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mercoledì 31 maggio 2017

"Geopolitica.ru" pubblica un nostro articolo!

Bahrein: caso da manuale dell'arroganza, dell'ipocrisia e del "doppiopesismo" occidentale!



Vedete qualche similitudine tra l'articolo pubblicato sulle nostre pagine domenica scorsa e quello presentato in Spagnolo sul portale web diretto da Leonid Savin poche ore fa?

No? Ovviamente, visto che si tratta PROPRIO del nostro articolo, mirabilmente tradotto in Castigliano!

domenica 28 maggio 2017

Bahrein: caso da manuale dell'arroganza, dell'ipocrisia e del "doppiopesismo" occidentale!


Nelle prime settimane dell'aggressione terroristica internazionale contro la Repubblica Araba Siriana una delle menzogne più frequentemente ripetute dalla propaganda anglosionista e imperialista era quella riguardo alle presunte "enormi manifestazioni di piazza" che avrebbero avuto luogo a Daraa, Damasco e altre città siriane.

Nel mondo di fantasia imperialista "enormi manifestazioni di piazza" sono motivo valido per rovesciare con le armi un Governo votato dalla maggioranza dei Siriani, nonostante il fatto che anche nel caso vi siano, per una "enorme manifestazione" bastano poche migliaia di persone mentre per eleggere un Governo sono necessari molti milioni di voti.

Eppure esiste un paese mediorientale dove "enormi dimostrazioni di piazza" si tengono non già da settimane o mesi, ma DA ANNI e dove, inoltre, tali enormi manifestazioni incarnano perfettamente la volontà della maggioranza assoluta dei cittadini eppure dove, con arroganza estrema, spalleggiata dai peggiori regimi della regione e facilitata dal completo silenzio dei media mainstream occidentali una piccola dinastia di oppressori tiranneggia e reprime con persecuzioni giudiziarie, torture, carcere e omicidi quanti osano parlare e denunciare lo scandaloso stato di cose.

giovedì 25 maggio 2017

Donna Bahreini grida agli sgherri di Re Saoud: "Andatevene in Yemen e vedrete che cosa vi faranno gli Houthi!"

Chi ci legge da tempo sa benissimo come in Bahrein una corrotta dinastia sunnita messa al potere secoli fa dagli Inglesi tiranneggi e opprima un popolo fiero e coraggioso a stragrande maggioranza sciita, che nonostante i continui soprusi e abusi degli Al-Khalifa non cessa di organizzarsi e lottare per vedere riconosciuti i suoi Diritti più elementari.

Ovviamente a sostenere gli Al-Khalifa e i loro tirapiedi, ci sono in prima fila i Sauditi, che temono che una rivoluzione vittoriosa dalle parti di Manama possa ispirare gli Sciiti dell'Est del loro regno a insorgere contro il dispotico dominio di Riyadh.

giovedì 25 settembre 2014

E dopo lo Yemen...il Barhein? L'Isola delle Perle non ne può più del dispotismo di Al-Khalifa!!!

Pochi giorni fa gli Sciiti Houthi del Nord dello Yemen, con un'avanzata-lampo che fa impallidire i cialtroni dello 'stato islamico' (coccolati e riforniti di tutto da NATO, Turchia, Qatar e Israele che non sono riusciti a conquistare nulla), a prendere il controllo della capitale Sanaa e negoziare da posizione di forza le dimissioni del Governo e una serie di richieste economiche, sociali e di autonomia locale; l'accordo che ha posto termine alla fase 'armata' della protesta é poi stato benedetto da Teheran, ansiosa di ampliare la sua sfera di influenza ma non di essere vista come una potenza destabilizzatrice.

Adesso il prossimo stato mediorientale a vedere protagonista di un vasto rivolgimento politico la sua popolazione sciita potrebbe essere il Barhein, dove il despota sunnita Al-Khalifa, che regna su una popolazione arcistufa di lui e dei suoi arbitrii é sostenuto soltanto dalle armi saudite (che intervennero nel 2011 a massacrare i dimostranti che chiedevano democrazia e giustizia).

