava questo evento le richieste sottoscritte dai dimostranti sono estremamente nette e 'to the point', dimostrazione evidente che coloro che hanno dato il via a questa manifestazione sono molto informati sulle questioni politiche palestinesi e mediorientali (un vero e proprio punto d'onore visto che si parla di persone che vivono negli Stati Uniti) e comprendono: l'immediata sospensione degli sciagurati 'Accordi di Oslo', la dissoluzione contemporanea dell'Anp e le immediate dimissioni di Mahmud Abbas, la fine dell'assedio di Gaza, il termine unilaterale di ogni 'accordo di sicurezza e intelligence' con lo Stato ebraico, la liberazione di tutti i prigionieri politici dalle galere di Fatah e la ricostituzione di un'unica 'Piattaforma di Resistenza nazionale' dove le varie fazioni palestinesi possano coordinare e cooperare nelle varie iniziative di contrasto all'occupazione e all'Apartheid sionista.

Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

Funerali di Necmettin Erbakan: aggiornamento


Da fonti attendibili riceviamo notizia che, oltre alle personalità da noi menzionate nel precedente articolo alla cerimonia funebre del popolare leader politico ed ex-Premier turco Necmettin Erbakan, tenutesi oggi in Istanbul, erano presenti anche l'ex-Presidente sudanese e attuale Segretario della IDO (Islamic Dawah Organization), Abdel Rahman Swar al-Dahab(sotto), il capo del Partito musulmano dello Jammu e Kashmir, Abdur Rasheed Turabi (sopra) e il Segretario del Partai Keadilan Sejahtera (Partito della prospera Giustizia) indonesiano, Luthfi Hasan Ishaaq (in fondo).

La presenza di tali personalità rafforza ancora di più l'impressione già veicolata dal nostro primo report, che i funerali di Erbakan si siano, quasi involontariamente, trasformati in una specie di "summit" informale dei più importanti rappresentanti politici di ispirazione musulmana del globo, provenienti da paesi e realtà diversissime, dove alcuni di loro sono sottoposti ad attacchi militari, come in Palestina, o a regimi persecutori, come in Kashmir, o subiscono le conseguenze di cospirazioni e aggressioni internazionali, come in Sudan, ma continuano ugualmente a portare avanti le loro battaglie, traendo speranza e determinazione dalle lotte vittoriose dei loro compagni in Turchia, in Tunisia ed in Egitto.


Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

Tribunale sionista estende la carcerazione preventiva dello Sceicco Salah, nonostante non esistano possiblità di fuga o reiterazione del 'reato'!


Un tribunale sionista ha esteso il periodo di "detenzione preventiva" dello Sceicco Raed Salah, storico leader del Movimento musulmano in Israele fino a mercoledì 2 marzo. Il collegio difensivo dello Sceicco ha dichiarato che tale misura é del tutto gratuita e non-necessaria, visto che non é affatto intenzione del suo assistito di fuggire o in qualunque altro modo sottrarsi alla contestazione mossagli dalle autorità dello Stato ebraico, che pretenderebbero di averlo 'arrestato' (con una operazione più degna di un sequestro di persona) per il 'crimine' di aver dato fuoco a dei cespugli durante una sua trasferta nel Negev, dove doveva partecipare a una cerimonia di solidarietà con gli abitanti beduini di Araqib, il cui villaggio é stato demolito per ben venti volte dai militari israeliani.

"Ridicola e inconsistente" é stata definita l'accusa dagli avvocati di Salah, che evidenziano come il suo arresto sia stato totalmente pretestuoso e arbitrario, essendo avvenuto il 22 febbraio 2011 per un 'crimine' che sarebbe stato commesso il 7 dello stesso mese. "Evidentemente" spiegano i legali "le forze di spionaggio israeliane hanno 'visto' la possibilità di rapire lo Sceicco Salah mentre tornava verso casa in compagnia di un solo collaboratore dopo aver presenziato al sit-in a Gerusalemme e l'hanno presa al volo; dopo hanno dovuto ingegnarsi per trovare un'accusa con cui tenerlo in custodia, ma grazie all'esemplare condotta del nostro assistito si sono dovute 'accontentare' del presunto incendio di cespugli, un addebito che cadrà alla prima udienza in aula".

Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

In corso i funerali di Necmettin Erbakan di fronte a un parterre d'eccezione: Mishaal, Ghannouchi, Madhi Akif ed Erdogan!


