mercoledì 11 gennaio 2012

Ecco al lavoro la "democrazia" del regime ebraico: il Ministro razzista Liberman vuol sciogliere i partiti dell'etnia Palestinese!


Una delle molte ipocrite piaggerie che venivano ripetute dai corifei dell'Hasbara ogniqualvolta un loro interlocutore si peritava di far notare la natura razzista e discriminatoria dell'occupazione sionista in terra di Palestina é sempre stata: "Ma come? Israele é L'UNICA DEMOCRAZIA del Medio Oriente!". A parte che se il solo fatto di effettuare una chiamata di correo a scadenze temporali più o meno equidistanti per far marcare crocette su dei pezzi di carta a una certa quota di popolazione fosse il solo requisito di "Democrazia" lo sarebbero anche gli Usa della bipartisanship elitaria, cosa che non crediamo affatto, (e, a quel punto, lo sarebbero stati anche l'Egitto di Mubarak e la Bulgaria di Zhivkov), tale affermazione (via via meno frequentemente ripetuta mano a mano che i paesi toccati dalla Primavera Araba si sono avviati sul cammino di libere e veramente democratiche elezioni una volta liberati dai tiranni filo-Usa e filo-sionisti) ha mostrato definitivamente la corda nel corso dell'ultima sessione della Knesset, il Parlamento del regime ebraico di occupazione.

Durante questa, infatti, il partito ultranazionalista e razzista guidato dall'attuale Ministro degli Esteri Avigdor Lieberman ha sottoposto un progetto di legge che, se approvato, impedirebbe per sempre l'entrata in Parlamento di rappresentanti della "razza inferiore", l'etnia Palestinese costituita dai sopravvissuti e discendenti (all'interno dei confini dell'Occupazione) dei superstiti della Nakba, l'Olocausto inflitto ai legittimi abitanti della regione da invasori e terroristi ebrei a cavallo del 1948 e negli anni immediatamente precedenti e successivi.

I nativi Palestinesi che ancora oggi rappresentano un abitante di 'Israele' ogni tre-quattro sono considerati a tutti gli effetti "Cittadini di Serie B" dall'entità occupante: hanno diversi documenti, ricevono una miserrima frazione della spesa pubblica riservata agli Ebrei (per sanità, educazione, previdenza sociale), sono confinati in bantustan e comunità-ghetto, non possono servire nei Ministeri governativi in qualunque funzione, non possono comprare casa e terreni al di fuori delle loro comunità isolate, non possono contrarre matrimonio con Palestinesi della diaspora, abitanti dei territori occupati o cittadini di altri Stati arabi e portare a vivere lo sposo/la sposa con loro nel Regime dell'Occupazione. Ultimamente é stato loro persino proibito di manifestare pubblicamente in occasione dell'anniversario della Nakba.

(La 'democrazia' israeliana al lavoro - Ecco cosa accade quando la deputata palestinese Haneen Zoabi tenta di prendere la parola per riferire alla Knesset riguardo l'illegalità dell'assedio verso Gaza)

Adesso, se il disegno di legge andrà in porto, anche l'ultima "foglia di fico" sulla presunta 'democrazia' israeliana andrà in cenere: la proposta razzista vuole infatti vietare l'eleggibilità, cioé il diritto elettorale passivo, a quanti non abbiano prestato servizio nelle forze militari sioniste e, visto che ai nativi Palestinesi é fatto divieto di portare armi e ricevere istruzione militare, l'esclusione totale dal Parlamento su base rigidamente etnica e razziale sarebbe quindi completa e assoluta. I partiti di Sinistra Balad e Taal potrebbero forse sopravvivere con candidati esclusivamente ebrei (anche se in parte eletti da Palestinesi nativi), ma la Lista Unita Araba, il cui gruppo dirigente é totalmente palestinese verrebbe praticamente distrutta come formazione politica.

Che bella la "democrazia" di Israhell!
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

Nessun commento:

Posta un commento