Ma come dimostra questa foto, che ritrae un momento della recente manifestazione in cui oltre DUECENTOMILA PERSONE hanno marciato ordinatamente denunciando l'illegalità delle elezioni previste e la necessità di una vera riforma democratica, le sorprese potrebbero essere molte e profonde.

martedì 20 agosto 2013

Il popolo Barheini avverte il tiranno Al-Khalifa: "Il tuo regime abusivo e illegale ha i giorni contati!"

Le localictà di Dair, Tubli, Kawarah e Ma'ameer si sono animate nella giornata di ieri con migliaia e migliaia di manifestanti determinati a far capire al corrotto tiranno Al-Khalifa che nessuna misura di repressione, non importa se sostenuta dai suoi senili sodali sauditi, dai rozzi mercenari wahabiti pachistani, non importa se passata sotto silenzio dagli insinceri mass-media occidentali, riuscirà mai ad estinguere l'anelito di libertà delle masse popolari che troppo a lungo hanno languito sotto il tallone di una dinastia aliena alla Storia e alla Cultura dell'Isola delle Perle, installata al potere per i calcoli imperialisti dell'Ammiragliato inglese.

Nella località di Buri si sono registrati pesanti scontri con massiccio uso di gas tossici  da parte delle forze del regime, che tuttavia non sono riuscite a domare la manifestazione, dovendosi in ultimo ritirare. Il fatto che le manifestazioni continuino ininterrotte da due anni senza che nessuna delle misure repressive della tirannide degli Al-Khalifa riesca a soffocarle dimostra la determinazione del popolo a cacciare gli usurpatori e instaurare un vero regime democratico.

Il partito Al-Wefaq, cardine della coalizione anti Al-Khalifa, ha comunicato che nel corso del mese di luglio sono state 200 le persone arrestate dalla sbirraglia di regime, tra essi persino diciannove bambini.

martedì 16 luglio 2013

Gli eroici cittadini del Barhein danno l'ultimatum al tiranno Al-Khalifa: "Tra 30 giorni il tuo regime sarà parte del passato!"

Con una costanza, una dedizione, una fede che allargano e riscaldano il cuore i leader del movimento Barheini per la Democrazia, da due anni in lotta con la più retriva, meschina e vigliacca dinastia del Golfo Persico hanno annunciato la loro convinzione che l'obiettivo della cacciata del tiranno Al-Khalifa e dell'instaurazione di una vera ed effettiva Democrazia nell'Isola delle Perle sia quanto mai vicino.

Per raggiungere questo obettivo il Movimento barheini per la Rivoluzione ha dichiarato una mobilitazione straordinaria che toccherà il suo apice a un mese da adesso; secondo le previsioni dei dirigenti il tiranno sunnita di Manama potrebbe abbandonare l'isola tra il 14 e il 15 di agosto.

Nonostante la continua repressione portata avanti coi mezzi più disumani e brutali (truppe straniere, mercenari wahabiti, arresti arbitrari, torture, gas tossici) il popolo del Barhein continua, a 28 mesi dalla prima sollevazione, a scendere in piazza e manifestare: ancora ieri il cinquantacinquenne  Saeed Abdullah Marzouq, di Diraz, é morto soffocato dal gas letale usato contro i manifestanti dagli sgherri del regime.

lunedì 27 maggio 2013

Da Manama a Qatif gli Sciiti dimostrano a milioni: "Via dal Barhein i servi di Saoud!"; violenze e brutalità dei regimi wahabiti!!

Oceani di folla mobilitati tanto in Barhein quanto in Arabia Saudita chiedono Libertà, Democrazia e Uguaglianza sfidando ogni giorno gli apparati repressivi delle monarchie più retrive della Terra. A Qatif e in tutte le province orientali dell'Arabia Saudita i dimostranti, appartenenti alla minoranza sciita, hanno domandato l'immediato ritiro delle truppe saudite dall'Isola di Barhein, dove sono state inviate dai tiranni di Riyadh per aiutare il satrapo wahabita locale a difendersi dal suo stesso popolo.