La salma di Necmettin Erbakan, leader storico del partito Refah e primo politico turco di ispirazione musulmana ad assurgere al soglio del Governo (nel 1996) é stata traslata nella notte dalla capitale Ankara a Istanbul, dove verrà interrata, e fin dal suo arrivo all'aeroporto é stata attorniata da ali di folla osannante, dimostrando quanto cordoglio e commozione la scomparsa dell'ultraottuagenario statista abbia destato nel paese.

La vera e propria 'esplosione' dell'economia, del prestigio politico regionale e internazionale della Turchia sono infatti saldamente legate nella coscienza popolare con l'emersione dei partiti di massa a ispirazione religiosa che, repressi per decenni dalle giunte militari asservite agli Usa e a Israele, hanno preso in mano le redini della nazione giusto a partire dal premierato di Erbakan, per consolidare e rafforzare, forse definitivamente, il loro primato con l'arrivo al potere di Recep Erdogan, ex-sindaco di Istanbul e attuale Primo Ministro.

Proprio riconoscendo il proprio debito nei confronti dello scomparso il Premier Erdogan ha bruscamente cancellato una sua progettata visita a Bruxelles, dove gli sarebbe toccata la frusta e stancante commedia dei 'colloqui' con il Presidente UE Barroso, la Ministra degli Esteri Ashton e il 'commissario per l'allargamento' Stefan Fule, riguardo alle possibilità di ingresso di Ankare in Europa, un obiettivo di cui a Erdogan importa pochissimo.

Molto più importante presenziare alle esequie di colui che ha spianato a lui e al suo Partito dello Sviluppo la via per il potere, dove avrà, tra l'altro, modo di incontrare e dialogare con il "gotha" dell'Islam politico arabo e mediorientale, come ad esempio con il Segretario del Politburo di Hamas Khaled Mishaal, arrivato in Turchia nella notte apposta per l'occasione, o anche con l'ex leader della Fratellanza musulmana egiziana, Muhammad Mahdi Akif e con il capo del partito musulmano tunisino An-nadha Rachid Ghannouchi, formazioni che giocheranno un ruolo decisivo nel futuro delle loro nazioni, recentemente liberate dai tiranni filo-occidentali che le hanno tenute in soggezione per decenni.

Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

La Jihad islamica dichiara la necessità di catturare altri militari israeliani


Il Movimento per la Jihad islamica in Palestina ha tenuto nella giornata di ieri una manifestazione di solidarietà per Ahmed Abu Hasira e Mohammed al-Husni, prigionieri delle galere israeliane da oltre un quarto di secolo. Tenutasi presso il Quartier generale a Gaza della Croce rossa internazionale, la manifestazione ha coinvolto le famiglie dei prigionieri, i leader nazionali del Movimento, centinaia di congiunti e parenti degli oltre diecimila palestinesi incarcerati da Israele e altre centinaia di cittadini della Striscia.

Il leader della Jihad islamica Khaled al-Batesh ha lanciato un appello alle fazioni della Resistenza palestinese e araba affinché coordinino le loro operazioni al fine di prendere prigionieri altri militarsi israeliani da usare come "moneta di scambio" con gruppi consistenti di detenuti palestinesi, come sta avvenendo ora nel caso del caporale Gilad Shalit.

"Non vi é altra via per la liberazione dei nostri cari, se non quella che passa attraverso un intensificazione delle operazioni di Resistenza", ha dichiarato al Batesh alla folla plaudente. Inoltre, passando a enumerare le violazioni e gli abusi inflitti da Israele ai detenuti palestinesi, ha dichiarato che essere "invalidano oltre ogni dire" qualunque pretesa israeliana di essere uno stato 'libero', 'democratico' e 'rispettoso dei dirtti umani'.

"La dignità della Palestina e la nostra dignità personale rimangono menomate e incomplete fino a quando anche uno solo dei nostri fratelli si troverà a soffrire nelle celle dell'entità sionista", ha quindi concluso Al-Batesh, raccogliendo una fragorosa ovazione.

Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

Il Ministero della Salute di Gaza: "Entro 90 giorni l'assedio sionista ci avrà riportato indietro di secoli!"


