martedì 10 gennaio 2012

"Soluzione Saudita" per l'Ex-vicepresidente irakeno? A Riyadh pensano di assassinare l'assassino per chiudergli la bocca!

E' appena arrivata la "prova del nove" che conferma come la corrotta monarchia petrolifera saudita, scossa fin nel profondo dalla ribellione delle province sciite (le più ricche di petrolio) ha avuto come si suol dire 'le mani in pasta' nella conduzione dell'Anonima Omicidi che faceva capo a Tarik al-Hashemi, Ex-vicepresidente irakeno attualmente incriminato per gli assassinii commissionati alle sue stesse guardie del corpo durante il periodo dell'apice del suo potere.

Il Principe ereditario saudita Sultan ben Abdul-Aziz avrebbe incaricato il suo parente Principe Muqrin bin Abdul-Aziz, capo dei Servizi segreti sauditi di assassinare Al-Hashemi per paura che, di fronte a un tribunale, egli "vuoti il sacco" raccontando degli inconfessabili legami tra la corte di Riyadh e il governo irakeno del periodo dell'occupazione americana; legami che, ovviamente, coinvolgevano e compromettevano politici come Talabani, Hashemi e tanti altri ancora.

L'Arabia Saudita ha sempre cercato di "infilare un piede nell'Irak post-Saddam", tramite i suoi contatti con alcuni ex-ufficiali di Saddam (che furono i Sauditi, insieme ai Kuwaitiani a sostenere per conto degli Usa e dell'Occidente al tempo della Guerra contro l'Iran), e soprattutto attraverso i fondamentalisti wahabiti, direttamente finanziati e addestrati dalle moschee oltranziste vicine al corrotto sovrano della Casa di Saoud.
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