Anche in Barhein sono scoppiate intense manifestazioni quando, con un verdetto scandaloso, una corte locale ha assolto due sgherri del regime accusati dell'omicidio di un manifestante al quale avevano sparato a sangue freddo nel novembre 2011, durante le fasi iniziali della Rivoluzione barheini.

In un altro processo-farsa un aguzzino di Re Al-Khalifa che aveva manganellato a morte un dimostrante per la Democrazia si é visto ridurre la pena inflitta in primo grado da sette anni di carcere (sette anni per un assassinio!) ad appena SEI MESI. Questi sono i regimi amati e coccolati dall'Occidente ipocrita, tanto amante dei 'Diritti Umani' quando di comodo.


mercoledì 15 maggio 2013

Attivista barheini arriva di fronte al tiranno sunnita Al-Khalifa e gli grida in faccia: "Hai le ore contate!"

Questa immagine dimostra l'incredibile coraggio di un'attivista barheini per la Democrazia che a Londra é riuscito ad arrivare fin sotto al naso dell'odiato tiranno Re Al-Khalifa e della sua complice la Regina Elisabetta d'Inghilterra che continua a ospitarlo e riceverlo nonostante l'imponente campagna internazionale per mettere al bando la dinastia assassina che da oltre due anni sta massacrando il suo stesso popolo nell'assordante silenzio della comunità internazionale e delle ipocrite "prefiche" dei cosiddetti 'Diritti Umani'.

Approfittando di una occasione dove i due 'reali' apparivano insieme il coraggioso  e determinato Ahmad Alwadaei ha estratto una bandiera nazionale barheini e, sventolandola, ha gridato a Elisabetta II: "La smetta di sostenere un assassino!". Fermato e trattenuto per sette ore Alwadaei, insieme all'attivista Moussa Abd Ali (che già in precedenza aveva intercettato il tiranno di Manama durante una sua apparizione a NY) é stato poi rilasciato dopo sette ore, non avendo compiuto nessun atto illegale.

All'evento durante il quale Alwadaei é intervenuto con la sua coraggiosa testimonianza partecipavano anche i due 'rampolli' del tiranno Al-Khalifa, Khalid e Nasser, noti per prendere direttamente parte alle torture dei prigionieri politici, insieme alla sorella, la perversa "Iena di Manama" Noura.

sabato 11 maggio 2013

In Bahrein la gente di Bani Jamra si solleva contro la tirannia di Re Al-Khalifa, "pupillo" dell'Occidente!

Una nuova colossale manifestazione che ha attraversato i centri di Daih e Bani Jamra, intorno alla capitale barheini Manama sta a dimostrare la volontà indomita del popolo dell'Isola delle Perle di resistere contro l'offensiva di terrore, tortura, violenza, illegalità scatenata dal satrapo sunnita Al-Khalifa, "cocco" delle monarchie liberticide di Arabia Saudita, Kuwait e Qatar, che prostituisce la Terra che indegnamente governa aprendo le sue baie e i suoi porti alla flotta Usa.

Contro la folla riunita si sono scatenati i soliti caroselli  di spari, cariche, gas urticanti usati per asfissiare, ma la gente continua ad accorrere e radunarsi, giocando a rimpiattino coi corrotti gendarmi reali e coi loro alleati, soldati sauditi e mercenari pachistani.

A due anni dal suo inizio il movimento barheini per la democratizzazione del paese sembra più forte e determinato che mai e forse manca pochissimo al punto di non ritorno in cui la mobilitazione popolare potrà passare il segno e trasformarsi in Rivoluzione, come già fece 34 anni fa in Iran.

mercoledì 8 maggio 2013

Gli sgherri del tiranno Al-Khalifa distruggono per la seconda volta importante moschea sciita!

