lunedì 31 agosto 2015

I media del regime ebraico, senza vergogna alcuna, dipingono il dodicenne col braccio ingessato come "una minaccia"!

La manifestazione nel villaggio palestinese di Nabi Salih venerdì scorso ha prodotto l'incidente riportato dal nostro articolo precedente in cui un soldato ebreo del regime invasore della Palestina ha cercato di arrestare Mohammad Tamimi di 12 anni, il cui braccio era stato rotto in scontri precedenti: come sapete sua sorella, Ahed, sua madre, Nariman, e un'altra donna palestinese alla fine hanno impedito l'arresto .

La sorellina e la madre, però, sono state talmente picchiate dai soldati da dover venire ricoverate in ospedale. La stampa sionista ha sostenuto la versione dei comandi militari che hanno affermato che i loro soldati non fossero consapevoli del fatto che Mohammad fosse minorenne.

Che questa sia una spudorata menzogna risulta evidentissimo dalle testimonianze fotografiche.


Lo straccio sionista 'Haaretz', nota "bibbia" dei liberali nostrani, inizia con la versione dell'esercito e non riferisce che le persone coinvolte fossero membri della stessa famiglia, o che Mohammad fosse ferito o che una donna e una ragazzina sono state ricoverate in ospedale dopo essere state colpite selvaggiamente dai soldatì.

La testata Ynet invece descrive la manifestazione evidenziando che il ragazzino ha lanciato sassi e ha la faccia tosta di definire la sorellina Ahed come violenta e pericolosa . In effetti una ragazzina appena adolescente con una maglietta col canarino Tittì che urla di fronte a un soldato armato di fucile d'assalto è una grave minaccia.

1 commento: