sabato 15 settembre 2012

Zakarneh: "Il Sindacato dei lavoratori pubblici cisgiordani prepara iniziative di lotta contro Salam Fayyad e il suo Governo!"

Il sindacato dei lavoratori del settore pubblico, capeggiato da Bassam Zakarneh, ha dichiarato che i dipendenti pubblici cisgiordani continueranno le loro attività di protesta contro le politiche economiche adottate dal Governo Fayyad.

Zakarneh ha dichiarato che il Sindacato annuncerà nella giornata di domani l'elenco completo delle sue attività di protesta che potrebbero includere anche uno sciopero generale indetto tra la fine di settembre e l'inizio di ottobre.

In una recente dichiarazione Zakarneh ha anche dichiarato: "Il Governo non ha preso nessun serio provvedimento per venire incontro alle richieste dei manifestanti, non vi sono stati tentativi di dialogo con le rappresentanze sindacali riguardo le loro domande".

La prossima settimana costituirà una "prova generale" della forza che la popolazione cisgiordana sarà in grado di scatenare contro il Governo Fayyad e i suoi sostenitori.
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Presentazione animata degli ultimi ritrovati dell'industria bellica della Repubblica Islamica!

In questa interessante e dettagliata presentazione animata sono evidenziati, con ricchezza di dettagli e informazioni, gli ultimi progetti il cui successo era stato annunciato poco più di tre settimane fa dal Presidente Ahmadinejad e dal Ministro della Difesa Vahidi.

"Gli ultimi risultati della ricerca e della produzione militare iraniana sono segno coerente e palpabile della maturità raggiunta dalla Repubblica Islamica nei campi i più diversi collegati con la sicurezza, il potere di deterrenza e la difesa dei confini, della cittadinanza e degli interessi nazionali" ha dichiarato il Generale Mohammed Kosari, già capo supremo dell'IRGC e membro del Comitato Parlamentare per la Sicurezza Nazionale e la Politica Estera.

Particolare entusiasmo e orgoglio é stato espresso da Kowsari riguardo al motore navale "Bonyan 4", segno evidente che l'Iran ha i mezzi materiali e le conoscenze teoriche adeguate per sostanziare i propri annunci riguardo una prossima estensione delle sue attività di pattugliamento oceanico ben oltre le acque del Golfo di Aden e dell'Oceano Indiano, fin nell'Atlantico.
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Hamas: "Gli Accordi di Oslo, fallimento totale, devono venire annullati per il bene dei Palestinesi!"

Il Movimento musulmano di Resistenza Hamas ha dichiarato, nel 19esimo anniversario della loro siglia, che gli 'Accordi di Oslo' si sono rivelati un completo e totale fallimento e che la loro definitiva cancellazione rappresenta una "necessità nazionale" per la ripresa di un Progetto Nazionale per la Libertà e l'Indipendenza della Palestina, attraverso l'opzione della Resistenza e la difesa dei Diritti inalienabili del suo Popolo.

"E' necessario rimuovere i 'ceppi di Oslo' dai polsi e dalle caviglie dell'OLP e rinnovare i suoi obiettivi primari, la persecuzione delle costanti nazionali palestinesi che costituiscono la base sulla quale si é dato il via al processo di riconciliazione tra Hamas e Fatah, bisogna terminare quanto prima la collaborazione tra Fatah e l'Occupazione sionista e unire gli sforzi di Resistenza, la riconciliazione deve andare ben al di là della semplice preparazione di un processo elettorale che avrebbe ben poco significato in un'atmosfera di collaborazionismo e oppressione".

Il Movimento Hamas, ha inoltre salutato ed espresso la propria solidarietà a tutti i prigionieri politici e ai martiri della causa nazionale palestinese.
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venerdì 14 settembre 2012

Un taxi elettrico per Gaza! L'ingegno palestinese sfida e batte il brutale assedio sionazista!

Mettere insieme i materiali per costruire un piccolo veicolo elettrico: poche centinaia di dollari. Assemblarli con perizia e talento affinati da dozzine di progetti ingegneristici: il corrispettivo di altrettante ore-uomo di un tecnico provetto e di un operaio specializzato. Creare un veicolo in grado di sfidare e vincere le ristrettezze imposte dall'illegale assedio sionazista contro Gaza: non ha prezzo.
Munther al-Qassas, tassista della Striscia con l'hobby dell'ingegneria, che rischiava di rimanere senza lavoro e senza reddito a causa della costante penuria di carburante nel ghetto palestinese ha sfidato e battuto i pettoruti generali di Tsahal e i crudeli burocrati sionisti con le loro "liste della fame" creando dal niente un veicolo totalmente elettrico capace di procedere per le strade della Striscia a 20 Km/h e capace di trasportare invalidi e mutilati che non mancano mai "grazie" ai costanti assalti aerei dei "pirati a sei punte" e ai bombardamenti di droni e artiglieria contro la popolazioen civile.

Confermando una volta di più che la necessità é la madre delle migliori invenzioni il veicolo di Al-Qassas usa come accumulatori vecchie batterie automobilistiche e ha bisogno di cinque ore di ricarica prima di poter portare il suo inventore e i suoi clienti a destinazione.
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Evacuata l'ambasciata Usa in Kuwait, dall'Egitto fugge l'ambasciatore americano: il venerdì della rabbia musulmana fa perdere le penne all'aquila a stelle e strisce!

L'ambasciata Usa in Kuwait é stata evacuata ieri nel timore che dopo le preghiere del venerdì folle di dimostranti potessero attaccarla come successo in Libia e in Egitto mentre proprio la rappresentanza diplomatica al Cairo, pur pesantemente circondata da truppe, ha visto l'ambasciatore e il resto del personale abbandonarla per timore di attacchi di massa come quelli che in passato hanno colpito l'ambasciata sionista.
Anche a Gaza, dove per fortuna non esiste nessun nido di spie-CIA travestito da ambasciata, la popolazione é nondimeno scesa in piazza a manifestare contro l'offensivo e blasfemo film islamofobo prodotto dalla lobby sionista usa. Pur senza condonare gli episodi di violenza, tutti i leader musulmani, non importa di quale colore o background politico, si sono uniti nel condannare il film, volutamente e studiatamente provocatore, prodotto nel quadro di una concertata campagna di insulto e vilificazione della fede musulmana che fa il gioco delle potenze imperialiste e sioniste. Anche molti leader cristiani si sono uniti alle condanne contro questa provocazione blasfema.
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L'ex Premier 'liberista' Ahmad Nazif condannato a tre anni di carcere da un tribunale egiziano!

In un display di cultura e civiltà giuridica che vorremmo vedere esportato dalla 'Sponda Sud' del Mediterraneo alle coste della malconcia ed esausta Europa i cui popoli soffrono sotto i diktat e le imposizioni degli eurocrati servi di Goldman Sachs (come il nostrano Monti) l'ex Primo Ministro egiziano Ahmad Nazif cui il deposto dittatore Mubarak aveva affidato il compito di "liberalizzare" l'economia egiziana (cioé di svenderla a prezzo di costo alla speculazione internazionale dei parassiti della finanza) é stato condannato a tre anni di carcere e a una ammenda di nove milioni di sterline egiziane (poco più di un milione di Euro).

Nazif si era dimesso a gennaio 2011 nel bel mezzo della rivoluzione popolare che si concluse con le dimissioni e l'arresto di Hosni Mubarak, 'faraone' filoamericano e filosionista che aveva spadroneggiato sul Paese delle Piramidi per quasi un trentennio di regime autocratico e dittatoriale. Alcuni mesi dopo, ad aprile dello scorso anno, era stato arrestato per corruzione e malversazione del patrimonio pubblico, adesso ha ricevuto un'equa e misurata sentenza per i suoi crimini.

Contro di lui potrebbe applicarsi anche una pena accessoria di un ulteriore anno di detenzione, per un'inchiesta parallela che lo coinvolge insieme a un cittadino tedesco e a due Ex-ministri del suo stesso esecutivo.
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giovedì 13 settembre 2012

Io sto con il terrorismo, di Nizar QABBANI نزار قباني


I
Ci accusano di terrorismo:
se difendiamo la rosa e la donna 
il potente verso ...
e l'azzurro del cielo ...
Un watan .. nulla vi resta...
né acqua, né aria ..
né tenda, né cammello,
e nemmeno lo scuro caffè arabo!!

II
Ci accusano di terrorismo:
se difendiamo con tutte le nostre forze
i capelli di Balqîs
e le labbra di Maysûn
se difendiamo Hind, e Da`d
Lubna e Rabâb ..
e la pioggia di Kohl
che scorre giù dalle loro ciglia come i versetti della rivelazione.

III
Presso di me non troverai 
un poema segreto
o una parola nascosta 
o libri che io abbia chiuso dietro porte.
Non ho nemmeno una sola Qasidah
che cammini lungo la strada, indossando il Hijab.

IV
Ci accusano di terrorismo:
se scriviamo delle rovine di un watan
frammentato, debole ...
un watan senza indirizzo
e un'ummah senza nomi

V
Io cerchi i resti di un watan
nessuno dei suoi grandi poemi resta ancora
salvo i lamenti di Khansa.