L'associazione islamica bahreini "Al-Wefaq" ha lamentato in un duro comunicato l'opera vandalica e distruttrice dei lacché di Re Al-Khalifa che, per la seconda volta in due anni hanno devastato la moschea sciita di Principe Mohammad Barbaghi nei dintorni di Manama, lasciando osceni e vergognosi graffiti all'interno e all'esterno di essa. Imparando dai suoi "amici" wahabiti Sauditi e Qatarioti anche l'odiato tiranno del Barhein cerca di trasformare la Rivoluzione popolare esplosa contro la sua brutalità, corruzione e inefficienza in una lotta settaria di sciiti (la maggior parte della popolazione totalmente esclusa dal Governo del paese) e sunniti.

La Moschea di Principe Mohammad Barbaghi, antica di 400 anni, era già stata distrutta nel 2011 al momento dell'invasione del Barhein da parte delle violente e fanatiche truppe saudite, esaltate nell'odio degli sciiti dalle prediche dei più rozzi imam wahabiti, che l'avevano rasa al suolo, ma la fede e l'operosità del popolo Barheini l'avevano ricostruita a tempo di record.

Oltre alle truppe Saudite e Qatariote intervenute nell'isola per soffocare nel sangue la Rivoluzione popolare il Re Al-Khalifa si é munito anche di violenti e intolleranti mercenari pachistani addestrati all'odio nelle madrasse dove si studia wahabismo con i testi pubblicati per ordine della CIA dall'Università di Nebraska-Omaha, su cui si sono formati anche i fanatici del regime talebano e di Al-Qaeda.

lunedì 1 aprile 2013

Anziano Barheini muore d'infarto sentendo le grida di dolore del figlio torturato dagli sgherri di Re Al-Khalifa!

Abdul Ghani al-Reyyes, di 66 anni, era andato alla stazione di polizia dove aveva avuto notizia che suo figlio era stato portato dopo l'arresto da parte dei giannizzeri di Re Al-Khalifa, il sanguinario tiranno che da due anni con la complicità di Sauditi, Qatarioti e Pachistani sta massacrando la popolazione dell'Isola delle Perle che ne chiede l'abdicazione e il passaggio a un regime democratico.

L'anziano, il cui figlio maggiore Hussein é stato ferito all'addome dai proiettili dei poliziotti mesi fa e che da allora ha avuto bisogno di due operazioni chirurgiche, era molto preoccupato per suo figlio Ahmed, visto che era conoscenza comune che i prigionieri politici in quel commissariato fossero normalmente soggetti a orrende torture.

Quando, nonostante le sue preghiere e le sue promesse, gli aguzzini in uniforme lo hanno cacciato dalla stazione, essi, per meschina rappresaglia, hanno iniziato a suppliziare proprio Ahmed: all'udire le grida strazianti del figlio che uscivano dalle finestre spalancate dell'edificio il vecchi cuore di Abdul Ghani non ha retto, e ha ceduto sotto il peso dello strazio.

Così é morta l'ultima vittima del regime di terrore di Manama, tollerato dal Premio Nobel Obama e dai suoi corrotti e ipocriti corifei del Mondo Occidentale; ma la Rivoluzione Barheini, come già quella Iraniana prima di essa, non si può soffocare nel sangue e nella violenza e Re Al-Khalifa lo imparerà quanto prima.

domenica 17 marzo 2013

Immagini scioccanti da Manama! Così gli sgherri wahabiti di Al-Khalifa incrudeliscono contro la popolazione civile inerme!!

Chiediamo perdono per la crudezza delle immagini che, in esclusiva per l'Italia, presentiamo grazie agli sforzi dell'agenzia stampa "Ahlul Bayt", ma la verità sul sacrificio e la sofferenza del valoroso popolo barheini non può venire soffocata dalla cortina di ipocrisie e menzogne occidentaliste che mentre accusano 'a capocchia' il Presidente siriano Assad di inesistenti 'crimini' chiudono sornionamente gli occhi di fronte ai massacri perpetrati dal despota sunnita Al-Khalifa, sostenuto da Usa, Inghilterra, Arabia Saudita e altri corrotti e retrogadi emirati petroliferi del Golfo Persico.

venerdì 15 marzo 2013

Il coraggioso popolo barheini continua la sua protesta nonostante le violenze del regime!