La Croce rossa internazionale ha promesso che provvederà al "necessario sostegno e supporto" al settore sanitario della Striscia di Gaza, le cui condizioni, in conseguenza della brutale e insensata insistenza di Israele nella sua politica sanzionatoria al limite della persecuzione, sono perennemente in bilico sull'orlo del disastro.

Il Dr. Madhat Abbas, Direttore generale del Centro medico Al-Shifa, il più grande ospedale della Striscia, ha dato il benvenuto al Direttore delle Operazioni della Croce rossa in Medio Oriente, Beatrice Megevand Roggo, accompagnata da un entourage che comprendeva, fra gli altri, Arafat Sulaimani, Capo-missione della Croce rossa internazionale a Gaza e il Manager del Programma sanitario di Gaza Curley Clark.

Il Ministero della Salute del legittimo Governo di Hamas ha annunciato che ben 147 farmaci di base e 152 generi di attrezzature e provviste mediche sono "totalmente esauriti" e che 65 farmaci e 148 generi accessori e provviste si esauriranno entro 90 giorni; "a quel punto a Gaza sarà impossibile fornire alcun genere di prestazione sanitaria, l'assedio dello Stato ebraico ci avrà fatto tornare all'epoca della medicina pre-moderna".

Ma la responsabilità per la crisi sanitaria di Gaza non ricade solo sul regime dell'Apartheid, una parte infatti va addebitata a Fatah e al cosiddetto 'governo di Ramallah', che intercetta la maggior parte delle spedizioni di materiale sanitario dirette alla Striscia e vi fa sopra una "generosa cresta"; tanto per fare un esempio, dei medicinali inviati a Gaza nel corso del 2010 Fatah e il suo 'governo' ne hanno trattenuto il 63%.


Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

Hamas avverte l'UNRWA: "Non includerete l'Olocausto nei programmi di storia per i bambini dei campi profughi palestinesi"


Il Dipartimento per gli Affari dei Rifugiati del Movimento musulmano di Resistenza Hamas ha emesso un netto e duro ammonimento contro l'UNWRA (United Nations Relief Works Agency), segnalando l'inopportunità di inserire un capitolo sull'Olocausto ebraico nella Seconda Guerra Mondiale nel curriculum di Storia per gli scolari e studenti palestinesi che frequentano le lezioni del programma ONU di alfabetizzazione e scolarizzazione degli ospiti dei campi profughi palestinesi.

"La richiesta di 'insegnare l'Olocausto' ai giovani palestinesi non copre altro che il tentativo di portare avanti politiche tese a giustificare e rendere 'accettabile' l'invasione della Palestina susseguente alla Seconda Guerra Mondiale, collegandola alle persecuzioni naziste svoltesi in Europa tra gli anni '30 e il 1945; tale tentativo é rozzo e inaccettabile".

Il Dipartimento di Hamas fa notare come non sia necessario dedicare cura o attenzione particolare allo studio dell'Olocausto, un argomento che ha molto poco a che fare con il normale curriculum di studi storici dei bambini e dei ragazzi arabi in generale e palestinesi in particolare, le cui vite quotidiane, piuttosto, sono costantemente e a volte anche drammaticamente influenzate non dai lontani crimini dei nazisti tedeschi, ma da quelli molto più prossimi e palpabili degli occupanti sionisti.

"In Europa e in America la reverenza quasi religiosa verso la narrativa dell'Olocausto, protetta da leggi lesive della libertà di pensiero e di opinione, é diventata un culto incontestabile, in virtù del quale le lobby sioniste e lo Stato ebraico staccano di continuo 'assegni in bianco', sottoforma di compensazioni economiche, trattamenti di favore diplomatici e commerciali, e, ovviamente, prolungata e continua impunità per i loro crimini contro la Pace e il Diritto internazionale; noi non siamo disposti a concedere simili crediti ai sionisti, ai loro alleati e ai loro fiancheggiatori, non permetteremo che le scuole per i bambini e i ragazzi palestinesi diventino piattaforme di propaganda israeliana".
Aula di scuola palestinese bombardata da Israele durante uno dei molti 'pogrom' militari contro la popolazione civile.
Il Dipartimento si é inoltre appellato al Ministero dell'Educazione del legittimo Governo palestinese insediato a Gaza affinché usi la sua influenza per preservare l'integrità dei curriculum di insegnamento storico nella loro forma attuale, rifiutando e respingendo ogni modifica che sminiuisca e leda la Causa nazionale e gli inalienabili diritti dei Palestinesi.

Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.