VI
Io cerco un watan nei cui orizzonti
non si trova alcuna libertà
rossa .. azzurra o gialla.

VII
Un watan che ci vieta di comprare un giornale
o di ascoltare le notizie.
Un watan in cui agli uccelli
è vietato cantare.
Un watan in cui, per il terrore,
gli scrittori si abituano a scrivere del nulla.

VIII
Un watan, che somiglia alla poesia delle nostre terre:
un vano parlare, 
senza ritmo,
importato
'Ajam, dal volto e dalla lingua contorti:
nessun inizio
nessuna fine
nessun rapporto con le preoccupazioni delle persone
o con la terra
o con la crisi dell'uomo.

IX
Un watan ...
che si reca ai colloqui di pace 
senza onore
e senza scarpe.

X
Un watan,
gli uomini orinano nei loro pantaloni ..
restano le donne a difendere l'onore.

XI
Sale nei nostri occhi
sale sulle nostre labbra
sale nelle nostre parole
come possono le nostre anime sopportare tanta aridità?
Un'eredità che ci proviene dal secco Qahtan?
Nella nostra Ummah, nessun Mu`awiya, e nessun Abu Sufiyan
non resta nessuno per dire "NO"
e guardare in faccia coloro che si vogliono arrendere
hanno ceduto le nostre case, il nostro pane, il nostro olio d'oliva.
Hanno trasformato la nostra luminosa storia in un mediocre negozio.

XIII
Nelle nostre vite, non resta alcuna Qasîdah,
perché abbiamo perso la nostra castità nel letto del Sultano.

XIV
Si sono abituati a noi, gli umiliati.
Cosa resta all'uomo 
quando tutto ciò che resta 
è la vergogna.

XV
Io cerco nei libri di storia 
Ussamah ibn al-Munqith
Uqba ibn Nafi`
Omar e Hamzah
e Khalid, che sospinge le sue greggi alla conquista dello Shem.
Vedo un Mu`tasim Billah
che salva le donne dalla crudeltà dello stupro
e dal fuoco.

XVI
Io cerco gli uomini degli ultimi giorni
ma tutto ciò che vedo sono gatti impauriti
spaventati per se stessi, dal 
sultanato dei topi.

XVII
Si tratta di una travolgente cecità nazionale?
Siamo diventati ciechi ai colori?

XVIII
Ci accusano di terrorismo
se ci rifiutiamo di morire
con i bulldozer israeliani
che strappano la nostra terra
strappano la nostra storia
strappano il nostro Evangelium
strappano il nostro Corano
strappano le tombe dei nostri profeti
Se questo è stato è il nostro peccato,
quanto è bello, allora il terrorismo?

XIX
Ci accusano di terrorismo 
se rifiutiamo di farci cancellare 
dalle mani del mongolo, dell'ebreo e dei barbari 
se scagliamo un sasso 
contro i vetri del Consiglio di Sicurezza
dopo che se ne è impossessato il Cesare dei Cesari.

XX
Ci accusano di terrorismo
se ci rifiutiamo di trattare con il lupo
e di stringere la mano a una prostituta

XXI
Amrika
contro le culture dei popoli
senza cultura
contro le civiltà dei civili 
senza civiltà
Amrika
un potente edificio
senza muri!

XXII
Ci accusano di terrorismo:
se rifiutiamo un'era
Amrika è diventata 
la sciocca, la ricca, la potente
tradotta, giurata
in Ivri.

SECONDA PARTE

XXIII
Ci accusano di terrorismo: 
se lanciamo una rosa 
a Gerusalemme 
ad al-Khalil
a Ghazza
ad an-Nasirah
se portiamo pane e acqua 
a Troia assediata.

XXIV
Ci accusano di terrorismo:
se alziamo la nostra voce contro
i nostri dirigenti regionalisti.
Tutti hanno cambiato le loro scommesse:
dagli unionisti
ai mediatori.

XXV
Se abbiamo commesso l'orrendo delitto della cultura
se ci ribelliamo agli ordini del grande califfo 
e contro la sede del califfato 
se leggiamo il diritto o la politica 
se ricordiamo Dio 
e leggiamola Surat al-Fat-h 
se ascoltiamo la predica del venerdì
allora siamo ben versati nell'arte del terrorismo

XXVI
Ci accusano di terrorismo
se difendiamo la terra 
e l'onore della polvere 
se ci ribelliamo allo stupro del popolo 
e allo stupro di noi stessi
se difendiamo le ultime palme nel nostro deserto 
le ultime stelle nel nostro cielo 
le ultime sillabe dei nostri nomi 
l'ultimo latte nel petto delle nostre madri 
se questa è la nostra colpa 
come è bello il terrorismo.