Queste immagini esclusive arrivano direttamente dal Barhein per tramite dell'agenzia stampa Ahlul Bayt (Abna.ir) e dimostrano come, nonostante la bestiale e arbitraria violenza esercitata contro i cortei di protesta dagli sgherri di Re Al-Khalifa, dalle truppe saudite inviate a rinforzo al suo regime e dai sanguinari mercenari pachistani, il popolo dell'Isola delle Perle abbia proseguito anche oggi, subito dopo le preghiere del venerdì, la propria protesta contro il secondo anniversario dell'ingerenza controrivoluzionaria saudita, ovviamente 'benedetta' e 'approvata' da tutti gli ipocriti governi delle 'Democrazie Occidentali' prontissimi a chiudere gli occhi di fronte ai peggior massacri quando sono perpetrati dai loro alleati arabi più reazionari e intolleranti.

giovedì 14 marzo 2013

Tutto il Barhein paralizzato dallo sciopero generale nel secondo anniversario dell'invasione saudita!

A’ali, Bani Jamrah, Al-Hajar, Al-Musalla, Setra, Bouri, Al-Akar, Maqsha, Jid Hafs, Abu Saiba, Karana e, naturalmente, la capitale dell'isola, Manama; sono questi i nomi di alcune delle località del Barhein che oggi, 14 marzo 2013, secondo anniversario dell'invasione del paese da parte delle truppe sunnite fondamentaliste scatenate nel reame dal vicino regno dell'Arabia Saudita, sono state paralizzate dallo sciopero generale del popolo che chiede riforme, democrazia e libertà di culto e d'espressione.

In questi due anni la soldataglia saudita, fanatizzata all'odio più sanguinoso dalla predicazione di rozzi 'imam' wahabiti si é resa responsabile di centinaia di morti, di sparizioni, torture e altre enormità contro la popolazione civile inerme 'colpevole' di voler cacciare dal trono un tiranno impostole con la forza per gli interessi delle potenze coloniali anglosassoni (Inghilterra prima, Usa poi) e di instaturare finalmente un regime democratico nell'Isola delle Perle.

In questo compito da veri e propri macellai i soldati sauditi sono stati aiutati anche dai mercenari pachistani arruolati nelle madrasse più oltranziste dai denari di Re Al-Khalifa. Ma la voglia di libertà del popolo Barheini (unito oltre ogni divisione settaria) si saprà dimostrare più forte e più duratura di ogni repressione, questo lo possiamo affermare fin da ora augurando la pronta vittoria alla lotta e al sacrificio di tutti coloro che in questi due anni hanno preso parte al movimento per la Riforma.

domenica 24 febbraio 2013

Nuove immagini scioccanti della repressione in Barhein da parte del tiranno sunnita Al-Khalifa!

Jeep lanciate a tutta velocità contro cittadini indifesi, centinaia di granate a gas urticante usate come arma chimica per soffocare e avvelenare i dimostranti, munizioni da guerra sparate contro bambini e ragazzi; questo oggi é il Barhein, la lirica, bucolica "Isola delle Perle" descritta da Marco Polo é diventata un mattatoio dove un re-travicello che non ha nulla in comune col popolo che tiranneggia mena strage per rimanere al posto che gli é stato dato dalle potenze imperialiste di Ieri (Gran Bretagna) e confermato da quelle di Oggi (Stati Uniti) cosìcché possa continuare a prostituire la sua terra offrendola come asilo alla Quinta Flotta americana. Intanto nel quartiere di Boori a Manama, due bambini sono rimasti gravemente feriti dopo essere rimasti vittime del fuoco aperto da mercenari al servizio di Casa Al-Khalifa che hanno iniziato a sparare contro un corteo di cittadini che stavano protestando contro la violenza indiscriminata del Governo e dei suoi lacché. Come segnalato proprio su queste pagine recentemente due giovani di 20 (Mahmoud al-Jaziri) e di appena sedici anni (Hussein al-Jaziri) sono stati uccisi mentre manifestavano per la Libertà e la Democrazia. Il Governo si é addirittura rifiutato di restituire la salma di Mahmoud ai parenti per paura che il suo funerale diventasse fulcro di una nuova manifestazione di protesta, così la famiglia ha dovuto seppellire una bara vuota.

venerdì 22 febbraio 2013

Ancora un morto in Barhein, ennesimo martire della brutalità del tiranno Al-Khalifa!

