L'uomo, Wadi Tamman, aveva poco più di venti anni quando cadde in mano del brutale sistema carcerario sionista; sofferente di epilessia, avrebbe avuto bisogno di cure e attenzioni particolari, che ovviamente i suoi carcerieri si guardarono bene dal prestargli, rinchiudendolo in isolamento nella prigione di Nafha, nel deserto del Negev; quando le sue condizioni si aggravarono e cominciò a mostrare segni di straniamento e di amnesia sempre più profonda egli venne infine trasferito nella prigione di Eishel.
La società Husam, che cura gli interessi dei prigionieri ed ex-prigionieri palestinesi di Israele ha dichiarato che anche prima di cadere vittima dell'amnesia Tamman soffriva di grave depressione e l'amministrazione carceraria si rifiutò di prestargli cure e supporto adeguato; anche ora che non é più in grado di ricordare eventi chiave della propria vita e stenta a riconoscere perfino i parenti più stretti le autorità della prigione rifiutano di riconoscere il collegamento del suo stato con il trattamento cui é stato sottoposto.
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