XXVII
Io sto con il terrorismo
se è in grado di salvarmi 
dagli intrusi dalla Russia
Romania, dall'Ungheria e dalla Polonia
Si sono insediati in Palestina 
hanno messo i piedi sulle nostre spalle 
per rubare i minareti di al-Quds
e la porta dell'Aqsa
per rubare gli arabeschi 
e le cupole.

XXVIII
Io sto con il terrorismo 
se potrà liberare il Messia, Gesù di Nazaret,
e la vergine, Meriam Betula
e la città santa 
dagli ambasciatori della morte e della desolazione

XXIX
Ieri
la strada nazionalista era vivace 
come un cavallo selvaggio.
I fiumi erano ricchi dello spirito di giovinezza.
Ma dopo Oslo,
non avevamo più denti:
ora siamo un popolo cieco e disperso.

XXX
Ci accusano di terrorismo:
se difendiamo con tutte le forze 
il nostro patrimonio poetico 
il nostro muro nazionale 
our rosy civilization
the culture of flutes in our mountains
and the mirrors displaying blackened eyes.

XXXI
Ci accusano di terrorismo:
se difendiamo quello che abbiamo scritto
l'azzurro del nostro mare
e l'aroma dell'inchiostro 
se difendiamo la libertà del mondo 
e la santità dei libri 

XXXII
Io sto con il terrorismo 
se è in grado di liberare un popolo 
dai tiranni e dalla tirannide 
se è in grado di salvare l'uomo dalla crudeltà dell'uomo 
di riportare il limone, l'ulivo e gli uccelli nel sud del Libano 
e il sorriso nel Golan

XXXIII
Io sto con il terrorismo 
se mi salverà 
dal Cesare di Yehuda
ae dal Cesare di Roma 

XXXIV
Io sto con il terrorismo 
finché questo nuovo ordine mondiale 
sarà condivisa 
tra Amrika e Isra'il
a metà

XXXV
Io sto con il terrorismo 
con tutta la mia poesia 
con tutte le mie parole 
e tutti i miei denti 
finché questo nuovo mondo
sarà nelle mani di un macellaio.

XXXVII
Io sto con il terrorismo 
se il senato degli Stati Uniti
si arroga il giudizio 
decreta premio e punizione 
Io sto con l'Irhab [terrorismo]
fino a quando il nuovo ordine mondiale
odierà l'odore dell'A`rab.
Io sto con il terrorismo 
fino a quando il nuovo ordine mondiale
vorrà uccidere i miei figli 
e darli in pasto ai cani.
Per tutto questo 
alzo forte la mia voce:

Io sto con il terrorismo
Io sto con il terrorismo
Io sto con il terrorismo ...

Ringraziamo il blog "Di Liberismo si Crepa" per averci fatto scoprire questa emozionante poesia.
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Sempre alta in Cisgiordania la rabbia contro Fayyad: "Le poche concessioni non fermeranno la nostra protesta!"

E' sempre vivo in Cisgiordania il sentimento di rabbia e protesta contro l'Anp egemonizzata dai cacicchi filosionisti di Fatah e contro Salam Fayyad, il 'tecnocrate' addestrato in Usa alla stessa scuola liberista e monetarista della Goldman Sachs (Monti docet) e di altri affamatori di popoli e ingrassatori di milionari, che non é riuscito, implementando il calmiere dei prezzi e sforbiciando gli stipendi dei dirigenti pubblici, misure impostegli da Abbas 'a mano armata' a disinnescare le proteste, che sono continuate oggi mescolandosi eventualmente con le dimostrazioni contro l'offensivo film islamofobo prodotto dalla lobby sionista americana.

Le misure di Abbas e Fayyad, nelle parole del manifestante Abdullah Sharaka di Nablus che ha parlato ai microfoni dell'agenzia Palestine Info Center, sono paragonate a "una pezzuola fresca messa sulla fronte di un paziente che brucia di febbre". La rabbia del popolo cisgiordano si é ancora una volta scatenata contro ritratti ed effigi del fittizio 'premier' (ricordiamo che Fatah non ha alcuna autorità di nominare capi di Governo avendo perso sonoramente le elezioni politiche del 2006) che sono state stracciate, bruciate, colpite ripetutamente con scarpe.

Tamer Jalal, attivista per i Diritti Umani, ha dichiarato che le ragioni profonde della crisi che sconvolge la West Bank sono "oltre e al di là del controllo di Fayyad" e constano soprattutto del regime di occupazione sionista, accettato e facilitato dai collaborazionisti di Fatah, che strangola e avvelena le possibilità di sviluppo e crescita economica della popolazione palestinese.
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