Il Ministro degli Esteri egiziano Nabil Arabi, in procinto di abbandonare il suo posto per occupare la poltrona di Segretario Generale della Lega Araba ha affermato che le condizioni di detenzione cui il Regime sionista sottopone i prigionieri politici palestinesi, che comprendono torture fisiche e psicologiche, sistematica carenza di cure mediche, prolungati periodi di isolamento punitivo e molto altro ancora "rappresentano di per sé stesse altrettante flagranti violazioni della Quarta Convenzione di Ginevra, dei principali diritti umani e delle leggi umanitarie internazionali". Ha inoltre aggiunto: "Queste violeazioni richiedono urgenti inchieste e prosecuzioni per i responsabili di pratiche inumane e inaccettabili, da portarsi avanti di fronte a un tribunale internazionale autorevole e imparziale".
Arabi, che ha co-presieduto uno speciale meeting in favore della sensibilizzazione verso le condizioni dei prigionieri politici palestinesi lo scorso 28 maggio, insieme al Ministro indonesiano degli Esteri presso la Sesta Conferenza dei Paesi Non-Allineati ha anche affermato che l'Occupazione israeliana "E' moralmente responsabile per le continue sofferenze degli oltre settemila prigionieri palestinesi, fra cui si contano centinaia di donne e dozzine di bambini e ragazzi, alcuni dei quali addirittura nati in prigionia". Il Ministro egiziano ha sottolineato come i Paesi Non-Allineati condannino nei termini più netti i metodi di persecuzione e angheria israeliani, che hanno causato finora la morte di almeno 200 prigionieri.
La Conferenza si é chiusa con l'adozione di una dichiarazione straordinaria a favore dei prigionieri politici palestinesi, che ha visto l'adesione persino del Segretario dell'ONU per l'esercizio dei Diritti Inalienabili dei Palestinesi e di rappresentanti dell'OIC (l'Organizzazione della Conferenza Islamica) e della Lega Araba.
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