Mahmoud Issa al-Jaziri aveva 20 anni, gli ultimi sette giorni dei quali ha passati in coma a causa della gravissima ferita alla testa subita la scorsa settimana quando, insieme ai suoi concittadini, prendeva parte a una pacifica protesta antigovernativa sull'isola di An-Nabih Saleh. Gli sgherri del tiranno sunnita Al-Khalifa lo hanno ferito e, nonostante tutti gli sforzi profusi, la sua giovane vita si é spenta aumentando di una unità il computo dei martiri finora sacrificati dal popolo Barheini alla Causa della Giustizia e della Democrazia.

Il blocco di opposizione Al-Wefaq ha dichiarato che il sacrificio del giovane Mahmoud deve servire da grido di risveglio delle coscienze, specialmente per quegli Stati e quelle agenzie occidentali comodamente e ipocritamente "assopite" riguardo ai dossier della Rivoluzione Barheini e del martirio del popolo dell'Isola delle Perle, in quanto 'scomodi' agli interessi imperialisti americani e occidentali nell'area.

Solo una settimana fa  Hussein al-Jaziri di sedici anni moriva dopo essere stato anche lui ferito dai proiettili del regime, mentre Aminah al-Sayyed Mahdi, di 35 anni, è morta giorni addietro per l'intossicazione riportata dai gas urticanti, vere e proprie "armi chimiche" usate dai lacché del sovrano per causare il maggior danno possibile, al di fuori di qualunque protocollo di sicurezza.

domenica 17 febbraio 2013

Gli sgherri di Re Al-Khalifa uccidono un altro adolescente, ma i suoi funerali confermano che il popolo Barheini non é disposto a fermarsi!


Come avevamo annunciato al momento della sua uccisione é di  Hussein al-Jaziri, 16enne già residente nella cittadina di Dahi, l'identità dell'ultima vittima dei brutali mazzieri di Re Al-Khalifa, tiranno sunnita del Barhein mantenuto sul trono in odio alla totalità dei suoi abitanti solo dalle convenienze strategiche dell'inquilino nero della Casa Bianca che vuole usarne l'Isola delle Perle come 'portaerei' in funzione anti-iraniana e come base-appoggio per la sua Quinta Flotta.

Ma i funerali del ragazzo Barheini, ennesima vittima di un Movimento per la Democrazia e il Cambiamento che dura ormai da due anni e che si concluderà in una sola maniera: con il rovesciamento di Al-Khalifa e la sua cacciata in esilio o il suo processo da parte del Popolo. Una enorme, colossale marcia ha riempito e animato le strade, concludendosi con l'usuale scontro con i gendarmi reali, i loro alleati sauditi e i crudeli mercenari pachistani arruolati nelle madrasse fondamentaliste.

Non si sono registrati morti negli scontri ma, quando ormai il conteggio delle vittime di Casa Al-Khalifa ha raggiunto e sorpassato le centinaia nel più completo silenzio ipocrita e interessato dei media occidentali, la cosa ha molta poca importanza, ha importanza che a oltre 24 mesi dall'inizio delle proteste il popolo del Barhein non ha intezione di farsi intimidire, minacciare o ricattare in alcun modo e continua a radunarsi e lottare per i propri Diritti e i propri Ideali.
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giovedì 14 febbraio 2013

Gli sgherri del tiranno sunnita Al-Khalifa fanno l'ennesima vittima tra la popolazione civile barheini: il morto aveva appena 14 anni!


Hussain Ali Ahmad al-Jazeeri é il ragazzo che vedete ritratto, esanime, nella foto qui sopra. E' stato ucciso a colpi di arma da fuoco dagli sbirri del despota Al-Khalifa, che qualche disinformato coglione vorrebbe considerare "un esempio di democrazia" perché permette che nel suo regno si diffondano il vizio e l'immoralità secondo il ben noto standard sionista-occidentalista.

Hussain Ali potrebbe essere stato ucciso dagli sgherri sunniti del regime, dalle truppe saudite che occupano l'isola ormai da due anni per "aiutare" il tiranno locale nel reprimere le proteste della popolazione, o dai fanatici e violenti mercenari pachistani reclutati nelle madrasse wahabite più retrive con i soldi del "Consiglio di Cooperazione del Golfo".

La morte del giovane (appena quattordicenne) ha fatto riesplodere le proteste in ogni angolo della cosiddetta Isola delle Perle che pochi giorni fa ha celebrato sobriamente con un pensiero rivolto alle centinaia di vittime di Casa Al-Khalifa e alle migliaia di prigionieri politici detenuti e torturati il secondo anniversario dell'inizio delle proteste popolari per la riforma dello Stato e la sua democratizzazione.
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domenica 10 febbraio 2013

Enorme raduno di protesta in Barhein, la popolazione grida: "Via il Re Al-Khalifa, fantoccio dell'Imperialismo!"

Un enorme sit-in di protesta sta animando in queste ore Piazza della Libertà a Manama, capitale dell'Isola di Barhein, dove la popolazione (in massima parte sciita) si é già mobilitata per il vicino anniversario delle proteste iniziate il 14 marzo 2011, due anni fa, sull'onda delle vittoriose rivoluzioni in Tunisia e in Egitto e a imitazione della mobilitazione di massa che all'epoca animava (e ancora non si é spenta) anche il popolo yemenita.

Nonostante l'uso spropositato di gas urticanti e asfissianti, l'intervento massiccio di truppe Saudite, degli UAE e persino di violenti e crudeli mercenari pachistani reclutati nelle più retrive moschee e madrasse wahabite, nonostante centinaia di morti massacrati e migliaia di prigionieri rapiti, torturati, spariti nelle galere dei despoti Al-Khalifa. Nonostante la diretta partecipazione dei "delfini" reali alle sevizie inflitte ai detenuti politici, il popolo é più che pronto a proseguire la lotta.

Uno sciopero generale di 24 ore é già stato dichiarato per il prossimo giovedì, secondo anniversario di una Rivoluzione che deve ancora compiersi del tutto ma che presto farà giustizia di un altro despota servo degli interessi stranieri.
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domenica 27 gennaio 2013

Ancora una vittima dei gas tossici usati in Barhein contro i manifestanti disarmati: aveva soltanto otto anni!

Qasim Habib Ja’far viveva a Karbabad, villaggio vicino a Manama e aveva otto anni; li 'aveva' perché é stato assassinato dagli sgherri di Re Al-Khalifa, il tiranno sunnita alleato degli Usa e delle forze della conservazione reazionari (Sauditi, Qatarioti e altri) che da oltre due anni impiega la più feroce e cieca violenza nel tentativo di soffocare le proteste del popolo che vuole la Democrazia e la libertà di scegliersi ed eleggersi i propri governanti.

Anche Qasim, come centinaia di altri Barheini prima di lui, uomini, donne, vecchi, ragazzi e ragazze é rimasto soffocato dai gas urticanti "Made in Usa" venduti al tiranno di Manama dalla Combined Systems con il benestare della Casa Bianca e del suo abbronzato inquilino "Nobel per la Pace".

In Barhein si sta consumando una strage quotidiana, "rateizzata", ma gli ipocriti outlet mediatici asserviti all'imperialismo occidentale e americano fanno finta di non accorgersene, perché nulla deve 'turbare' la 'stabilità' della dinastia che ospita nella sua isola il Quartier Generale della Quinta Flotta della Marina americana.

Quando il burattino Al-Khalifa ruzzolerà giù dal trono le navi dello Zio Sam dovranno trovarsi un altro porto dove calare l'ancora.
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